Deistituzionalizzare la disabilità: raccomandazione del Consiglio d’Europa

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione e una risoluzione per la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità. Entrambe definiscono delle forti linee guida per implementare i diritti umani nel campo della salute mentale

Deistituzionalizzare la disabilità: raccomandazione del Consiglio d’Europa

Deistituzionalizzare la disabilità: è questo l'obiettivo della raccomandazione e la risoluzione adottate dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Entrambe definiscono delle forti linee guida per implementare i diritti umani nel campo della salute mentale. In seguito all’approvazione da parte della Commissione Affari Sociali e Salute, entrambi i documenti sono stati poi approvati a larghissima maggioranza dell’assemblea plenaria, nel corso della sessione di aprile, con una votazione trasversale e bipartisan, fornendo una vigorosa spinta in favore dei diritti umani in Europa.

Nel corso del suo intervento, Reina de Bruijn-Wezeman, ha posto l’accento sull’importanza della deistituzionalizzazione: “Faccio affidamento sul Parlamento affinché intraprenda le azioni necessarie per eliminare progressivamente qualsiasi legge che consenta l’istituzionalizzazione di persone con disabilità e il trattamento involontario in ambito salute mentale, e allo stesso tempo contrastare qualsiasi testo o bozza di legge o regolamento che sia in favore dell’istituzionalizzazione e che vada contro lo spirito e la lettera della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.

Secondo il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, “la deistituzionalizzazione rappresenta una pietra miliare sul percorso che deve porre fine a qualsiasi coercizione in ambito psichiatrico come richiesto dalla convenzione Onu ratificata nel 2006, particolarmente rilevante perché le persone con disabilità sono gli individui più vulnerabili, sempre a rischio di violazione sistemiche o di diritti umani, compreso violenza fisica, mentale e sessuale. Sebbene i manicomi siano stati chiusi da tempo in Italia, la prassi nei nostri istituti psichiatrici rimane sostanzialmente improntata a una logica manicomiale, con abbondante ricorso a strumenti lesivi dei diritti e della dignità umana, come i trattamenti coatti, la contenzione fisica e chimica, le sbarre alle finestre, il divieto di comunicare con l’esterno; e un diffuso utilizzo prolungato di medicinali. La decisa presa di posizione del Consiglio d’Europa obbliga implicitamente il Parlamento italiano a una riforma in senso garantista, per fare in modo che il sogno basagliano diventi finalmente realtà”.

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sostiene la campagna di riforma della 180 promossa dal Comitato Legittima Difesa.  

Qui la proposta

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)