Colli Euganei. Un imprenditore nel consiglio del Parco

Colli Euganei. Con questa nuova presenza in amministrazione si cambia strada e si valorizza il ruolo determinante dell'agricoltura all'interno del parco, che è anche garanzia di sostenibilità ambientale

Colli Euganei. Un imprenditore nel consiglio del Parco

A conclusione dell'iter legislativo della norma sulle cinque aree protette venete, dopo un confronto costante tra Coldiretti e istituzioni, il risultato finale coglie la grande sfida di coniugare natura, produzione agricola e tutela del territorio.

In merito al Padovano, con la presenza designata di un imprenditore agricolo nel consiglio d'amministrazione dell'ente parco dei Colli Euganei viene accolta non solo la proposta di Coldiretti, ma la reale possibilità di un'inversione di rotta, dove regolamenti vissuti finora come vincoli e divieti possono diventare invece opportunità ed esperienze di equilibrio, oltre che uno spazio di discussione a 360 gradi tra amministratori, tecnici e agricoltori. È stata una scelta di civiltà – sottolinea Coldiretti – e in questo quadro il Veneto è il banco di prova.

«È una buona notizia per il nostro parco dei colli Euganei – spiega Massimo Bressan, presidente Coldiretti Padova – che finalmente potrà contare anche sulla presenza di un rappresentante degli agricoltori e nello specifico di un imprenditore che ben conosce il territorio con le sue problematiche e potenzialità. Va ricordato che l'agricoltura è l'attività più diffusa e praticata nel parco Colli e identifica il territorio e l'ambiente. Senza agricoltura non ci sarebbe nemmeno il parco così come lo conosciamo. Senza l'agricoltura il parco muore. Gli agricoltori vivono in quell'area e vi lavorano quotidianamente, ne conoscono ogni palmo, sanno quali sono le necessità e gli interventi da attuare, quali le emergenze e quali i punti di forza su cui spingere. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per costruire il futuro del parco in cui l'agricoltura continuerà a essere elemento determinante. Ci sono problemi da risolvere, su tutti la proliferazione dei cinghiali che minaccia sia l'attività agricola che l'intero e delicato ecosistema del territorio. Riscontriamo già dei risultati, ma dobbiamo premere sull'acceleratore».

Nello specifico della nuova legge sui parchi, con gli emendamenti presentati in aula, la comunità del parco, paragonabile a un'assemblea per le sue funzioni, indicherà in consiglio direttivo due soggetti, di cui uno sarà un agricoltore proposto dalle associazioni più rappresentative nel settore primario che svolga la sua attività principale proprio nel perimetro del parco. Solo nel caso in cui nel sistema vi sia un'organizzazione di proprietari di terreni che rappresenti almeno il 60 per cento dei fondi agrosilvopastorali privati inclusi nella zona protetta, il rappresentante di settore sarà indicato di concerto tra le varie rappresentanze. Nell'uno come nell'altro caso, la decisione vede la centralità dell’agricoltura nella scelta di chi sarà consigliere nel direttivo del parco, composto complessivamente da cinque membri.

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