Carcere. Il sottosegretario Giorgis: “Nuove misure per ridurre sovraffollamento”

Così il sottosegretario alla Giustizia durante la presentazione online del nuovo rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia di Antigone. Tra gli interventi anche il nuovo capo del Dap, Bernardo Petralia. Il Garante, Mauro Palma: “Tenere la situazione sotto controllo. Ora un nuovo linguaggio sul carcere”

Carcere. Il sottosegretario Giorgis: “Nuove misure per ridurre sovraffollamento”

“Se vogliamo proseguire in questo processo necessario di riduzione del sovraffollamento bisognerà mettere in conto anche l’adozione di nuove misure e di nuove soluzioni legislative”. Così Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, intervenuto oggi durante la presentazione online del nuovo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia. Il dossier, presentato a ridosso dell’emergenza coronavirus, sottolinea una diminuzione importante del numero di detenuti, anche se la popolazione carceraria è ancora al di sopra dei posti regolamentari dei penitenziari. Tuttavia, secondo il sottosegretario Giorgis, la diminuzione dei numeri del carcere in questi ultimi due mesi fa ben sperare.
“Ciò che è accaduto - ha affermato Giorgis - conferma che alcune scelte, misure o esperimenti che si muovono inequivocabilmente nella direzione di una più effettiva e concreta attuazione dei precetti costituzionali, danno buoni risultati e debbano essere estese a regola di carattere generale”. 

Per il sottosegretario, però, la spinta data dall’emergenza non deve esaurirsi col passare della pandemia.  "L’emergenza sanitaria spero possa venire progressivamente meno - ha detto Giorgis -. Quello che non deve venire meno è invece la tensione che la maggioranza e il governo hanno dimostrato per cercare di affrontare il problema del sovraffollamento negli istituti penitenziari. Numeri che fanno ben sperare sul prosieguo di questo percorso”.
Per Giorgis, bisogna prendere come esempio quanto fatto con i minorenni. “Quel modello che scommette sul carcere come extrema ratio bisogna estenderlo al carcere per adulti”. Infine, per il sottosegretario occorre tenere in considerazione anche il tema dell’edilizia carceraria. “Non è indifferente il modo in cui sono strutturati gli spazi degli istituti penitenziari in relazione a una capacità trattamentale e rieducativa che sia davvero effettiva - ha spiegato -. La scommessa e l’investimento sulle misure alternative e il considerare il carcere extrema ratio non devono ridurre l’impegno ma incrementarlo per fa sì che all’interno degli istituti penitenziari ci siano quelle condizioni anche strutturali e materiali che rendano più efficace qualsiasi misura trattamentale”.

Alla presentazione del rapporto anche il nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, che ha sottolineato l’importanza di una “sinergia lavorativa” non solo con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, ma anche con il mondo delle associazioni, come la stessa Antigone. “La guida che intendo dare e gli spazi culturali che intendo imprimere al Dipartimento dipendono da questa sinergia - ha spiegato Petralia -. Non sarà un lavoro individuale ed è la ragione per cui una delle prime voci sentite, dopo i primi direttori e i miei collaboratori, è stata quella di Antigone perché è una associazione che ho sempre ammirato”. Sulla risposta all’emergenza sanitaria data dal pianeta carcere è intervenuto il direttore generale per l'Esecuzione penale esterna, Lucia Castellano. “Ci siamo resi conto che a normativa invariata c’è stato un raddoppio degli sforzi da parte di tutti, dalla magistratura di sorveglianza al Dap, e grazie alla pandemia si è attivata quella collaborazione che forse avremmo dovuto rafforzare anche senza emergenza - ha spiegato Castellano -. C’è un numero consistente di persone che potrebbero essere in misura alternativa e sono in carcere e su queste noi ci siamo concentrati perché avevamo l’urgenza di accelerare la fuoriuscita delle persone”. Per Castellano, l’emergenza è stata una sorta di “lezione per il futuro”: “Sono bastate le norme vigenti - ha spiegato Castellano - per arrivare a questa scarcerazione così importante”. Castellano ha inoltre ricordato l’impegno a favore di quanti non hanno un luogo dove poter essere accolti all’esterno del carcere. “Abbiamo cercando di lavorare su una fascia di persone che non hanno strumenti o strutture di accoglienza fuori e abbiamo stanziato dei fondi, 450 mila euro per tutta l’Italia a cui poi si è affiancato uno stanziamento di 5 milioni di euro di Cassa delle ammende, e abbiamo lavorato insieme. Gli Uepe hanno emanato dei bandi di co-progettazione e gli enti di terzo settore hanno risposto”. Singolare la risposta di Torino, ha spiegato Castellano, che grazie al bando ha attivato 100 posti in tutta la città. “Abbiamo messo a sistema una prassi che non deve morire con la pandemia”, ha aggiunto Castellano. “L’auspicio è di continuare a lavorare così perché non abbiamo fatto altro che quello che la legge ci chiede di fare e l’abbiamo fatto senza normative emergenziali ad hoc”. + Per Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, è tempo di “tenere la situazione sotto controllo”, ma per farlo occorre “ricostruire delle culture condivise che facilitino questo tenere sotto controllo la situazione”. Per Palma oggi occorre costruire un “nuovo linguaggio attorno al carcere - ha spiegato nel suo intervento -. Abbiamo sentito troppe parole negative sul carcere in questo periodo. Se non ricostruiamo questo linguaggio qualunque provvedimento non funzionerà”. Inoltre, ha sottolineato il Garante, “quanti operano e lavorano all’interno di questo sistema sono un patrimonio. Bisogna farli risentire parte di un progetto, cosa che negli anni s’è perso”. (ga)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)