Banche del tempo: “Puntiamo ancora a una legge quadro”

È la reciprocità la ricetta di un’esperienza nata a fine anni 90 e ancora oggi presente in tutta Italia, nonostante qualche difficoltà. Oltre cento quelle aderenti all’associazione nazionale e al Sud un nuovo fermento. "In ogni scambio c’è un pezzetto del nostro cuore”

Banche del tempo: “Puntiamo ancora a una legge quadro”

ROMA - C’è chi si mette a disposizione per insegnare a suonare il pianoforte, chi ritaglia del tempo per fare conversazione in lingua, chi mette in comune la propria abilità in cucina e chi è disposto ad accompagnare con la propria automobile chi non ne possiede una. Nelle Banche del tempo (Bdt) si può trovare davvero di tutto: l’unica che non cambia (e che non perde valore con l’andamento dei mercati) è la moneta di scambio, cioè il tempo che ognuno mette a disposizione degli altri per fare cose semplici o anche inimmaginabili, come organizzare un vero e proprio matrimonio a chi non ha le risorse economiche per pagarselo. Ormai sono passati oltre vent’anni dalla nascita delle prime Bdt (nel 1995 nascono le prime realtà in Emilia Romagna) e anche se non si sente parlare spesso di loro, in Italia ce ne sono tante, sparse su tutto il territorio nazionale. Qualcuna negli anni ha chiuso, ma altre ne stanno nascendo, soprattutto al Sud e ora che la riforma del Terzo settore le ha incluse nel testo del nuovo Codice, sono ancora più determinate a crescere e ad avere finalmente una legge che ne stabilisca appieno il funzionamento, una volta per tutte.“Quello che doniamo è un pezzettino di vita”, racconta a Redattore Sociale Leonina Grossi, presidente dell’Associazione nazionale delle Banche del tempo, in vista della Giornata nazionale del Dono che si terrà il prossimo 4 ottobre. “Doniamo sensibilità e disponibilità, perfino ad ascoltare”, aggiunge. La regola numero uno delle Banche del tempo, infatti, non è mai cambiata. Alla base di tutto c’è lo scambio, ma c’è soprattutto la disponibilità a mettersi in gioco personalmente per gli altri. “Le Bdt promuovono un nuovo concetto di solidarietà sociale attraverso lo scambio di saperi e abilità - si legge sul sito dell’associazione nazionale -, utilizzando il tempo, e non il denaro, come misura dello scambio e intervenendo nei bisogni quotidiani dei propri iscritti o soci”. Tutto si basa sul concetto di “reciprocità”, spiega Leonina Grossi. “Siamo associazioni di promozione sociale, non volontariato - chiarisce -. Noi il tempo lo scambiamo perché tutti hanno qualcosa di importante da dare e pensiamo che non ci sia nessuno che non è in grado di offrire qualcosa agli altri. È uno scambio in cui c’è un pezzetto del nostro cuore. Uno scambio di doni”. https://www.youtube.com/watch?v=tYcKso9BHnENonostante “un periodo di difficoltà”, come si legge sul loro sito web, le Bdt  “continuano ad essere presenti e a vivere nella maggior parte delle nostre città”. Ad oggi sono oltre un centinaio in tutta Italia, come si può vedere dalla mappa realizzata dall’associazione, ma non è semplice avere dati certi sul panorama nazionale. “È difficile quantificare il numero delle banche - spiega Grossi -. Nell’associazione nazionale ci sono più di 100 realtà, ma è un numero che oscilla dai 110 ai 178 perché molti rinnovano la tessera a fine anno e di preciso lo sappiano soltanto l’anno successivo”. In giro per lo Stivale, però, sembra esserci un nuovo fermento. In Emilia Romagna, la culla delle Bdt in Italia, “ne erano rimaste poche” rispetto agli inizi, racconta Grossi. “L’altro giorno, però, per trovare chi aderiva ad un progetto, ho telefonato a tutte le Bdt che c’erano fino al 2011 e mentre alcune hanno chiuso, ne sono nate di nuove. Complessivamente ce ne sono oltre 40 solo in questa regione”. Sono le regioni del Nord Italia ad avere il più alto numero di Bdt (con Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna in cima alla classifica), ma è al Sud, dove le Bdt non sono numerose come nel resto d’Italia, che si sta muovendo qualcosa di interessante. “Sta nascendo il coordinamento delle banche del tempo della Sicilia - racconta Grossi -. La banca del tempo di Catania che aveva chiuso ha riaperto in questi giorni. Una nuova Bdt ha appena aperto in Abruzzo e nel mese di ottobre andrò ad inaugurare una Bdt in provincia di Cosenza. C’è la voglia di fare e spero che le Bdt si diffondano sempre di più”.  