Con la pandemia “percorsi sospesi” per minori non accompagnati e giovani migranti

Studio Unicef raccoglie oltre 90 testimonianze di ragazze e ragazzi tra 15-24 anni, operatori dell’accoglienza, servizi psicosociali e salute mentale in Lombardia, Lazio, Calabria e Sicilia. "Incertezza dovuta alla sospensione dei percorsi e progetti individuali" ma anche “attivazione di strategie di adattamento”. Il sistema dei servizi ha dovuto "riadattarsi alle nuove sfide"

Con la pandemia “percorsi sospesi” per minori non accompagnati e giovani migranti

In che modo la pandemia ha influenzato il benessere dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani migranti dai 15 ai 24 anni che vivono nel sistema di accoglienza in Italia, e l’erogazione dei servizi di salute mentale e supporto psicosociale? Su questo tema ha indagato Unicef che oggi ha diffuso oggi i risultati del rapporto “Percorsi sospesi”, studio effettuato tra febbraio e luglio 2021, che ha raccolto le voci e le esperienze di oltre 90 tra ragazzi e ragazze, operatori delle strutture di accoglienza e professionisti del supporto psicosociale e della salute mentale attivi in Lombardia, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre che più di 270 opinioni raccolte attraverso questionari.  

Ne emergono da un lato  “l’incertezza dovuta alla sospensione dei percorsi e progetti individuali" e dall’altro “l’attivazione di strategie di adattamento e resilienza”. L’interruzione e il rallentamento di opportunità di studio e formazione e quindi del processo di inclusione hanno prodotto infatti una “battuta d’arresto che è diventata, per molti giovani, fonte di preoccupazioni per l’immediato futuro. – si legge - Eppure, ragazze e i ragazzi intervistati hanno mostrato grande capacità di adattamento che ha permesso di gestire questo periodo con forza e, insieme ad altri fattori, ha mitigato gli effetti negativi dell’isolamento e dell’arresto dei progetti di vita”.  

Il sistema dei servizi, inoltre, ha dovuto "riadattarsi alle nuove sfide": si è assistito a una riprogrammazione del sostegno psicologico erogato online, un’opportunità per mantenere la relazione d’aiuto, anche se con molti limiti che ne influenzano la qualità e la possibilità di presa in carico di nuovi casi. L’emergenza covid-19 ha infine "acutizzato e reso visibili alcune carenze preesistenti, sia del sistema di accoglienza che di quello dei servizi, tra le quali l’assenza, nei territori analizzati, di un meccanismo strutturato di identificazione del disagio psicologico e di invio ai servizi specializzati". 
L’Unicef raccomanda alle istituzioni e agli operatori: la necessità di rafforzare gli interventi psicosociali di base, con funzione preventiva, oltre che di supporto; l’esigenza di formazione e supervisione del personale per garantire l’identificazione e la gestione dei casi a rischio, e l’importanza di offrire un supporto con modalità attente alle specificità culturali e di genere.
L’esperienza della pandemia ha inoltre sottolineato il bisogno di varare degli standard minimi e delle linee guida condivise all’interno di un sistema di risposta integrato – di riferimento per tutti gli operatori e servizi coinvolti – anche da remoto, in caso d’emergenza, strutturando spazi e procedure operative di rapida attivazione.    

“La pandemia da Covid-19 ha segnato profondamente la vita di tutti noi. La ricerca mostra la grande capacità di resilienza e le risorse di cui ragazze e ragazzi sono capaci, e ci orienta verso un sistema possibile, integrato e condiviso, di prevenzione e risposta” sottolinea  Anna Riatti, Coordinatrice Nazionale degli interventi Unicef Italia, parte dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale. 

I risultati dello studio sono presentati stamattina nel webinar che si potrà seguire oggi in diretta streaming ( pagina  https://www.unicef.it/media/percorsi-sospesi-l-impatto-del-covid-su-msna-e-giovani-migranti-in-italia/ e 

)  a partire dalle ore 11. Interverranno Valentina Alice Mutti, ricercatrice UNICEF che ha curato la ricerca, Gandolfa Cascio, psicologa ASP Palermo, coordinatrice del Gruppo di lavoro di Etnopsicologia e Psicologia della migrazione dell'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia, Francesco Vacchiano, ricercatore, Università Ca' Foscari, Venezia, e Monica Lanzillotto, responsabile dell’Ufficio MSNA del Servizio Centrale SAI. Modera l’incontro Veronica Fernandes, giornalista Rainews24. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)