Bambini in attesa di famiglia, Giulia e Lucio trovano casa

Vi ricordate i due fratellini “inseparabili” che cercavano una famiglia adottiva? Ebbene l’appello dell’associazione M'aMa è andato a segno e ora hanno due genitori tutti per loro. Redattore Sociale li ha intervistati per capire come sono andate le cose

Bambini in attesa di famiglia, Giulia e Lucio trovano casa

Hanno trovato una mamma e un papà pronti ad amarli e ad accoglierli, Giulia e Lucio, i due fratellini di 5 e 4 anni vissuti fino a questo momento in comunità di cui Redattore Sociale, nel mese di agosto, aveva raccontato la storia. A renderlo noto è l’associazione M'aMa (La Rete delle MammeMatte) che da settimane si stava spendendo in tutti i modi per trovare una famiglia particolarmente convinta e determinata per questi due bambini ritenuti “incollocabili” dagli stessi Servizi sociali, che se ne sono presi cura fino a questo momento. Giulia e Lucio (i nomi sono di fantasia) stanno sempre insieme e sono molto legati tra loro. Alle spalle hanno una storia di incuria e di abbandono: i loro genitori naturali, entrambi con un ritardo mentale e un passato difficile, non sanno decifrare i bisogni dei loro bambini e non riescono a prendersi cura di loro. In più Giulia ha una grave disabilità fisica e cognitiva, che rende più complicato trovare una nuova famiglia. E poi, concordano tutti, separarli sarebbe un errore: provocherebbe loro un dolore troppo forte. I piccoli devono restare insieme.

Genitori di cuore

Questo il quadro in cui si sono inseriti Elena e Samuele, una coppia residente a Firenze che, dopo aver intercettato la storia dei bambini grazie ai social, lo scorso settembre ha dato disponibilità all’adozione. Lei insegnante, lui escavatorista, sono sposati da 10 anni e non hanno altri figli. E soprattutto sono al colmo della gioia perché in queste ore stanno conoscendo i bambini e tra qualche giorno torneranno tutti insieme nella loro casa di Firenze, dove hanno già allestito la cameretta con i lettini. “Abbiamo cominciato il percorso di adozione a luglio 2019, rivolgendoci ai servizi sociali territoriali, dopo il fallimento di due Fivet. Era come se mi fosse caduto il mondo addosso”, racconta Elena. È stato Samuele a suggerire a Elena la via dell’adozione: “Basta farci del male – le ha detto –. Esistono i genitori di pancia, ma anche quelli di cuore. E noi abbiamo tanto amore da dare”. D’altra parte, l’adozione non è una cosa del tutto nuova per Elena, sua madre ha un passato di figlia adottiva alle spalle: “Per lei è stata un’esperienza bellissima – prosegue –. Me ne ha sempre parlato come di una cosa meravigliosa”.

Come nasce un’adozione

Dopo il corso pre-adottivo, che i due coniugi considerano di grande arricchimento personale, a inizio novembre 2019, esattamente un anno fa, presentano la domanda di adozione al tribunale e, qualche mese dopo, ai primi di marzo 2020, vengono convocati dall’assistente sociale e la psicologa per un colloquio conoscitivo. Il percorso di formazione avviene in pieno lockdown, ovviamente online, e ad agosto arriva finalmente il decreto di idoneità all’adozione. Elena e Samuele non si sentono pronti però a dare le disponibilità anche per quei bambini con patologie gravi irreversibili. Dopo l'incontro con la presidente dell’associazione M'aMa, Emilia Russo, cambiano idea: “Questi bambini non hanno chiesto di venire al mondo, ma sono comunque venuti al mondo – dice a Elena –. Sono bambini desiderosi di amore. Ogni loro progresso, anche se piccolo, verrà vissuto da noi come un grande progresso”. “Sono rimasta molto toccata da queste parole – confida la futura mamma –. E quando, qualche giorno dopo, abbiamo letto in rete l’appello per Giulia e Lucio, io e Samuele ne abbiamo parlato a lungo”. La presidente delle MammeMatte non nasconde loro le difficoltà: “La bambina ha una disabilità grave –- dice –. Nessuno sa se un giorno riuscirà a parlare o a camminare”. La coppia ci pensa su ancora più seriamente, trascorre un intero fine settimana a ragionarci. Chiede alla comunità evangelica, di cui fa parte, di pregare per loro.

Verso una nuova vita

Nel frattempo il desiderio di diventare genitori si fa strada dentro di loro con prepotenza. A metà settembre la decisione è definitiva: danno disponibilità al Tribunale per l’adozione. Non ci sono altri genitori in lizza, sono gli unici. Seguono incontri di conoscenza e raccomandazioni da parte del giudice: i bambini non vanno separati, attenzione a non concentrarsi troppo sull’uno o sull’altra, entrambi hanno bisogno di amore. A fine ottobre Elena e Samuele sono in viaggio verso Sud, per il cosiddetto “avvicinamento”. Nella casa di Firenze è tutto pronto per accogliere i piccoli. Non sanno se potranno portarli indietro con sé o se sarà necessario più tempo e un nuovo viaggio, ma l’emozione è troppa e il desiderio di conoscere i bambini è più forte di ogni altra cosa. “Quando siamo arrivati in comunità il bambino era sveglio e la bambina dormiva – racconta Elena –. È una bambina bella come il sole ed è molto reattiva. Piano piano il bimbo si è svegliato e si è avvicinato a noi. Abbiamo dato loro i regali che gli avevamo portato: un aereo e un trenino. Nei giorni successivi siamo usciti insieme: Lucio mi dava la mano, rideva e saltava. Si vedeva che era felice. Al parco ho sentito gridare la parola ‘mamma’: non ho capito subito che era lui, è stato un momento fantastico. Nei prossimi giorni dormiranno con noi in albergo”. E poi finalmente partiranno tutti insieme, in viaggio per una nuova vita.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)