Educazione alimentare nelle scuole? “Puntare sul bio, km zero e lotta allo spreco”

Pasti biologici con prodotti locali del territorio, dieta mediterranea e stop agli sprechi: in Emilia-Romagna è stato approvato il nuovo programma per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare. L'assessore Mammi: “Partiamo dalla conoscenza dei sistemi produttivi per promuovere una rete di iniziative sui consumi consapevoli”

Educazione alimentare nelle scuole? “Puntare sul bio, km zero e lotta allo spreco”

Mangiare sano e biologico, conoscere il percorso dei cibi dalla terra alla tavola, senza inutili sprechi. Sono queste le caratteristiche del nuovo programma triennale di educazione alimentare approvato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. La “ricetta” è semplice: impegno nelle mense bio, promozione della dieta mediterranea, del consumo di frutta, verdura e latte, ma soprattutto di stop allo spreco, per una cultura più rispettosa del cibo.

“La maggiore consapevolezza della popolazione rispetto alla propria alimentazione va accompagnata dalla conoscenza delle produzioni agroalimentari e delle implicazioni ambientali, etiche e sociali dei diversi sistemi produttivi e degli stili di consumo – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi –.  Come in passato, anche nei prossimi anni continueremo a promuovere l’utilizzo di prodotti biologici e di qualità nella ristorazione collettiva pubblica”.

In attuazione del decreto Mense biologiche, la Regione è stata infatti premiata con oltre 5 milioni di euro (la cifra più alta in Italia) per il numero di pasti bio erogati nelle mense scolastiche, che vanno ad ammortizzare i costi sostenuti dalle famiglie. Ulteriori 200 mila euro, sempre di risorse nazionali, finanziano progetti di sensibilizzazione e promozione dell’educazione alimentare

Altri investimenti per costruire una vera a propria rete di comunicazione provengono dal Programma di sviluppo rurale, che ha attivato bandi per oltre 335 mila euro, finanziando progetti sui consumi alimentari consapevoli e gli stili di vita sani, favorendo la conoscenza delle produzioni agroalimentari, il contatto diretto tra cittadini, consumatori e agricoltori e la sensibilizzazione sulle tecniche produttive sostenibili. I progetti sono il frutto della cooperazione tra imprese agricole, fattorie didattiche e altri soggetti del territorio già operanti in ambito educativo.

Proseguirà inoltre l’attività delle fattorie didattiche, considerate presidi fondamentali per l’educazione al consumo agroalimentare sul territorio: nei prossimi tre anni, 36 mila euro l’anno di fondi regionali verranno destinati alle attività di conoscenza del lavoro nei campi, con attività di formazione, anche in remoto, affinché più giovani possano entrare in possesso dell’attestato di ‘operatore di fattoria didattica’, sostenendo così il ricambio generazionale in agricoltura. 

In Emilia-Romagna sono circa 300 le fattorie didattiche che offrono percorsi sull’educazione alimentare, incontri con antichi mestieri della tradizione e con le nuove tecniche biologiche della coltivazione, attività estive con gli animali per bambini di ogni età. Inoltre, appuntamenti annuali come le Fattorie aperte e la Giornata dell’Alimentazione in fattoria indetta dalla Fao coinvolgono famiglie, bambini, curiosi, amanti della natura, della terra e della buona tavola, promuovendo la cultura del consumo alimentare consapevole.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)