Centro sociale Sappusi di Marsala, un aiuto per i più fragili

Al Centro l'Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) lavora in sinergia con le associazioni per i giovani del penale, i bambini e famiglie del quartiere popolare e i minori stranieri non accompagnati

Centro sociale Sappusi di Marsala, un aiuto per i più fragili

Attraverso lo sport, la musica, i laboratori  ludici, di cura dell'orto sociale, di stamperia e falegnameria, il Centro Sociale Sappusi, dell'omonimo quartiere popolare di Marsala (Trapani), cerca di rispondere ai bisogni delle persone con diverse fragilità sociali. Ad impegnarsi attivamente sul campo, sono in particolare, l'Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) in sinergia con Libera associazioni e numeri contro le mafie, Archè, Amici del Terzo Mondo e Tamè. 

Tra gli spazi esterni recuperati c'è l'area giochi "Il giardino di Emanuela" dedicata all'agente di scorta Emanuela Loi che, nel tempo, è stata arricchita di alcuni murales. A fruire delle diverse attività del centro sono dieci giovani dell'area penale esterna, i ragazzi delle comunità alloggio, i bambini e le famiglie di Sappusi e alcuni immigrati.

Dentro il centro, nel 2017, è nata la Libera Palestra Popolare per i ragazzi del quartiere che è stata originariamente  allestita con attrezzi ottenuti grazie a numerose donazioni. Successivamente, si è costituita nel 2018, La Libera Orchestra Popolare, con circa 40 componenti, sempre grazie alle donazioni di parecchi strumenti musicali. Inoltre, in questo momento il centro, oltre all'orto sociale sta portando avanti i laboratori di stamperia sociale e di falegnameria l'Officina di Pinocchio ricavata nel locale di una ex caldaia. In fase di allestimento c'è anche una piccola biblioteca. I volontari delle associazioni, durante la pandemia, si sono occupati di fare arrivare la spesa alle famiglie più bisognose e alcuni beni primari alla comunità di braccianti africani che vive, in condizioni di totale abbandono, in un casolare di contrada Digerbato. Tra le iniziative, sempre i volontari  si sono adoperati anche per la bonifica di tutto il borgo dei pescatori del villaggio Sappusi con la rimozione di parecchi rifiuti.

"Mi trovo in questo centro dal 2013 - dice l'educatrice Gilma la Rosa, coordinatrice del Centro Sociale Sappusi - che è oggi una sezione distaccata dell'Ussm di Palermo. Dall'anno scorso, infatti, questo centro è gestito dal Centro di Giustizia Minorile con un comodato d'uso di 5 anni. La cosa veramente bella, è che, oggi non abbiamo in tutte le nostre attività, nonostante le diverse competenze professionali, un confine netto di ruoli tra Ussm e associazioni, perché si lavora sinergicamente tutti insieme senza chiusure e preclusioni di alcun tipo. Tra i giovani, oltre ai minori del circuito penale e i bambini di Sappusi abbiamo anche gli immigrati delle comunità di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Alcuni di loro suonano nella Libera Orchestra Popolare e partecipano ad altri laboratori. Tutto viene svolto sempre all'insegna della piena integrazione sociale ed interculturale".    

"Il centro, circa 15 anni fa, era una struttura utilizzata dalla parrocchia di Sappusi  - racconta Salvatore Inguì direttore dell'Ussm e storico attivista di Libera - insieme all'associazione Nazionale San Paolo Italia (Anspi). Dopo alterne vicende, le attività del centro sono state sospese. Successivamente, il luogo ha ripreso la sua vitalità, 10 anni fa, all'inizio solo con una stanza dove si lavorava come ufficio dei servizi sociali per i minorenni. Per tutti questi anni, formalmente è stata la parrocchia ad essere responsabile della gestione del centro. A poco a poco, però, è entrata sempre più l'Ussm e poi Libera e le associazioni Amici del Terzo mondo, Archè e Tamè. Oggi, siamo orgogliosi di avere una realtà sociale dinamica e aperta a tutte le persone del quartiere che, purtroppo, hanno spesso alle spalle situazioni di vita difficili e multiproblematiche. Periodicamente, in relazione a varie iniziative, ospitiamo pure altre associazioni come l'Agesci e altre ancora. Sappusi è un ampio quartiere dove il centro cerca di rispondere con i servizi ricreativi e aggregativi soprattutto per i più piccoli. Solo da poco, nel quartiere, sono stati realizzati dei campetti sportivi. Il centro sociale Sappusi è una esperienza in cui l'istituzione pubblica interagisce in maniera costruttiva con le associazioni per il benessere della gente del quartiere. E' sicuramente l'esempio proficuo di un modello di lavoro sociale integrato che mette al centro l'incontro tra persone per la crescita del bene comune. Quando accogliamo i bambini ed i ragazzi la prima cosa che facciamo è quella di non giudicarli. Spesso, infatti, abbiamo giovani che, avendo genitori con situazioni penali, inevitabilmente assorbono certi modelli culturali paramafiosi. La sfida impegnativa, allora però è quella di non etichettarli ma di favorire un approccio educativo attraverso il gioco che li allontani gradualmente dalla strada e da tutti gli altri pericoli".

La sinergia tra le associazioni e l'Ussm è un aspetto centrale del centro sociale come raccontano le associazioni. "Noi a Marsala siamo presenti sul territorio da 38 anni. In particolare, noi siamo impegnati soprattutto sul tema dell'immigrazione - dice pure Enzo Zerilli dell'associazione Terzo Mondo -. Il cuore di tutto il nostro operato è sempre però il frutto sano della relazione che esiste tra noi associazioni anche con quel pizzico di follia positiva che ci permette di metterci in gioco per dare le risposte migliori a chi ha bisogno. L'obiettivo principale di tutte le nostre attività è quello di dare una speranza di vita diversa ai giovani fatta di proposte alternative che allontanano i ragazzi dai rischi criminali".

Tra gli interventi esterni il centro è stato anche una base operativa per l'aiuto ad alcuni immigrati in situazioni di grave emarginazione sociale.

"Seguendo l'esempio del lavoro che era stato fatto ad Erbe Bianche per i braccianti stranieri di Castelvetrano - aggiunge Adriano  Del Puglia di Libera -, venendo a conoscenza di un gruppo di africani che viveva in stato di abbandono, senza acqua e luce nelle campagne marsalesi, abbiamo deciso di aiutarli. In questo caso proprio il centro sociale ha fatto da principale base operativa per raccogliere i beni di prima necessità da portare a questi giovani braccianti agricoli. Periodicamente, da un poco di tempo, riempiamo pure una cisterna che poi gli portiamo per la fruizione dell'acqua".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)