Dov’è il nonno? Nonno Enzo ha sconfitto il Covid e finalmente i nipotini lo abbracciano

La porta più grande, quella della rianimazione, Enzo era riuscito a varcarla, ma ne restavano tante altre da spalancare prima di ritornare ad abbracciarsi.

Dov’è il nonno? Nonno Enzo ha sconfitto il Covid e finalmente i nipotini lo abbracciano

Una corsa irrefrenabile lungo il ballatoio di casa, fino ad arrivare davanti ad una porta, l’ultima delle tante che in questi mesi il Covid-19 ha posto tra loro e per tenerli separati. Con la stessa frenetica pazienza con cui hanno atteso che si aprissero le altre porte, anche questa volta aspettano. I secondi d’attesa si contano sulle dita di una mano, ma a loro sembrano non passare mai. Lui col viso attaccato allo stipite e lei, un passo indietro, che continua a saltare dalla gioia. Quando la porta si apre al “ciao” della nonna la risposta è una sola: “dov’è il nonno?”.

“È in cucina”, risponde la nonna indicando la stanza con la mano. Il maggiore dei due, come d’abitudine, si sfila di corsa le scarpe, la sorellina tiene stretto in mano un disegno, un regalo per il suo nonno. Anche se oggi, in verità, il regalo è proprio il nonno.

Dalla cucina si sente l’eco di una voce maschile: “dov’è il nonno? dov’è il nonno?”. E poi, finalmente, quell’abbraccio atteso da tanto, troppo tempo.

Nonno Enzo è uno dei tanti nonni che in questi mesi è stato colpito dal Covid-19. Dapprima il ricovero all’ospedale di Bolzano e poi, dato il rapido peggioramento delle sue condizioni, il trasferimento in “terapia intensiva Covid-2”, dove Enzo ha combattuto strenuamente contro il virus. E ha vinto.

La sua storia era stata raccontata a fine marzo da Andrea Pizzini, fotografo e videomaker, sulla sua pagina Fb Wellenbrecher. Nell’intervista, registrata il 19 marzo, Enzo racconta il momento in cui i medici gli hanno prospettato la necessità di intubarlo. “In un primo momento non ero contento – spiega – mi dicevano che mi avrebbero messo un tubo in gola per aiutarmi a respirare. Però, alla fin fine sono stato contento che mi abbiano intubato, perché così mi ha dato la possibilità di vivere ancora qualche anno”.

Nel lungo periodo trascorso in terapia intensiva, non c’è stato giorno in cui Enzo non abbia pensato ai suoi nipoti. “Mio nipote gioca a hockey ed è molto bravo – ricorda commosso –. Prima di venire qui gli ho regalato una stecca nuova, una di quelle buone. Mi ha dedicato un gol e mi ha scritto sul cellulare ‘nonno, questo gol è per te!’. Io lo devo ringraziare tantissimo. I miei nipoti mi hanno dato tanto, anche mia moglie e le mie figlie mi hanno aiutato tanto. So che non dovrei commuovermi, ma questa è una cosa che va troppo in profondità. Però, ricorda, alla fine si ha tutto quello che si ha seminato”.

Quando la video-intervista viene pubblicato su Fb, nonno Enzo ha già iniziato da un paio di settimane il lungo percorso di recupero e convalescenza. Molti, vedendo il filmato sui social, lo hanno riconosciuto. “Non avrei mai pensato di finire sul giornale e in televisione – ammette Enzo rispondendo ad un amico che gli fa gli auguri di pronta guarigione – io ho sempre giocato in difesa e ti dirò che ne passavano pochi dove c’ero io”. “Sto vivendo una seconda vita – scrive Enzo rispondendo ad un altro amico – anche perché non potevo abbandonare la mia famiglia, i miei nipoti che, se non si è capito, adoro. Allora ho fatto un patto con quel minuscolo essere e sono riuscito a sconfiggerlo”.

Una volta dimesso dalla terapia intensiva, Enzo – come tanti che come lui hanno avuto una forma grave di Covid-19 – ha dovuto affrontare un lungo periodo di riabilitazione. Settimane di fisioterapia e logopedia, per reimparare a mangiare e a muoversi. E tutto sempre lontano dalla sua famiglia. E dai suoi adorati nipoti.

“È stata una guerra che ho voluto vincere con tutte le mie forze – racconta Enzo su Fb –. Sono stato fortunato. Adesso sto facendo fisioterapia per riprendere i movimenti”.

La porta più grande, quella della rianimazione, era riuscito a varcarla, ma ne restavano tante altre di porte da spalancare prima di ritornare ad abbracciarsi.

“Credo di avere dato abbastanza a questo maledetto virus – scrive ancora Enzo su Fb – ora lui mi deve lasciare vivere e lasciare in pace”.

A casa sua, Enzo, ha fatto ritorno martedì scorso, 11 maggio. La gioia è stata grande, molto grande, ma mancava ancora qualcosa. Mancava un abbraccio.

Quello è arrivato poche ore più tardi. A immortalare la scena una delle due figlie di Enzo. Il breve video,  meno di 40 secondi, è stato postato da Andrea Pizzini sulla pagina Fb Wellenbrecher giovedì scorso. “Dopo mesi – scrive nel post il videomaker – nonno Enzo oggi è tornato a casa. Ecco i suoi nipotini che lo rivedono per la prima volta”.

“Beh, gente, che feste i miei due più piccoli – racconta nonno Enzo commentando il post – mi sono saltati addosso e mi hanno stretto forte da togliermi il fiato”. E poi un pensiero a Pizzini. “Io, Andrea, te lo avevo detto nella tua intervista che quello che si semina alla fine si raccoglie”.

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Fonte: Sir