Giustizia, la messa alla prova entra anche in tribunale

Firmata a Napoli una convenzione che permette a imputati di reati lievi di svolgere lavori di pubblica utilità negli uffici giudiziari. Fiore (coop Less): “Percorso innovativo di inclusione sociale”

Giustizia, la messa alla prova entra anche in tribunale

Imputati messi alla prova negli uffici del tribunale. Accade a Napoli, grazie a una convenzione sottoscritta dall’Ufficio interdistrettuale per l’esecuzione penale esterna (Uiepe) della Campania, dai vertici del Palazzo di giustizia e dai responsabili di Less, cooperativa sociale impegnata nei servizi per migranti, minori e welfare.
“Il 12 febbraio scorso – racconta Daniela Fiore, presidente di Less - abbiamo posto la prima pietra di una iniziativa innovativa per le politiche di inclusione sociale: abbiamo firmato una convenzione con il tribunale civile e penale di Napoli e l’Uiepe della Campania, che consentirà lo svolgimento di lavori di pubblica utilità in tribunale per i soggetti messi alla prova, imputati per reati penali lievi. Una innovazione che avvicina le persone alle istituzioni e che, ci auguriamo, sia solo l’inizio di un progetto significativo e condiviso”.
La convenzione coinvolgerà 30 persone messe alla prova, con percorsi individualizzati a seconda della professionalità e delle conoscenze di ognuno, con l’accortezza che non si trovino a prestare servizio proprio nell’ufficio del magistrato che li sta giudicando.
“Il progetto – spiega la presidente di Less - è nato dopo un’interlocuzione con l’Uiepe con cui erano state avviate le prime messe alla prova che abbiamo ospitato, in un’ottica di potenziamento della collaborazione: volevamo attivare percorsi di giustizia riparativa efficaci e abbiamo pensato di coinvolgere il Tribunale di Napoli”.

Lo scopo della convenzione è anche creare un circolo virtuoso che possa estendere l’attivazione dei lavori di pubblica utilità a tutto l’ambiente che ruota intorno alla giustizia. “Stiamo lavorando – sottolinea Fiore – affinché questi strumenti arrivino a coinvolgere gli altri enti vicini al mondo della giustizia, come gli ordini degli avvocati e gli studi legali, contribuendo a dare vita a buone prassi di inclusione sociale innovativa”.

Alle persone che svolgeranno la messa alla prova negli uffici giudiziari verranno affidate mansioni vicine alle proprie esperienze lavorative: dall’archivistica alle funzioni amministrative. Un referente dell’associazione svolgerà attività di coordinamento e monitoraggio periodico in collaborazione con professionisti interni.

“Il tribunale ha accolto con piacere la nostra proposta – conclude la presidente di Less -. Ora l’auspicio è che anche in altri settori si possa raggiungere un grado di concertazione così solido da determinare interventi condivisi e positivi, creando un circolo virtuoso tra pubblico e privato: solo così si può determinare un intervento di welfare sociale reale e positivo nella nostra società”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)