Bologna, bimba in carcere con la mamma. Garante: “Individuare una casa protetta”

Mamma e figlia di 4 anni sono entrate in Dozza lunedì e sono uscite oggi per la scarcerazione della donna. Antonio Ianniello: “Individuare in regione una casa famiglia per donne detenute con figli minori per evitare che si registrino altri casi come questo”

Bologna, bimba in carcere con la mamma. Garante: “Individuare una casa protetta”

C’è una bambina di 4 anni di origine straniera che, lunedì sera, è entrata con la mamma nella sezione femminile della Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna. È restata in Dozza con lei sino a questo pomeriggio, quando l’udienza di convalida ha deciso la scarcerazione della donna. In questi 3 giorni la bambina è stata chiusa nella camera detentiva della madre per la quarantena prevista dalle regole anti-Covid: potevano uscire solo per l’ora d’aria, isolate dal resto delle detenute.

Come sancito dalla legge n° 354 del 26 luglio 1975 sull’ordinamento penitenziario, è un diritto delle madri quello di tenere i figli con sé fino all’età di 3 anni. Se i bambini sono più grandi – ma queste sono le opzioni che andrebbero sempre considerate quando ci sono dei figli – è necessario siano accolti in un Icam, un Istituto a custodia attenuata per detenute madri, o presso una casa famiglia per donne detenute con figli minori. In Emilia-Romagna, al momento, non sono presenti strutture di questo tipo.

Allora cosa può essere successo? Perché una bambina di 4 anni ha passato 3 notti e 3 giorni in un istituto penitenziario? È probabile che, nell’immediatezza di una convalida di arresto possa essere stato particolarmente difficile trovare una sistemazione per la piccola? “Difficile dirlo – commenta Antonio Ianniello, Garante dei detenuti del Comune di Bologna –. La cosa più importante da sottolineare, però, è che l’amministrazione penitenziaria, appena registrata l’incongruità, abbia subito fatto segnalazione al pm, al gip e al Prap. La considerazione che questa vicenda mi porta a fare è che sarebbe ora che anche nella nostra regione venisse individuata una casa famiglia per donne detenute con figli minori, per evitare che si registrino altri casi come questo”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)