Disturbi neuropsichiatrici, da marzo 2020 cresce dell'84% l'accesso dei minori in pronto soccorso

I dati dell'indagine della Società italiana di pediatria in 9 regioni:  in controtendenza rispetto agli accessi totali degli under 18 che quasi si dimezzano soprattutto per la  paura dei contagi. Aumentano del 147% gli accessi per "ideazione suicidaria", seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%) 

Disturbi neuropsichiatrici, da marzo 2020 cresce dell'84% l'accesso dei minori in pronto soccorso

Nell'ultimo anno si è registrato un boom di accessi di minori nei pronto soccorso per motivi neuropsichiatrici. A rilevarlo è un'indagine della Società italiana di pediatria (Sip) condotta in 9 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Umbria) i cui risultati sono stati pubblicati su 'Pediatria' la rivista ufficiale della Società scientifica. Il monitoraggio mette in luce che durante la pandemia (marzo 2020-marzo 2021) mentre gli accessi totali degli under 18 ai pronto soccorso si sono quasi dimezzati (-48,2%), prevalentemente a causa della paura dei contagi, quelli per patologie di interesse neuropsichiatrico sono andati in controtendenza registrando un incremento dell'84% rispetto al periodo pre-covid (marzo 2019/marzo 2020). In particolare, sono aumentati del 147% gli accessi per 'ideazione suicidaria' seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%)
'Psicosi' e 'disturbi del comportamento alimentare' hanno costituito nel campione osservato le prime due cause di accesso in pronto soccorso per patologia neuropsichiatrica (pari al 16,7% e al 15,9% di tutti gli accessi). Le regioni in cui si è documentato un maggiore incremento di accessi per patologie NPI sono state Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107.1%) e Lombardia (+100%). Anche i ricoveri, con posti letto occupati al massimo della loro capienza per settimane, hanno registrato un incremento che ha sfiorato il 40%. Anche in questo caso la principale causa è stata l'ideazione suicidaria (+134%) seguita da depressione (+41,4%) e disturbi della condotta alimentare (+31,4%). "Questi dati ci raccontano che esiste un'altra pandemia, inaspettata, subdola che negli ultimi mesi sta colpendo i nostri ragazzi- spiega Elena Bozzola, segretario Sip- Di questa pandemia non abbiamo un bollettino giornaliero, ma i numeri che la Sip ha raccolto ed esaminato parlano chiaro".

Bozzola spiega come "non ci troviamo solo a fronteggiare la classica malattia Sars Cov2 correlata, con febbre, tosse ed insufficienza respiratoria. Subdolamente - dice la pediatra - si è diffusa tra giovani e giovanissimi una patologia della mente, che per comodità di classificazione si può genericamente definire patologia neuropsichiatrica. Restrizioni, incertezza, lockdown hanno contribuito negli ultimi mesi ad un incremento di ansia, depressione, ideazione suicidaria, disturbi della condotta alimentare. E la richiesta di aiuto ai nostri pronto soccorso si fa sempre più insistente".
Colpisce, ma non stupisce, il dato relativo all'ideazione suicidaria, non stupisce se si considera che il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte tra i 15 e i 29 anni. "Il suicidio si può prevenire, ma è importante per gli adulti riuscire a intercettare alcuni segnali, come i cambiamenti drastici della personalità, non sottovalutarli e trovare la modalità giusta per parlarne - spiega Pietro Ferrara, responsabile del Gruppo di Studio sui diritti dei bambini della Società italiana di pediatria. - Parlare può essere la prima forma di aiuto, senza minimizzare, criticare, o reagire in modo eccessivo, ma ascoltando e cercando di riconoscere i sentimenti di chi sta attraversando un momento di difficoltà", precisa Ferrara.
"Da anni si osserva un trend in aumento di disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva, stimato dalla Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) tra il 5 e il 10% all'anno, a cui oggi si sommano le conseguenze della pandemia", osserva Annamaria Staiano, presidente Sip. "Le risposta territoriale a questi bisogni è estremamente carente, anche in termini di posti letto dedicati e di strutture diurne, e con una rilevante disomogeneità nei percorsi tra le varie regioni italiane. E' prioritario investire in servizi e programmi di salute mentale a livello nazionale, perché senza salute mentale per i nostri giovani non c'è futuro". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)