E se i maiali fossero più intelligenti delle scimmie?

Alcuni studi hanno evidenziato la presenza di tratti di personalità, caratteristiche comportamentali ed emotive stabili nel tempo, che in altre specie chiameremmo senza problemi temperamento e carattere. Forse, ci sarà da riflettere un attimo in più la prossima volta che… addenteremo una salsiccia!

E se i maiali fossero più intelligenti delle scimmie?

Senza dover scomodare l’allegoria di George Orwell nel suo celebre romanzo “La fattoria degli animali”, la fama di esseri intelligenti e scaltri riferita ai maiali non è affatto recente, mentre già da decenni la scienza ne conferma le sofisticate abilità emotive e cognitive.

Ma un recente studio (pubblicato su “Frontiers in Psychology”), condotto da Candace C. Croney, direttrice del Center for Animal Welfare Science della Purdue University (Fort Wayne, Usa), e da Sarah T. Boysen, celebre per i suoi studi sugli scimpanzé, dimostra addirittura la capacità dei maiali di afferrare le dinamiche di un semplice videogioco al computer, svolgendo correttamente il compito richiesto per ottenere la ricompensa. Tutto ciò mediante l’apprendimento di come associare il movimento di un joystick e quello di un cursore sullo schermo. I protagonisti di questa curiosa ricerca sono quattro: Hamlet e Omelette, maiali dello Yorkshire di tre mesi, e Ebony e Ivory, due esemplari di maialini nani, le cui ridotte dimensioni hanno consentito loro un training di 15 mesi, più prolungato rispetto a quello di Hamlet e Omelette.

In pratica, dopo aver appreso a maneggiare il joystick con il muso e a guardare lo schermo, ai quattro suini è stato insegnato a fare le due cose contemporaneamente e a finalizzare quest’abilità nel tocco con il cursore di un pallino sullo schermo. Il tutto legato ad una ricompensa di cibo, ma soprattutto al ricevere dei complimenti vocali e tattili da parte degli esseri umani che si prendevano cura di loro quotidianamente; queste stesse persone sono state le uniche in grado di convincere i quattro animali, nei momenti di riluttanza, a proseguire nell’esperimento.

Beh, la cosa può sembrare stupefacente. Ma forse non abbastanza da evitare una domanda spontanea: ma che ci fa un maiale alle prese con un joystick? Difficilmente lo userà nella sua vita quotidiana! In più, lo studio delle capacità cognitive di una specie animale dovrebbe svolgersi nelle condizioni più “ecologiche” (e non artefatte) possibili. In aggiunta, va evidenziato che nei suini i sensi più sviluppati – fondamentali soprattutto nella comunicazione tra conspecifici – sono l’olfatto e l’udito. Proprio per queste loro capacità motorie e percettive, i maiali hanno quindi una minor destrezza con questo setting sperimentale rispetto ad altri animali (primati e ratti).

Nonostante ciò, essi si dimostrano capaci di apprendere compiti anche molto complessi e l’approccio al computer – scrivono le autrici – “consente un controllo esatto dei parametri spaziali e temporali della risposta degli animali, mettendo al contempo a disposizione dei ricercatori un gran numero di possibili stimoli”.

Più in generale, i suini sono animali gregari che vivono in gruppi familiari matrilineari composti da femmine con la loro giovane prole e, durante la stagione riproduttiva, un maschio adulto. I gruppi si spostano insieme alla ricerca di cibo, grazie anche ad ottime capacità di navigazione spaziale e di memoria; queste spingono i maiali a diversificare tale ricerca, dal momento che, in natura, è alquanto improbabile trovare cibo a disposizione sempre in uno stesso luogo. I suini, dunque, si mostrano in grado di ricordare la posizione e le caratteristiche delle diverse fonti di cibo, tanto che i ricercatori ne studiano le abilità a stimare le numerosità. Ma c’è di più: come dimostrato da alcuni ricercatori dell’Università di Bristol (studio pubblicato su “Animal Behaviour”), questi animali traggono dagli altri le informazioni sul cibo e modificano le proprie strategie di foraggiamento sulla base di chi è presente sulla scena!

Altri studi, poi, evidenziano come i suini tendano perfino a mettere in atto comportamenti “ingannatori” – proprio come fanno i primati e i corvi – al fine di nascondere l’esatta localizzazione della fonte di cibo, per poi dirigersi verso di essa solo quando sono certi di non essere scoperti.

Più in generale, al pari di molti animali sociali, i maiali sono tendenzialmente giocosi e curiosi; essi, pertanto, necessitano di un ambiente cognitivamente stimolante da esplorare e ricco di interazioni con gli altri. Inoltre, riescono a distinguere gli individui estranei dai compagni di gruppo, così come i familiari stretti dai non familiari, e tendono ad aggredire gli sconosciuti che si avvicinano al gruppo. Per riconoscere gli altri, si basano su più capacità sensoriali, esaminando l’odore, l’aspetto o le vocalizzazioni, rispondendo più prontamente ai versi di un esemplare loro amico. Si è anche appurato che possono distinguere senza alcuna difficoltà tra esseri umani noti e sconosciuti. Se poi le persone indossano tutte lo stesso abito, i maiali sono in grado di basarsi sulle caratteristiche del corpo e del volto (anche in foto!). Infine, altri studi hanno evidenziato la presenza di tratti di personalità, caratteristiche comportamentali ed emotive stabili nel tempo, che in altre specie chiameremmo senza problemi temperamento e carattere. Forse, ci sarà da riflettere un attimo in più la prossima volta che… addenteremo una salsiccia!

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Fonte: Sir