Francesca, disabile e con patologie respiratorie. “Amo la mia vita: vorrei essere vaccinata subito”

Ventinove anni di Bologna, Francesca dalla nascita ha una disabilità grave e 11 anni fa ha contratto il virus H1N1, che le ha lasciato seri problemi agli alveoli polmonari. Lo sfogo del padre Mauro: “Secondo voi è meno in pericolo di un amministrativo sanitario?”

Francesca, disabile e con patologie respiratorie. “Amo la mia vita: vorrei essere vaccinata subito”

Francesca Aggio ha 29 anni ma, come specifica lei, “la mia vita avrebbe potuto fermarsi 11 anni fa”. Lavora al Cdh di Bologna, è un’animatrice, ha una gemella che la sta per rendere zia: “Sono innamorata e fortunata, aspetto con trepidazione il momento di potermi vaccinare contro il Covid per riprendere la mia vita, che mi piace tanto. Già alla nascita il destino non mi è stato favorevole, errori accaduti hanno fatto sì che io il mondo lo possa guardare solo seduta su una carrozzina. Ma va bene, è lo stesso, anche così – più o meno – si può vivere bene. Di ospedali ne ho frequentati tanti e il ricordo in assoluto più doloroso è legato a quando, proprio 11 anni fa, mi portarono di corsa al pronto soccorso e mi ricoverarono immediatamente in rianimazione. Sì perché, senza sapere come né dove, mi sono ammalata di H1N1. Ho vissuto il dramma di non respirare, di essere messa dentro a un casco, di trovarmi sola senza capire cosa mi fosse successo. È spaventoso e, appena riesci a trovare una lucidità, ti senti disperata, sia per te sia per la tua famiglia, dietro a una porta senza la possibilità di vederti, sentirti, consolarti, aiutarti”.

Comincia così la lettera che Francesca ha deciso di mandare alle istituzioni regionali e nazionali per chiedere di essere vaccinata contro il Covid-19 il prima possibile. Perché oltre ad avere una grave disabilità fisica, ha problemi respiratori – disturbi agli alveoli polmonari –, conseguenza proprio dell’H1N1: “Undici anni fa ho avuto la fortuna di essere assistita nel migliore dei modi, sia terapeuticamente sia emotivamente. Ero la ‘piccola’ del gruppo – scrive –, e il personale non era di certo sommerso come ora. Vi giuro che sapere che, nella notte, un’infermiera mi avrebbe tenuto la mano per farmi addormentare mi ha aiutato a sopportare ciò che credevo impossibile. Questi lunghi mesi sono stati fonte di paura, e la paura non mi ha permesso di continuare a vivere come prima della pandemia. Devo tutelarmi, per nulla al mondo vorrei rivivere un’esperienza come quella. Credo che il vaccino sia l’unica arma in grado di salvarmi e salvarci dal Covid perché le persone, che come me, hanno più patologie sono più fragili e a rischio. Credo sia giusto che possano usufruire prima di altri, per poter ricominciare”.

Di fronte al silenzio delle istituzioni, il padre Mauro ha rimandato la lettera di Francesca, aggiungendo un considerazione personale: “Mia figlia è disabile grave con patologie respiratorie. Secondo voi è meno in pericolo di un amministrativo sanitario? Leggo oggi (l’11 gennaio, ndr) che Emilia-Romagna a fronte di 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state dedicate alle Rsa e 21.341 – quattro volte di più – ad amministrativi, dipendenti, pulitori, impiegati”. “Intendiamoci – spiega a Redattore Sociale –. Io non voglio passare davanti a nessuno. Credo, però, che le persone nelle condizioni di mia figlia, debbano avere una priorità. Di fatto, anche lei vive reclusa: da un anno abbiamo sospeso tutte le attività, incontra il fidanzato e pochi amici e solo con un tampone negativo. Sappiamo che, se il Covid la colpisse, sarebbe un disastro. È una ragazza intelligente, sa che non può uscire per la sua sicurezza, ma non si spiega il perché debba essere vaccinata dopo un amministrativo sano che lavora solo in ufficio e che, per difendersi, è sufficiente indossi la mascherina. Le Asl lo sanno: sono tanti i casi di persone con disabilità e problemi respiratori. E, a mio modo di vedere, meritano urgentemente attenzione”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)