Coronavirus, "il volontariato è un vaccino, non venga meno la solidarietà"

"Il covid19 attacca le relazioni. il volontariato è vaccino e perciò non deve fermarsi", afferma il presidente del Csv di Milano, Ivan Nissoli. Che aggiunge: "Siamo impegnati a trovare soluzioni digitali per tenere aperti i servizi"

Coronavirus, "il volontariato è un vaccino, non venga meno la solidarietà"

MILANO - L'emergenza coronavirus non deve fermare il volontariato e non può farci dimenticare gli anziani, i senza dimora, gli immigrati, gli ammalati psichiatrici e tutte le persone che già normalmente sono a rischio di esclusione sociale. In una nota stampa, il Csv città metropolitana di Milano invita il mondo del volontariato a non fermarsi, pur nel rispetto delle ordinanze regionali o nazionali emanate per fermare il contagio. “In questi giorni, segnati anche in Italia dall’epidemia influenzale da Coronavirus (Covid19), stiamo correndo diversi rischi, sociali oltre che sanitari ed economici – afferma Ivan Nissoli, presidente del Centro di Servizio per il Volontariato Città Metropolitana di Milano - Tra questi ci preme evidenziare quello di un accrescersi della frattura tra le istituzioni e i cittadini, fenomeno che ci preoccupa perché causa possibile del deteriorarsi delle relazioni sociali. Senza entrare nel merito delle responsabilità, crediamo che un ruolo molto importante di collante debba essere mantenuto dai cosiddetti corpi intermedi e, tra questi, quello agito dal volontariato organizzato”.

Confermiamo – continua Nissoli - quanto, anche ora, sia importante l’espressione di un senso di responsabilità da parte dei cittadini attivi per l’interesse generale della comunità nel continuare a costruire fiducia, relazioni e legami tra le persone (e tra queste e le istituzioni). Riteniamo necessario continuare, pur con le dovute precauzioni sanitarie ad esserci vicini, a non isolarci in casa, a prestare attenzione ai più deboli che possono essere doppiamente esposti ai rischi sanitari, perché spesso meno informati e più isolati: pensiamo agli anziani, ai senza fissa dimora, agli immigrati, ai malati psichiatrici e a tutte le altre categorie fragili. Questo è un impegno supplementare nel trovare il più possibile forme organizzative e gestionali, magari nuove, che non comportino il venir meno della solidarietà reciproca, anche informale, perché è proprio nei momenti di difficoltà che serve maggiore coesione, impegno e fantasia”.

Il Centro di Servizio per il Volontariato - Città Metropolitana di Milano, nella storica sede di piazza Castello 3, manterrà gli uffici aperti per i cittadini che desiderassero o necessitassero un incontro diretto, rinviando e non annullando alcune attività formative già in calendario. Inoltre CSV Milano è impegnato nella sperimentazione di nuove forme per tenere aperti i servizi attraverso soluzioni digitali capaci di coniugarsi con le richieste di precauzione provenienti dalla cittadinanza, come consulenze tecniche e colloqui di orientamento al volontariato via Skype, formazioni on line e iniziative ideate per gruppi ristretti.

Insieme al Terzo settore milanese – conclude Ivan Nissoli - non dobbiamo fermarci, come per altri motivi sollecita anche la campagna #milanononsiferma, ma dobbiamo starci vicini, anche con una telefonata in più (su questo ricordiamo la campagna di Civil Week), e cercare di valorizzare in termini di innovazione e apprendimento quello che questa condizione di disagio ci impone di ripensare”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)