Carceri, il garante toscano Fanfani: “Penitenziari in grave degrado”

Tra le altre criticità emerse nell'incontro col provveditore e i garanti provinciali, la salute mentale e le attuali prospettive per la presa in carico in carcere e verso l’esterno

Carceri, il garante toscano Fanfani: “Penitenziari in grave degrado”

Dopo aver fatto emergere le criticità del pianeta carcere in commissione affari costituzionali del Consiglio regionale, guidata da Giacomo Bugliani (Pd), il Garante toscano Giuseppe Fanfani incontra il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per la Toscana e l’Umbria Pierpaolo d’Andria, la responsabile dell’area detenuti e trattamento del provveditorato Angela Venezia e i garanti comunali di Firenze (Eros Cruccolini),  Livorno (Marco Solimano),  Porto Azzurro (Tommaso Vezzosi), San Gimignano (Sofia Ciuffoletti). 

Sul tavolo la situazione carceraria toscana che deve essere affrontata e discussa nel suo insieme: “Caratteristiche e problematiche, in particolare le condizioni degli edifici penitenziari spesso in grave degrado e bisognose di interventi urgenti, sono note e grazie al provveditore siamo a conoscenza del Piano dei lavori in corso e programmati” ha detto Fanfani al termine del colloquio svoltosi ieri, mercoledì 20 ottobre.

Il dibattito ha toccato anche altri nodi: carenza di personale e le attuali procedure attive per le nuove assunzioni; sanità penitenziaria, in particolare la salute mentale e le attuali prospettive per la presa in carico in carcere e verso l’esterno; la condizione attuale e la progettualità per le due isole carcere di Gorgona e di Pianosa. 

“I temi sono molti e la collaborazione e il reciproco apprezzamento emerso sarà valore aggiunto per affrontare le emergenze del sistema” ha confermato il Garante che ha anche aggiunto: “E’ desiderio comune essere presenti per monitorare le situazioni note ed eventualmente prevenire nuove criticità. Anche per questo abbiamo deciso di incontrarci ogni due mesi anche per capire lo stato di avanzamento delle opere programmate”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)