Educa 2018: vite da youtuber tra digitale e reale

Esistenze a cavallo tra tradizione e innovazione, raccontate ad “Educa 2018” dagli youtubers Claudio Di Biagio e Matteo Fumagalli, che fanno un appello ai genitori: “Non togliete il cellulare ai vostri figli”.

Educa 2018: vite da youtuber tra digitale e reale

Il mondo dei social media può essere una straordinaria occasione attraverso cui le nuove generazioni veicolano idee, contenuti e cultura.
È quanto hanno raccontato gli youtubers Claudio Di Biagio e Matteo Fumagalli, protagonisti di un affollato incontro sulla narrazione digitale, organizzato a Rovereto nell’ambito della 9.a edizione di Educa, festival dell’educazione, che quest’anno ha dedicato il suo focus al tema “Algoritmi educativi”.

Occasione per reinventare il concetto di memoria storica. I social media sono un’occasione per reinventare il concetto di memoria storica. Ne è convinto Claudio Di Biagio, ex youtuber, regista e conduttore della trasmissione radiofonica “Me Anziano You TuberS” su Radio2 e autore del libro “Si stava meglio. In viaggio con mia nonna lungo un secolo di storia italiana”. Protagonista di questo viaggio, alla scoperta dei testimoni del secolo scorso, è nonna Lea. È lei che ha insegnato all’intraprendente nipote una massima che non conosce tempo: non basta ricordare, bisogna sapere di ricordare. Come farlo? Attraverso la carta, così come attraverso le nuove tecnologie. Che – come nel caso di Di Biagio – sono servite a promuovere e a far conoscere il libro cartaceo, che deve molto, per la sua diffusione e successo, alle recensioni digitali dei cosiddetti BookTuber.

Avvicinarsi alla lettura dei libri partendo dal digitale. Chi è un BookTuber? A raccontarlo è Matteo Fumagalli, venticinquenne lombardo, noto al pubblico del web per le sue stroncature ai libri trash, ma anche per i video dedicati ai classici della letteratura. Fumagalli ha circa 45mila followers, per i quali produce quasi quotidianamente video-recensioni girate nella sua camera con una semplice webcam.

Saper scegliere sul web i contenuti di qualità. Certo, in rete, è possibile incontrare di tutto. “La maggior parte degli youtuber della nuova generazione –afferma Di Biagio – ha milioni di followers per video che però sono privi di contenuto.

Spesso finiscono per rimanere incastrati nel personaggio che essi stessi si costruiscono. È davvero complicato gestire questo tipo di fama e soprattutto uscire da una macchina gigantesca che vuole che tu sia sempre e solo quel personaggio”.

“Bisogna ricordare ai ragazzini e mostrare loro – gli fa eco Fumagalli – che ci sono youtuber eccezionali che fanno corsi di matematica o di chimica e si stanno creando uno zoccolo duro di followers, magari non quantitativamente enorme, ma di qualità. Il segreto credo che sia in due elementi: trovare un argomento valido o utile e comunicarlo con una chiave di lettura originale e diretta”.

“Non togliete il cellulare ai vostri figli”. Le nuove tecnologie fanno parte della quotidianità dei cosiddetti “nativi digitali”. Essi apprendono qualcosa nascendo in un contesto in cui le nuove forme di comunicazione sono già parte del loro mondo. Ben diversa è la posizione degli adulti, costretti invece ad imparare continuamente qualcosa di nuovo, trovandosi non di rado in difficoltà poiché devono ininterrottamente apprendere un sapere, invece di trasmetterlo. E spesso, in questa situazione, viene istintivo adottare un atteggiamento proibizionista. Come fare breccia nel mondo dei giovani internauti?

“Il cellulare non potete toglierlo ai vostri figli.

Fatevene una ragione – ha provocato non senza ironia Di Biagio, dialogando con il pubblico presente all’incontro -. Di solito i genitori o sono rassegnati o hanno un atteggiamento proibizionista. Io consiglierei invece agli adulti di usare il cellulare insieme ai propri figli. Magari di inventarsi una “giornata di internet” al mese, in cui stare alzati fino a mezzanotte con loro e discutere insieme di contenuti e modalità di utilizzo”.
I cambiamenti tecnologici che caratterizzano la nostra società prima ancora che i ragazzi, mettono in gioco gli adulti e li chiamano a “reinventare” i codici educativi. Gli adulti sono i primi chiamati a comprendere quanto lo schermo di uno smartphone piuttosto che di un tablet o di un pc sia qualcosa da cui proietto un’immagine di me o dal quale mi difendo. E a chiedersi chi siamo, quando nessuno ci guarda attraverso quegli schermi.

I limiti di un mondo che si presenta come una realtà senza limiti. Quali sono i limiti di un mondo, quale quello del web, che di fatto si presenta come una realtà senza limiti? “La cosa che più mi spaventa è la chiusura che crea questa infinita accessibilità – commenta Fumagalli -. Può sembrare un paradosso, ma molti social media, tra cui Facebook, ci riempiono di informazioni tarate sui nostri gusti. Ci fanno ogni giorno diventare sempre più solo noi stessi con pochissime aperture. La cosa più potente, invece, è la capacità di inventare nuovi linguaggi. Come ad esempio i meme. Credo che sia meraviglioso che si possa gestire una comunicazione intera con persone di lingue completamente diverse, attraverso un botta e risposta fatto esclusivamente di meme. Mi dà un senso di universalità di linguaggio, di una base comunicativa per unire culture diverse”.

Irene Argentiero

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Fonte: Sir