Aibi: “Alcune ong straniere danneggiano il Terzo settore in Italia”

Dura accusa del presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini, dopo i dati del sondaggio Ipsos dei giorni scorsi. “Urge iniezione di credibilità con la definizione di regole chiare: no a stipendi eccessivi, no a ‘pornografia del dolore’ e pubblicità a pagamento”

Aibi: “Alcune ong straniere danneggiano il Terzo settore in Italia”

MILANO - “Gli italiani non nutrono una generale sfiducia verso il Terzo settore, ma verso un piccolo gruppo di Ong non italiane. Soggetti programmaticamente non rispettosi delle leggi nazionali, poco trasparenti nel finanziamento e nei loro mandanti, chiarissimi solo in un obiettivo: agire con finalità palesemente politiche. È questo il ‘volontariato’ che non piace agli italiani, non quello italiano, impegnatissimo anche ad accogliere i migranti, resistendo a ogni tentazione di buttarla in politica”. Lo dichiara il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, a proposito dei dati del sondaggio Ipsos emerso nei giorni scorsi, secondo cui solo il 39% degli italiani affermerebbe di avere fiducia nel Terzo settore, contro l’80% del 2010. “Occorre però considerare – afferma l’Aibi -, visto il grande impatto mediatico dell' accaduto , che il  sondaggio Ipsos  è stato condotto nei giorni successivi alla vicenda ‘Sea Watch 3’.

“Si dimostra così – prosegue Griffini - che l'attività politicamente strumentale di alcune Ong straniere è deleteria e pericolosa per tutto il mondo del volontariato, danneggiando tutte le altre Ong, quelle che fanno solidarietà senza secondi fini. Per reagire – conclude Griffini - urge un’iniezione di credibilità, non è più rinviabile la definizione di regole chiare per stabilire quali siano i requisiti per operare nel mondo della solidarietà. Quattro sopra tutto: l’assenza di un compenso al presidente e ai membri del Consiglio direttivo, tutti devono essere volontari; l’impossibilità per chi fa raccolta fondi a fini di solidarietà di retribuire i propri dirigenti e dipendenti con stipendi equivalenti a quelli del settore profit, con l'obbligo di pubblicare sui propri siti i vari livelli retributivi (https://www.aibi.it/ita/chi-siamo/#trasparenza ); il divieto assoluto di acquisire spazi pubblicitari a pagamento per la raccolta fondi; il divieto assoluto di fare ricorso alla ‘pornografia del dolore’ per attività di comunicazione”.

Griffini, nei giorni scorsi, aveva preso posizione anche contro la campagna #ognicoppiapuò di un’altra grande Ong, volta a sensibilizzare sulle adozioni omosessuali. “Un altro esempio di strumentalizzazione – spiega il presidente di Ai.Bi. –,  Chi fa Sostegno a Distanza dovrebbe sapere che questa è una forma di accoglienza diversa dall’adozione, pertanto accostare questo mondo alle adozioni omosessuali è una forzatura politica”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)