Amref diventa Fondazione di partecipazione, "risposta di presenza forte e speranza"

Processo dettato dalla Riforma del terzo settore e “accellerato” dalle conseguenze dalla pandemia: a luglio il placet. "Organizzazione più strutturata e capace di rispondere alle sfide"

Amref diventa Fondazione di partecipazione, "risposta di presenza forte e speranza"

“Un'organizzazione più strutturata e capace di rispondere alle sfide, non solo dei prossimi mesi, ma dei prossimi anni": è l’obiettivo con cui Amref ha affrontato la trasformazione in  Fondazione di Partecipazione, processo dettato dalla Riforma del terzo settore e “accellerato” dalle conseguenze dall’emergenza sanitaria legata al  Covid19. L'organizzazione, arrivata in Italia nel 1987, dopo essere nata a Nairobi nel 1957, ha deciso di “rafforzarsi proprio in uno dei momenti più difficili della recente storia mondiale”. “ Il mutato scenario - derivato dalle conseguenze della pandemia da Covid19 - ha accelerato un processo già maturato da tempo dall'organizzazione, e teso a fare di Amref Health Africa-Italia, una realtà più solida e stabile. - si legge in una nota - Tutto nella cornice della recente riforma del Terzo Settore”. "Progetti sempre più solidi, presenza in più territori e una realtà aperta a nuove alleanze, con altri enti o aggregazioni", commenta il direttore di Amref Health Africa - Italia Guglielmo Micucci.

Da aprile 2020 Amref Health Africa-Italia ha avviato il suo percorso verso la trasformazione da Associazione in Fondazione di Partecipazione, ottenendo a luglio il formale placet da parte della pubblica amministrazione.  Amref Health Africa è nata in Kenya più di 60 anni fa, ad opera di tre "dottori volanti", operatori sanitari decisi a portare la salute nei luoghi più difficili da raggiungere, attraverso l'uso di aeroplani. In Italia, oggi, Amref acquisisce una nuova forma organizzativa, quella di Fondazione di Partecipazione, peraltro adeguata rispetto alla recente riforma del Terzo Settore, avviata con la Legge Delega n. 106 del 2016 e successivamente attuata attraverso il D. Lgs. n. 117/2017.  Non sono affatto nuove tali trasformazioni, sottolinea Amref: già negli anni passati, infatti, altre organizzazioni in Italia hanno scelto di diventare Fondazioni di Partecipazione.

"Oltre quindi ad una spinta ad adeguarsi alla legge - dichiara Micucci - l'esigenza era quella di dare ad Amref un assetto giuridico-organizzativo più adeguato dell’ente, anche in considerazione di future e nuove alleanze. Un percorso di riorganizzazione già avviato nel 2019 con la fusione per incorporazione dell’Associazione “Fratelli dell’Uomo”. Quella che si realizza in questi giorni - grazie anche al sostegno e all'assistenza  di Crowe AS, società di revisione e consulenza appartenente al network internazionale Crowe Global - è una trasformazione che "avevamo già in testa. Una scelta che viene da lontano, tesa a rafforzare ancora di più l'organizzazione", spiega Micucci, ma che i cambiamenti causati dal Covid, "ci hanno incoraggiato ad accelerare".

Per i progetti, per i donatori, i soci, i nostri amici e sostenitori "non cambia niente, se non in positivo. “Saranno parte di una organizzazione che resta la stessa - medesima identità e valori - ma più stabile. E la stabilità è alleata, in questo caso, di un futuro migliore. In primis per i beneficiari dei nostri progetti di salute, nelle comunità remote africane e poi per tutti gli altri nostri fondamentali interlocutori. – si legge -  Come per la nostra vecchia forma organizzativa, anche la Fondazione di Partecipazione è caratterizzata dall'assenza di scopo di lucro e dalla qualifica di Onlus, essendo tuttavia già pronta ad acquisire la nuova qualifica di Ente del Terzo Settore non appena l’iter legislativo della Riforma sarà completo”.

"Di fronte ad una sfida globale così importante - dove il Terzo settore è troppo spesso dimenticato - accelerare questo passaggio ha significato per noi dare una risposta di presenza forte e, ci auguriamo, di speranza. Il Terzo settore è così importante per i nostri territori, per l'allenamento alla solidarietà, che ha bisogno delle migliori visioni. Visioni di un futuro da protagonisti. Non tanto per noi, ma per chi si attende da noi risposte di salute e solidarietà”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)