Caregiver familiari, Fish Lazio: “Meno schede, più sostegno e coinvolgimento”

La Fish Lazio apprezza la disponibilità espressa sia dal Comune di Roma che dalla Regione Lazio con la sospensione della somministrazione della scheda di autovalutazione dei caregiver. E auspica “l'avvio di un confronto immediato con le amministrazioni, finalizzato a una profonda revisione degli strumenti di rilevazione dei bisogni e delle modalità operative di collaborazione con le organizzazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari”

Caregiver familiari, Fish Lazio: “Meno schede, più sostegno e coinvolgimento”

La Fish Lazio, confermando la preoccupazione espressa in questi giorni dalle organizzazioni rappresentative dei caregiver familiari riguardo "il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa" e la necessità di "promuovere una percezione positiva ed una maggiore consapevolezza sociale nei confronti delle persone con disabilità", apprezza la disponibilità espressa sia dal Comune di Roma che dalla Regione Lazio con la sospensione della somministrazione della scheda di autovalutazione dei caregiver (Caregiver Burden Inventory).

In una nota, la Federazione auspica “l'avvio di un confronto immediato con le amministrazioni, finalizzato a una profonda revisione degli strumenti di rilevazione dei bisogni (compreso il ritiro della scheda, leggi il lancio "Roma, la scheda caregiver "offende la dignità". Tra le domande: "Ti vergogni di lui/lei?", ndr) e delle modalità operative di collaborazione con le organizzazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari”.
“Il loro ruolo – afferma la Fish - non dovrebbe limitarsi alla concertazione o co-programmazione, bensì essere parte attiva in materia di valutazione, autovalutazione e redazione del progetto personalizzato, parte attiva nella co-progettazione di nuove metodologie e strumenti operativi, come previsto dall'art. 7, comma 4 della recente legge regionale 17 giugno 2022, n. 10”.
E aggiunge: "Non è più rinviabile il coinvolgimento delle organizzazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari nella realizzazione degli interventi, in quanto le competenze non sono solo professionali. Il ruolo di affiancamento nella valutazione e redazione del progetto personalizzato si ritiene debba essere svolto da soggetti che non abbiano implicazioni rispetto le responsabilità di finanziamento e di erogazione di servizi ma bensì da chi, attraverso una relazione di conoscenza e di fiducia, possa esprimere e progettare sostegni ai reali bisogni della persona con disabilità e del familiare/caregiver che se ne prende cura”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)