Beni confiscati, assegnazione diretta al terzo settore: “Risorse inadeguate”

Per Fondazione con il Sud  servono 200 milioni di euro per le attività di gestione e valorizzazione dei beni dopo l'assegnazione: da attingere dalle risorse destinate al Fondo unico di giustizia, alimentato dalle somme sequestrate o confiscate

Beni confiscati, assegnazione diretta al terzo settore: “Risorse inadeguate”

Lo scorso 31 luglio l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha pubblicato il primo bando (che scade il 31 ottobre) per assegnare i beni “direttamente” ai soggetti del Terzo settore, ovvero senza passare per gli enti locali.  "Una importante e significativa novità" sottolinea la Fondazione CON IL SUD ,"in particolare lo sforzo innovativo dell’Agenzia di rompere uno schema che, molto spesso, alla prova dei fatti, ha presentato inefficienze strutturali”

Il bando che invita direttamente gli enti non profit a proporre progetti di riuso con finalità sociale, mette a disposizione oltre 1.000 lotti e complessivamente 1 milione di euro. Ed è proprio sul tema delle risorse che il Consiglio di amministrazione della Fondazione esprime perplessità. “Il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie risulta strategico per un efficace contrasto al potere mafioso, sia per la loro portata simbolica ma anche economicamente come occasione di sviluppo della comunità che si riappropria di un bene. – si legge in una nota - Lo dimostrano le tante buone pratiche avviate sul territorio nazionale, molte delle quali selezionate e sostenute dalla Fondazione  con il Sud nelle regioni meridionali (oltre 100 beni valorizzati), che hanno costruito attorno al riuso dei beni confiscati un processo virtuoso di riscatto sociale, di partecipazione e senso di comunità, di attivazione dell’economia civile. In altri termini, azioni di significativo contrasto alle organizzazioni criminali sul terreno a loro caro del consenso”.

La Fondazione ritiene “importante e significativa l’azione dell’Agenzia, ma sottolinea il rischio che i beni, una volta assegnati, non possano essere utilizzati per mancanza di adeguate risorse finanziarie per le ristrutturazioni e per le spese di gestione delle attività”. E propone al Governo di destinare a questo bando 200 milioni di euro per le attività di gestione e valorizzazione dei beni, da attingere da quelli destinati al Fondo unico giustizia alimentato da liquidità e titoli sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata, secondo quanto previsto dall’art. 48, comma 1, lettera A, del Codice antimafia.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)