Giornata infermiere, 80 fiori rossi per ricordare gli operatori sanitari uccisi dal Covid-19

A Bologna un’installazione dell’architetto Cucinella celebra gli infermieri morti sul lavoro. Azienda Usl di Bologna: “Garantire alle professioni sanitarie un riconoscimento istituzionale: così miglioreremo l’organizzazione delle strutture sanitarie”

Giornata infermiere, 80 fiori rossi per ricordare gli operatori sanitari uccisi dal Covid-19

Riconoscere le professioni sanitarie, inserendole nella direzione strategica delle Ausl, non tanto a livello sindacale, ma manageriale. Dare una valenza giuridica alle aspettative di tante donne e uomini che si stanno sacrificando da un anno e mezzo a questa parte, garantire loro un riconoscimento istituzionale per un miglioramento fattivo delle strutture sanitarie. Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda Usl di Bologna e Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico Sant’Orsola Irccs, lanciano un appello in occasione della Giornata internazionale degli infermieri, celebrata questa mattina durante l’evento “In your shoes” promosso da Bimbo Tu Aps, l’associazione che dal 2007 si occupa di bambini con patologie del sistema nervoso, e da Banca di Bologna per – e in collaborazione con – l’Ordine delle professioni infermieristiche di Bologna.

Per sottolineare l’impegno degli infermieri che, “in questa pandemia – ha spiegato Alessandro Arcidiacono, presidente dell’associazione – sono stati professionisti, familiari, amici, sollievo e sguardi confortanti”, Bimbo Tu e Banca di Bologna hanno organizzato una mostra fotografica nel centro di Bologna, in piazza Minghetti. Cinque totem fotografici, quasi 70 diapositive di infermieri che hanno combattuto il Covid, con l’obiettivo di non far dimenticare quello che è stati ed evidenziare la fatica e l’impegno “che questi professionisti sanitari hanno messo in questa sfida, sacrificando loro stessi e tutti noi”, ha ribadito Arcidiacono. Gli scatti (raccolti anche in un fotolibro, oggetto di una raccolta fondi, ndr) sono stati forniti dal fotografo Paolo Righi, dall’Azienda Usl di Bologna, dall’Azienda Usl di Imola, dall’Istituto ortopedico Rizzoli, dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi e dall’Irccs Isnb. Sempre in piazza è stata presentata l’installazione ideata e curata dall’architetto Mario Cucinella: 300 paia di calzature sanitarie donate dall’azienda pianorese Volta disposte dai volontari di Bimbo Tu a formare un cuore. Dentro 80 di esse, un fiore rosso, simbolo di impegno, audacia e buona volontà: “Ottanta corolle – ha spiegato Arcidiacono –, tante quante gli infermieri che, a livello nazionale, hanno donato la loro vita nella lotta al coronavirus. Purtroppo si tratta di un bilancio destinato a salire”.

A tagliare il nastro dell’installazione e della mostra, Ilio Presiccio, infermiere dell’ospedale Bellaria che, visibilmente commosso, ha raccontato la propria esperienza, sia come operatore sanitario che ha lavorato nelle tre ondate, sia come sopravvissuto al virus, sia come somministratore di vaccini: “Nel box dove somministro i vaccini tengo accesa la musica – spiega, da grande amante di Ezio Bosso –. Voglio rendere il momento della vaccinazione indimenticabile: mi incanto a guardare le persone che, sulle note, chiudono gli occhi e si godono il momento”. Ad aprire la narrazione, la lettura dei nomi di molti dei colleghi deceduti: tra questi, quello di Sergio Bonazzi, operatore sanitario al Policlino Sant’Orsola Malpighi, unico infermiere bolognese deceduto per Covid. E proprio sulla figura di Bonazzi si è soffermato il sindaco Virginio Merola che, prima di lanciare un appello, con tanto di cartello, rivolto a tutti i bolognesi perché accettino di vaccinarsi, ha annunciato la consegna, proprio a Bonazzi, della Medaglia d’oro al valore civico, riconoscimento intitolato all’ex sindaco Giorgio Guazzaloca. All’infermiere è già stata dedicata la Covid Intensive Care, la nuova terapia intensiva, del Padiglione 25 del Sant’Orsola, costruita in emergenza la scorsa estate per fronteggiate la seconda ondata della pandemia.

E della necessità di riconoscere il ruolo degli infermieri ha parlato anche Giuliano Barigazzi, assessore comunale al welfare: “Da questa terribile esperienza traiamo un’indicazione per il futuro prossimo del sistema sanitario e di salute: si dovrà sicuramente partire dalla chiara consapevolezza dei molti ruoli che la professione incarna – da quello territoriale a quello ospedaliero a quello nella medicina di iniziativa – e dalla loro importanza strategica nella risposta ai bisogni delle persone”. “Questa iniziativa – ha aggiunto Bordon – è prima di tutto un’occasione per ringraziare tutti gli infermieri per il ruolo che svolgono normalmente da sempre all’interno della sanità e, ancora di più, per quello straordinario che hanno svolto e stanno svolgendo durante questa pandemia. Ruolo che è stato loro universalmente riconosciuto nel corso dei primi mesi della crisi e che dobbiamo riconoscere loro tutti insieme ancora oggi, a distanza di quasi un anno e mezzo di fatica, di capacità professionale e di generosità”.

Pietro Giurdanella, presidente dell’Opi di Bologna, ha sottolineato il messaggio veicolato dalle immagini: “Le diapositive vogliono mostrare la difficoltà che c’è stata – e c’è ancora oggi – nel gestire situazioni molto critiche con tute, mascherine e protezioni varie che hanno reso complicata la relazione con il paziente e sottratto il contatto umano che da sempre contraddistingue la nostra professione. Quello che è rimasto, però, sono le parole utilizzate e i gesti compiuti per permettere la comunicazione con le persone coinvolte. L’arrivo del vaccino ha ridato quella fiducia necessaria per poter immaginare la fine di un lungo e ostico periodo della nostra storia recente”.

In chiusura, il messaggio di Arcidiacono: “Non oggi, ma sempre, mettiamoci nei loro panni – “In your shoes” –. Non dimentichiamo i sacrifici degli operatori sanitari, nemmeno in futuro. Tra le corsie degli ospedali, non ignoriamoli, ma continuiamo a riconoscere loro la dignità che meritano”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)