Il funzionamento delle Bdt è lo stesso di sempre. Chi fa qualcosa per gli altri ne riceverà allo stesso modo. E come per le banche ci sono conti correnti e assegni per tenere traccia del tempo dato o ricevuto. “Si può donare di tutto - spiega Grossi -: insegnare a potare le rose nel giardino, ma anche accompagnare le persone a fare acquisti se non hanno l’automobile; andare a prendere i bambini a scuola o donare tempo in una casa per anziani”. E così come si può donare del tempo per preparare una festa di compleanno, lo si può fare anche per allestire un matrimonio. “Noi l’abbiamo fatto”, racconta Leonina Grossi. Oltre ad essere presidente dell’associazione nazionale, infatti, è da sempre impegnata con la Bdt di Rimini che conta oltre 500 iscritti. “Abbiamo fatto tutto: dalle partecipazioni al buffet, dall’allestimento all’abito da sposa, dalle fotografie alla musica - racconta entusiasta Grossi -. Le materie prime sono state il nostro regalo alla sposta, mentre le 120 ore accumulate tra tutti i partecipanti le abbiamo segnate. Come le ha restituite? La sposta è madrelingua in spagnolo e ha tenuto due laboratori di conversazione da 60 ore l’uno. Così ha restituito il tempo impiegato”.  Tutti possono “aprire un conto” in una banca del tempo. Secondo quanto si legge sul sito dell’associazione nazionale, tuttavia, l’ottanta per cento degli iscritti sono donne, ma qualcosa sta cambiando. Anche la partecipazione degli uomini è in aumento rispetto ai primi anni. Aumentano anche i giovani ma crescono di più i pensionati. A crescere negli anni, inoltre, sono anche i casalinghi e i disoccupati. “Abbiamo anche disabili psichici - racconta Grossi -, anche loro scambiano. Il nostro Ivan, ad esempio, è bravissimo con la sua mamma a fare le torte e quando facciamo le riunioni ce ne prepara sempre una. Noi invece lo accompagniamo al suo centro quando ce n’è bisogno”.  Le difficoltà per le Bdt, tuttavia, non mancano. “Il problema è la continuità - spiega Grossi -. Le Bdt non dispongono di ricchezze e non riusciamo a pagare affitti e utenze”. Una soluzione c’è, come dimostra l’esperienza di Rimini ma anche quella di Roma, dove grazie ad accordi con le amministrazioni locali, le Bdt possono usufruire di spazi, in cambio di ore di lavoro. “Con l’amministrazione del Comune di Rimini abbiamo una convenzione che dura dal 2000 - racconta Leonina Grossi - e c’è ancora: ben 19 anni di convenzione. Non abbiamo l’uso esclusivo dei locali, perché non ci occorre, ma non paghiamo nulla. Ed è così anche a Roma, dove dovranno rinnovare la convenzione”.  Eppure all'articolo 27 della legge n. 53 del 2000 (contenente Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città), si chiede agli enti locali di “favorire e sostenere le banche dei tempi”, anche attraverso l'utilizzo di locali e di servizi. Per le Bdt un riconoscimento normativo importante, seguito da quello contenuto nel Codice del Terzo settore. All’articolo 5, dove si elencano le attività che hanno un “interesse generale” tipico degli enti del terzo settore, ci sono anche le Bdt. Tuttavia, per Grossi, è tempo di fare un ulteriore passo e di riprendere in considerazione il percorso avviato in passato con i parlamentari Marchioni e Turco per arrivare ad una legge quadro. “Abbiamo bisogno di trovare un parlamentare che abbia voglia di aiutarci a presentare una legge quadro per riconoscere le Bdt - spiega Grossi -, per stabilire così come debbano essere strutturate”. Tema che sarà al centro della prossima assemblea nazionale che si terrà nella primavera del 2020 a Pesaro. “Faremo un po’ di ‘casino’ - assicura Grossi - per far vedere che ci siamo e siamo in tanti. Lì lanceremo anche un nostro progetto sull’ambiente. Non andremo a raccogliere la plastica, lo fanno già in tanti, ma realizzeremo un progetto importante”.(ga)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)