Economia, il mercato dell'usato tiene (ma può fare molto meglio)

Il Rapporto nazionale sul riutilizzo di “Occhio del riciclone” segnala negli ultimi anni una crescita costante dei negozi dell'usato, anche on line. Ma il valore economico potrebbe essere molto maggiore con una strategia di preparazione per il riutilizzo e con il recupero dei rifiuti riutilizzabili

Economia, il mercato dell'usato tiene (ma può fare molto meglio)

Una crescita del fatturato dei negozi dell'usato conto terzi, una buona performance del settore dell'on line e una conferma della centralità del canale dei lavoratori ambulanti: non si è fermato neppure con il lockdown e le successive misure di contenimento per l'emergenza da Covid-19 il mercato dell'usato. Ma è certo che con un sistematico recupero dei rifiuti riutilizzabili l'impatto economico potrebbe essere molto maggiore. A segnalarlo sono i dati, presentati nelle scorse settimane, del Rapporto Nazionale sul Riutilizzo, edito dall’Osservatorio del Riutilizzo di Occhio del Riciclone Italia Onlus: pubblicazione, giunta alla settima edizione, realizzata quest'anno in collaborazione con Rete ONU, associazione di categoria degli operatori del riutilizzo, e con Labelab Srl, società di consulenza specializzata nel ciclo dei rifiuti. La stima è di un fatturato globale di circa 2 miliardi annui a fronte di un totale di persone impiegate compreso tra le 80 mila e le 100 mila unità in 3 mila punti vendita in tutta Italia.

In un arco di osservazione di quattro anni il fatturato dei negozi dell’usato conto terzi mostra una crescita del 17% superando la soglia dei 400 milioni di euro, cifra che raddoppia se si considera il venduto globale. Le piattaforme di annuncistica, ossia l’usato online, nello stesso periodo hanno avuto una crescita di fatturato di circa il 15% che ha portato il fatturato globale del comparto a 230 milioni di euro annui, ai quali però corrispondono alcuni miliardi in termini di transazioni tra privati; ma l’online, spesso visto come il futuro del riutilizzo, deve ancora dimostrare di poter raggiungere una sostenibilità economica.

Il settore dell’ambulantato, che conta decine di migliaia di addetti, rimane stabile su fatturati stimabili in 950 milioni annui. Peculiare invece il caso del settore indumenti usati, dove il radicale incremento delle tonnellate raccolte, cresciute del 22% in 4 anni, corrisponde a una contrazione dei fatturati pari al 13%; i maggiori costi e i minori ricavi rompono inevitabilmente i punti di equilibrio economici rendendo indispensabile, per la sopravvivenza del comparto, l’introduzione di efficaci regimi di Responsabilità Estesa del Produttore che vincolino i produttori a finanziare le filiere del recupero.

L’exploit maggiore, in un prossimo futuro, potrebbe – secondo il Rapporto - derivare dalla preparazione per il riutilizzo, ossia il recupero dei rifiuti riutilizzabili. L’Osservatorio del Riutilizzo ha stimato che tra questi ultimi, quelli che potrebbero essere immediatamente reimmessi in circolazione senza interventi di riparazione o ricondizionamento, e con un buon prezzo di mercato, ammontano a 600.000 tonnellate annue e hanno un valore finale annuo pari a un miliardo e seicento milioni di euro.

Pietro Luppi, direttore dell’Osservatorio del Riutilizzo, sottolinea che “il settore del riutilizzo tiene nonostante i lockdown: nel 2020 sia consumi che investimenti, in una sorta di effetto diga, dopo un congelamento durato alcuni mesi si sono concentrati al momento delle riaperture producendo risultati record. In termini di prospettiva le maggiori opportunità sembrano arrivare dallo sblocco della preparazione per il riutilizzo, ma è necessario chiarire il ruolo dei Centri di Riuso che attualmente sono posizionati a lato dei Centri di Raccolta comunali; questi ultimi infatti sono gli snodi dove vengono intercettate le frazioni preparabili per il riutilizzo ed esiste il rischio di una sovrapposizione tra le due attività”.

Secondo Alessandro Giuliani, founder di Leotron (realtà leader nel mondo dell'economia circolare e della second hand economy che dal 1988 ha accompagnato lo start up e la messa a regime di oltre 300 imprese dell’usato diffuse su tutto il territorio nazionale) c'è però un lato oscuro: “Siamo prossimi ad un collasso del mercato dell'usato online, ovvero all'esplosione di una bolla speculativa innescata attraverso enormi finanziamenti ad aziende che hanno realizzato applicazioni online per la vendita di usato ma che non sono minimamente in grado di produrre utili”. “Il mercato dell'usato – sottolinea - è diventato un enorme tavolo da gioco dove i grandi player stanno scommettendo, speculando sulla pelle di famiglie e risparmiatori e facendo concorrenza spietata a migliaia di piccoli imprenditori. In Italia – prosegue Giuliani - l’economia dell’usato è solida e prosperosa, ma da qualche anno è deformata a causa dell’avvento dirompente di alcuni 'giganti dai piedi di argilla'”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)