Agricoltura 4.0: droni, satelliti e robot anche nei campi

Quella che oggi viene indicata come agricoltura di precisione, arriva per ora a coprire solamente l’1% circa della superficie agricola nazionale. Parliamo però davvero delle tecnologie più sofisticate e avanzate, come quelle legate all’uso dei droni e dei satelliti. Ma che il futuro dei campi passi anche da queste tecniche è indubbio.

Agricoltura 4.0: droni, satelliti e robot anche nei campi

Anche l’agricoltura è 4.0. Anzi, di più, per molti aspetti proprio la produzione agricola è arrivata prima di quella industriale nell’uso delle nuove tecnologie che possono far risparmiare tempo e risorse. Questione di scarsità di mezzi forse, ma anche di attenzione all’ambiente. Anche se quella che oggi viene indicata come agricoltura di precisione, arriva per ora a coprire solamente l’1% circa della superficie agricola nazionale. Parliamo però davvero delle tecnologie più sofisticate e avanzate, come quelle legate all’uso dei droni e dei satelliti. Ma che il futuro dei campi passi anche da queste tecniche è indubbio.

Proprio sull’agricoltura di precisione, pare fra l’altro che siano tutti pressoché d’accordo: deve essere sostenuta e diffusa. Tanto che il Governo si è impegnato ad arrivare entro il 2021 ad avere il 10% della superficie agricola utilizzata coltivato con mezzi e tecniche di ultimissima generazione. E per farlo, l’esecutivo ha annunciato uno stanziamento pubblico-privato pari a 12 milioni di euro proprio a sostegno di ciò che i tecnici chiamano precision farming, agricoltura di precisione appunto. Che quella sia la nuova frontiera lo dicono poi anche i coltivatori. “Miglioramento della produttività agricola e degli standard qualitativi dei prodotti, contenimento dei costi di produzione, adattamento al clima che cambia e riduzione dell’impatto ambientale ma anche tracciabilità e origine del cibo come chiedono i consumatori sono obiettivi sostenibili con lo sviluppo dell’agricoltura di precisione in Italia”, ha spiegato per esempio Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, che ha fornito la sintesi migliore della situazione: “L’agricoltura nazionale è cresciuta nell’innovazione nel rispetto della tradizione”. Si tratta anche di una sorta di battaglia per l’indipendenza dei campi da quello che sempre i coltivatori chiamano “strapotere delle multinazionali”; una lotta che conduce all’uso di tutti i mezzi possibili per ottimizzare le risorse. Agricoltura di precisione a tutto campo, quindi, che Giorgio Mercuri, presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari, definisce “la concreta realizzazione dello sviluppo sostenibile.

Tutela dell’ambiente quindi ma anche mercato. Secondo alcune stime (apparse qualche tempo fa su Italia digitale), il mercato dell’agricoltura di precisione dovrebbe crescere a breve del 20% all’anno con un valore che nei prossimi 5 anni potrebbe arrivare a 4,5 miliardi a livello mondiale.
Tutto basato su tecniche d’avanguardia. Ad iniziare dai droni, cioè da quei velivoli senza pilota a bordo che, opportunamente attrezzati, possono fornire una serie pressoché infinita di informazioni sulle diverse coltivazioni che osservano dall’alto: il loro stato di salute, la quantità di acqua presente nel terreno che le circonda, lo stato di maturazione e su molto altro ancora. Informazioni precise che possono produrre interventi altrettanto precisi, come concimazioni senza spreco di concimi (e conseguente minore rischio di inquinamento), irrigazioni solo quando davvero l’acqua occorre, lavorazioni calibrate sulle reali necessità di intervento (con evidenti risparmi di tempo e di soldi). Ma nei campi possono ormai anche esserci dei veri robot in grado di effettuare controlli sofisticati e precisi.

Anche in questo caso le istituzioni ci si sono messe d’impegno. In Europa sta lavorando per esempio lo Swarm Robotics for Agricultural Applications che ha l’obiettivo di trasferire la robotica in agricoltura e che è sostenuto finanziariamente dall’iniziativa Echord++ (European Clearing House for Open Robotics). E non è finita, perché ad aiutare gli agricoltori possono anche esserci i satelliti. Al Vinitaly di Verona il Consorzio Hypatia ha presentato le applicazioni delle rilevazioni satellitari in agricoltura. Un progetto condotto niente di meno che con l’Agenzia Spaziale Italiana e che ha fatto capire come i satelliti possano aiutare per l’irrigazione dei campi, il controllo del bestiame, il monitoraggio delle malattie delle piante. Come al solito a dettare legge è l’uso accorto e calibrato delle risorse unito alla qualità del prodotto finale. Per capire basta un dato emerso proprio a Verona: i satelliti di osservazione della terra possono intervenire mostrando dove è possibile prevenire l’eccesso di irrigazione e così risparmiare dal 18% al 30% del rifornimento idrico dell’azienda agricola. E anche qui pare che i soldi vi siano. In qualità di gestore nazionale del programma Esa Artes Business Applications, il Consorzio di Ricerca Hypatia ha dedicato l’anno 2018 al settore agroalimentare. Ci sono quindi 19 milioni di euro nel biennio 2016-18 stanziati dall’Italia per permettere alle aziende, tramite il programma Esa Artes Business Applications, di ricevere supporto tecnico e commerciale per migliorare la redditività attraverso l’uso di tecnologie spaziali.

Andrea Zaghi

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Fonte: Sir