Assegno unico, il "paradosso" delle troppe risorse: tagliati 630 milioni

Con il decreto Aiuti il governo destina “ad altre finalità sociali” la somma non utilizzata a causa del minor numero di domande effettive rispetto a quelle stimate. La ministra Bonetti: “Ho chiesto di rafforzare l’importo per le famiglie con redditi bassi, gli altri partiti hanno detto no”

Assegno unico, il "paradosso" delle troppe risorse: tagliati 630 milioni

Lo stanziamento previsto per l’anno 2022 per l’assegno unico per i figli, richiesto in questi mesi da quasi 5,3 milioni di famiglie italiane, è stato ridotto dal governo di una quota pari a 630 milioni di euro: la decisione è stata inserita nel decreto legge “Aiuti” approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Si tratta di una somma eccedente rispetto al fabbisogno attuale che è stato deciso di spostare su altre voci di bilancio: “Saranno utilizzate per altre finalità sociali", ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Non senza qualche polemica anche all’interno della maggioranza, dal momento che un’altra ipotesi era quella di utilizzare quella somma per rafforzare l’importo dell’assegno, in particolare per le famiglie a basso reddito. Una scelta, però, che il governo non ha voluto perseguire.

“Dai fondi per l’assegno unico – ha spiegato a cose fatte la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti (Italia Viva) - sono stati risparmiati 630 milioni di euro non utilizzati per la copertura delle domande. Questo a motivo di un numero di domande arrivate inferiore a quello stimato e per il fatto che il 20% delle famiglie non ha presentato l’Isee e ha quindi scelto di ricevere la cifra minima”. “In Consiglio dei Ministri oggi ho chiesto – ha riferito la ministra - che queste risorse venissero utilizzate per rafforzare l’assegno per le famiglie a reddito basso: la proposta non è stata sostenuta da nessuno dei partiti al tavolo, né Pd, né Lega, né M5S, e il Dl Aiuti le alloca su altre azioni”. 

C’è spazio anche per una frecciata al Partito Democratico, che a Consiglio dei Ministri in corso con i deputati Graziano Delrio e Stefano Lepri ( rispettivamente primo firmatario e relatore del disegno di legge sull'assegno unico per i figli) avevano ricordato che con una nota il fatto che a suo tempo era stato concordato che eventuali risparmi sarebbero stati utilizzati per migliorare l’efficacia della misura, e dunque i fondi disponibili sarebbero dovuti rimanere sull’assegno unico e non dirottati altrove. “I dati dell'INPS – scrivevano i due deputati Pd - ci dicono che la misura sta andando molto bene e sorprende quindi l'annunciata riduzione del fondo 2022 per l'Assegno unico per i figli, che dovrebbe essere contenuta nell'ultima bozza del decreto Aiuti bis. Essa deriverebbe dalla stima del minor numero di domande presentate rispetto al previsto. Tale fatto era prevedibile, al punto che già nel parere al decreto legislativo, approvato a dicembre in Commissione alla Camera, si osservò come le stime di spesa contenute nella relazione tecnica fossero basate su prudenziali valutazioni. Nello stesso parere si indicò quindi come i prevedibili risparmi dovessero ‘essere principalmente destinati a garantire totalmente le clausole di salvaguardia (anche alle famiglie sopra i 25mila euro di Isee), a ridurre il coefficiente che valorizza la componente patrimoniale ISEE e a limitare la selettività oggi prevista’. Ci aspettiamo dunque – scrivevano Delrio e Lepri - che il Governo e la Ministra competente adottino coerenti provvedimenti, escludendo di mandare in economia risorse che devono invece essere destinate alle famiglie con figli". Da qui, a Consiglio dei ministri concluso, la replica della ministra Bonetti: “Agli onorevoli Delrio e Lepri, che a Consiglio dei Ministri in corso hanno diffuso una nota indignata per la dislocazione di queste risorse, suggerisco di informarsi e chiedere conto e ragione ai ministri del Pd della posizione del loro partito, anziché alla sottoscritta. Il tempo della tolleranza verso le ipocrisie è finito. Italia Viva ha voluto sostenuto e difeso l’assegno unico. Il Pd no”. 

Comunque sia maturato, la riduzione del finanziamento 2022 per l’assegno unico è un dato di fatto. “Senza togliere niente a nessuno", ha precisato il ministro dell'Economia Daniele Franco. "Lo stanziamento definito prima – ecco le sue parole - si è rivelato un po' ridondante e se non le avessimo utilizzate qui, le risorse sarebbero andate perse. Così senza togliere niente" a chi beneficia dell'assegno, "le abbiamo utilizzate per altre finalità sociali". 

Il "taglio" non è visto di buon occhio neppure dal Forum delle associazioni familiari, il network che più di tutti si è battuto per arrivare alla sua approvazione ed entrata in vigore. Il presidente, Gigi De Palo, già prima del Consiglio dei Ministri aveva criticato una eventuale "sforbiciata" dei fondi stanziati: "In un Paese a nascita zero e indietro di vent’anni rispetto agli altri Paesi europei per quanto riguarda le politiche familiari invece di aumentare le risorse e migliorare l’assegno unico, si pensa di tagliarle. Il fisco in Italia non è equo: le famiglie pagano le tasse in base al reddito e non in base alla composizione familiare e gli aiuti concessi in questi anni non hanno mai tenuto conto del numero dei figli. Tagliare l’assegno unico dopo nemmeno un anno di assestamento mostra una miopia politica. Le famiglie sono il petrolio e il gas del nostro Paese, così le schiacciamo e le tradiamo», aveva affermato.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)