Disabilità, la passione di Mikkel per l’antico Egitto e le immersioni subacquee

Tra i partecipanti alla sperimentazione che a Reggio Emilia ha portato a istituire il Registro dei desideri c’è Mikkel, un 23enne con la sindrome di Down: “Il mio sogno è andare a vivere a Londra”

Disabilità, la passione di Mikkel per l’antico Egitto e le immersioni subacquee

 “Il mio più grande sogno è andare a vivere a Londra: adoro quella città, sono ossessionato dalla monarchia inglese e sono un fan della serie The Crown. Lì vorrei fondare un progetto per aiutare i ragazzi con sindrome di Down e altre disabilità, che vorrei chiamare Top down”. Ha le idee chiare Mikkel (nella foto in alto), 23 anni, ragazzo con sindrome di Down partecipante alla fase di sperimentazione che a Reggio Emilia ha portato a istituire il Registro dei progetti esistenziali di vita. “Mi hanno chiesto quali sono i miei desideri e le mie passioni, mi è piaciuto raccontarli - continua Mikkel. Amo tanto la storia, fin da quando ero piccolo: in particolare mi piace l’antico Egitto, e un giorno vorrei andare a vedere le piramidi, le tombe e il tesoro di Tutankhamon. E poi vorrei andare sul Mar Rosso, visto che ho il brevetto da sub da 18 metri: la cosa più bella che c’è è andare sott’acqua a vedere i pesci”. Mikkel è un grande viaggiatore: è già stato in Islanda, Israele, Cracovia, Bretagna e Normandia, anche senza la sua famiglia, accompagnato dai suoi amici o dal gruppo della parrocchia. A Reggio Emilia è volontario alla biblioteca comunale e, prima del covid, faceva un tirocinio in un supermercato che ora ha dovuto interrompere per via dell’emergenza sanitaria. In più frequenta alcuni corsi di Scienze della formazione, grazie al progetto Università 21.

Il Registro dei progetti esistenziali di vita è un’iniziativa stupenda, perché si interroga proprio sui desideri delle persone con disabilità e le considera a tutto tondo nella loro complessità, non solo come fruitori di servizi – commenta la madre di Mikkel, Alessandra Zacchetti –. Il processo di scrittura è durato alcuni mesi: due educatrici hanno avuto con Mikkel diversi incontri, hanno parlato con le persone vicine a lui, sono anche venute a casa nostra. Alla fine ci hanno consegnato il suo progetto: io non l’ho letto perché è di Mikkel, non mio, ma il fatto che si tratti di un documento ufficiale depositato in un luogo pubblico, ma rispettoso della privacy della persona, è assolutamente rassicurante per una famiglia. La scelta di portare avanti l’istituzione del Registro anche in pandemia è stato un segnale fortissimo: in questo tempo dormiente abbiamo l’occasione di progettare, perché poi, al risveglio, ci possiamo far trovare pronti a quello che verrà”.

(L’articolo è tratto dal numero di aprile di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)