Antonio Maria e Francis Fernando, i giovani volontari padovani nominati Alfieri della Repubblica da Mattarella

Costruttori di comunità, giovani ragazzi che si sono distinti attraverso il loro impegno e azioni coraggiose e solidali. Giovedì 11 marzo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito gli attestati d’onore di “Alfieri della Repubblica” 2020 a 28 giovani, dai 9 ai 18 anni. Tra loro anche i diciasettenni Francis Fernando Chkrawarthige Praveen, studente del liceo classico Barbarigo, e Antonio Maria Granieri dell'associazione Down Dadi di Padova.

Antonio Maria e Francis Fernando, i giovani volontari padovani nominati Alfieri della Repubblica da Mattarella

L'ora più buia è quella prima dell'alba. E nel buio del 2020 segnato dalla pandemia Covid-19 emergono tante piccole luci, disseminate lungo la penisola italiana, fatte di impegno, volontariato, amicizia e soprattutto gioventù. Giovedì 11 marzo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito gli attestati d’onore di “Alfieri della Repubblica” 2020 a 28 giovani, dai 9 ai 18 anni perché, come si legge nel comunicato ufficiale , «si sono distinti attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali. Esempi positivi di cittadinanza, simboli del grande cuore del nostro Paese: attività azioni coraggiose e solidali, che rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia».

Costruttori di comunità come Francis Fernando Chkrawarthige Praveen, residente a Pove del Grappa in provincia di Vicenza, e Antonio Maria Granieri di Vigonza, alle porte di Padova, entrambi diciassettenni, e due dei quattro ragazzi veneti nominati assieme a Niccolò Brizzolari e Mattia Piccoli .

L'impegno di Francis Fernando, dal Barbarigo alla mensa per i poveri della sua parrocchia

Francis Fernando, allievo del liceo classico Barbarigo, si è distinto per la generosità e la sensibilità con cui si dedica alle attività di volontariato, in favore degli anziani, dei più poveri, dei più svantaggiati: oltre allo studio, infatti, come esperienza all’interno del seminario minore, ha prestato servizio all'Opera della Provvidenza Sant'Antonio di Sarmeola di Rubano, dove trovano assistenza più di 500 ospiti portatori di disabilità e anziani. Qui Francis ha imparato ad ascoltare le loro storie ed esperienza di vita, dimostrando non solo rispetto ma anche empatia.

È, inoltre, impegnato nella mensa per i poveri della sua parrocchia: in questo servizio non solo è pronto ai lavori più umili, ma si distingue per lo spirito di ospitalità verso le persone che vi si recano, dedicando loro ascolto ed essendo capace di fornire utili suggerimenti agli operatori più adulti al fine di valutare i reali bisogni dei richiedenti aiuto. Nei mesi del lockdown è stato tra i "facilitatori" della didattica a distanza nella sua classe, dedicando tempo a molti compagni e aiutandoli così a tenersi al passo con i programmi.

«Nella "normalità" del suo profilo costituisce – spiega la nota dei suoi educatori – un esempio da additare ai suoi coetanei per far comprendere che il volontariato e la solidarietà vanno vissuti nell'ordinarietà della vita, facendo del dono uno stile concreto. Francis Fernando, inoltre, partecipa anche all'annuale "pranzo con i poveri" organizzato dalla scuola insieme alla Comunità di Sant'Egidio e la Caritas diocesana in prossimità del Natale e nel corso dell'anno segue alcuni gruppi di bambini e adolescenti come educatore sia nel grest, sia nelle attività di sostegno scolastico».

Antonio Maria, il "supereroe della bontà"

Il suo coetaneo Antonio Maria è una trottola di energia e iniziative all’interno dell’associazione Down Dadi di Padova nel sostenere i compagni che hanno bisogno di maggiore aiuto: sempre pronto, disponibile a incoraggiare e sostenere i compagni nei percorsi di aiuto e, soprattutto, di autonomia. Nella sua carta d’identità alla voce segni particolari lo spazio è vuoto, ma Antonio si diverte nel dire che il suo segno particolare è la sindrome di Down. Ha consapevolezza della sua condizione, ma porta con fierezza tutto ciò che la vita gli ha donato e ripete costantemente il suo sogno e ambizione: quello di essere “il supereroe della bontà”.

«Un disabile che fa del bene, non più visto come chi assorbe risorse, ma che è risorsa stessa»

«Questo riconoscimento ci rende felicissimi perché come si legge nella motivazione Antonio è stato premiato non perché ha la sindrome di Down, ma perché è un ragazzo che fa del bene all’interno della sua comunità di amici – racconta Patrizia Tolot, presidente della cooperativa Vite Vere Down Dadi e la prima ad aver avuto notizia della nomina – Questo messaggio fa capire che il passaggio culturale c'è stato, qualcosa abbiamo cambiato nel recepire questa normalità e siamo contenti per questo punto nel processo di emancipazione. Antonio era a scuola quando il presidente Mattarella ha ufficializzato i nomi e non lo sapeva nessuno anche perché la sua candidatura l’abbiamo proposta solamente io e la psicologa Jehona Sehu, coordinatrice che lo segue in autonomia. Lui si sta preparando alla vita indipendente assieme a un gruppo di coetanei: è carismatico e non sopporta le tensioni per questo se vede qualcuno arrabbiato prova subito a capirlo e a chiarire. Spesso un disabile è visto solo dal punto di vista sanitario o assistenzialista, ma adesso è un disabile che fa del bene, non più uno che assorbe risorse, ma che è risorsa stessa»

Innocente Marangon, sindaco di Vigonza, ringrazia anche Angela, mamma di Antonio Maria e tutta la famiglia, aggiungendo che «è molto significativo, soprattutto in questo momento particolare, perché l’impegno per la bontà e l’altruismo di Antonio ci indicano una via maestra per tutti noi. Pensare che Antonio Maria punti al benessere degli altri è un comportamento che ci deve fare molto riflettere».

Padova capitale europea del volontariato ha seminato: loro sono costruttori del futuro

Apporto indispensabile per la nomina dei due “Alfieri” è stato il contributo del Csv, il centro servizio volontariato di Padova, che ha recepito le candidature e le ha inoltrare alla presidenza della Repubblica. Ed è un segno tangibile della continuità del fare bene e del volontariato, Padova capitale europea 2020 ha seminato tanto e vede sbocciare frutti ancora teneri, ma preziosi. Idealmente, lungo la carrellata dei 104 volti dei volontari del progetto Inside Out lungo via Tommaseo si aggiungono anche gli acerbi profili di Francis Fernando e Antonio: «Proprio nella mattina di giovedì abbiamo presentato il rapporto sul volontariato 2020 – spiega il presidente del Csv Emanuele Alecci – E anche nel periodo più complicato della storia umana, questa provincia e questa città hanno visto nascere in un anno, dal 2019, ben 104 attività associative, 51 solo a Padova: ci dice che la strada è quella giusta e che la scuola di volontariato è piena di alunni, alcuni “iscritti” durante la pandemia. Francis Fernando e Antonio sono due simboli di tanti altri ragazzi che si impegnano nella solidarietà vera. Abbiamo piantato tanti semi, stanno crescendo e stanno diventando alberi, fiori: dobbiamo farli crescere perché sono loro i costruttori del futuro del mondo. Loro sono pronti a spiccare il volo».

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