Agricoltura, cibo e lavoro. Un comparto che continua a svolgere il suo ruolo in termini di produzione e occupazione

Stando alle indicazioni appena diffuse da Coprob sono aumentate le produzioni sia in termini quantitativi che qualitativi, oltre che in valore.

Agricoltura, cibo e lavoro. Un comparto che continua a svolgere il suo ruolo in termini di produzione e occupazione

Bene lo zucchero, male l’olio. Non esiste solo Covid-19 per l’agricoltura italiana. I campi nostrani, infatti, sono alle prese come di consueto con l’andamento altalenante delle singole produzioni, condizione che si riflette subito sui mercati e quindi sui redditi degli agricoltori. Perché, quello che per tutti è diventato un settore strategico per l’economia nazionale, è sempre un comparto nel quale i bilanci devono chiudere per bene, che fornisce buoni e sani alimenti ma anche occupazione (diretta o indiretta) per centinaia di migliaia di persone.

Zucchero, dunque, e quindi barbabietola da zucchero. Stando alle indicazioni appena diffuse da Coprob (la più importante cooperativa saccarifera nazionale con circa 7mila aziende), avviata lo scorso luglio, la campagna 2020 si è appena conclusa con risultati soddisfacenti. In termini complessivi, sono aumentate le produzioni sia in termini quantitativi che qualitativi, oltre che in valore. Segnale importante per un comparto, quello dello zucchero, che ormai ha ben poco di nazionale e che da anni tenta una faticosa ripresa.

Di segno opposto, invece, la situazione dell’olivicoltura. Stando alle rilevazioni di Unaprol (anche in questo caso la più significativa aggregazione di produttori in Italia), e di Ismea, i primi dati sulla raccolta di olive indicano un peggioramento del quadro produttivo delineato in via preliminare a settembre. Secondo le ultime elaborazioni, la produzione della campagna 2020-21 dovrebbe attestarsi a 255mila tonnellate, con una riduzione del 30% sullo scorso anno. A condizionare la raccolta è soprattutto l’alternanza tra anno di carica e anno di scarica al Sud, mentre al Centro Nord sarebbero confermate, invece, le previsioni piuttosto rosee di inizio autunno. Certo, la qualità continua, a quanto pare, ad essere elevata, ma la diminuzione quantitativa inizia già a farsi sentire. Così almeno indicano i coltivatori diretti. Coldiretti ha già parlato di “una situazione produttiva preoccupante a fronte dell’aumento del 9,5% degli acquisti delle famiglie italiane che con l’emergenza Covid sono tornate a fare scorte in cucina con i prodotti base della dieta mediterranea”. Produzione più bassa e domanda più alta, viene spiegano dai produttori, starebbero già “spingendo in alto i listini nelle ultime settimane, con aumenti che riguardano anche gli oli Dop/Igp italiani”. Una condizione che tutti tengono sott’occhio perché proprio l’Italia sembra essere il primo consumatore al mondo di olio di oliva. Anche in questo caso, l’andamento della raccolta può così avere riflessi economici e occupazionali. Conseguenze che, tra l’altro, potrebbero essere molto più importanti rispetto a quelle del comparto saccarifero. La filiera dell’olio conta infatti 400mila aziende agricole specializzate, un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive.

A confortare, almeno in parte, le previsioni complesse di una parte della produzione alimentare nazionale, arrivano infine altri dati. Sempre Coldiretti, sulla base di previsioni Istat, ha fatto rilevare che per ora terrebbero i conti dell’industria alimentare con un fatturato che rimane praticamente stabile (-0,4%) rispetto allo scorso.

Produzione e lavoro, quindi. Tratti comuni e forti di tutto il comparto agroalimentare nazionale che da una parte, come si è detto, si è trovato nel ruolo (confermato) di elemento strategico per l’economia nazionale e, dall’altra, continua nel suo compito nell’ambito del sistema economico italiano oltre che di presidio ambientale e sociale. Condizione che per troppo tempo è sfuggita a molti, e che trova anche conferma nei numeri riportati dalle cronache economiche di questi ultimi giorni.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir