Gli effetti a lungo termine della pandemia sulle famiglie lombarde

Preoccupazioni per la salute e per il lavoro sono l'eredità del Covid-19. I risultati di una ricerca su 300 famiglie, 48 consultori e 50 associazioni familiari

Gli effetti a lungo termine della pandemia sulle famiglie lombarde

Preoccupazioni e problemi, causati dalla pandemia, continuano a incidere nella vita delle famiglie. È quanto emerge dalla ricerca condotta su 300 famiglie lombarde, 48 consultori, 50 associazioni familiari, condotta da Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Cisf – Centro Internazionale Studi Famiglia. Le persone temono ancora per la salute di un familiare o per la propria (preoccupazioni a cui viene dato il voto più alto, in una scala da 1 a 5, rispettivamente di 3,7 e 3,5) oltre che di non aver abbastanza denaro per comprare ciò di cui hanno bisogno (3,5) o ciò di cui la famiglia necessita (3,5), infine di perdere il lavoro (3,4).

La presentazione della ricerca, “Le famiglie lombarde attraverso la pandemia. Esigenze e prospettive”, è stata l'occasione anche per l'avvio delle iniziative di Fare Rete, progetto nato con l’obiettivo di aiutare attivamente le famiglie lombarde ad affrontare la difficile situazione creata dalla pandemia, attraverso un piano di aiuti concreti sul territorio. Al progetto aderiscono enti, comuni e associazioni.

Dalla ricerca emerge che consultori e associazioni da una parte e famiglie dall’altra sono d’accordo nell’affermare che le problematiche più importanti affrontate in tempi di Covid riguardano il benessere psicologico: risulta infatti essere peggiorato per il 40% dei soggetti partecipanti alla ricerca, più per le donne (53%), per le famiglie con adolescenti, per quelle composte da genitori sposati piuttosto che celibi/nubili, più tra i non occupati e tra coloro che vivono in grandi città (più di 100.000 abitanti). Dato confermato anche da consultori e associazioni che, in una percentuale che si aggira per entrambi attorno al 50%, hanno individuato come bisogno principale un diffuso disagio nelle forme di fatiche psico-relazionali o sofferenze psicologiche, in particolare la fatica nella gestione dell’ansia e il senso di solitudine.

Tra le incertezze sul futuro, ai primi posti quella sul lavoro. In particolare, soprattutto sulle donne, sembra pesare la conciliazione famiglia-lavoro (ben il 34% delle donne ha difficoltà nel conciliare le due sfere, contro il 24,7% degli uomini). Il supporto ricevuto dal Governo, attraverso le misure implementate, se giudicato in termini di capacità di promuovere il benessere famigliare, è stato valutato negativamente: oltre il 40% delle famiglie si è trovata per niente o poco d’accordo sull’aver ricevuto aiuti efficaci dalle misure offerte dal Governo. Dalla ricerca emerge, infatti, che la situazione economia è peggiorata più di un genitore su 3, pari al 37% del campione.

"Un dato davvero significativo che emerge riguarda il rapporto con gli strumenti digitali - commenta Francesco Belletti, direttore del Cisf.-: sia le famiglie da un lato che i consultori e le associazioni dall’altro, sono stati costretti a migliorarlo e innovarlo. Si tratta di cambiamenti che sicuramente resteranno anche nei prossimi mesi, come le relazioni online tra famiglie a distanza, o come i nuovi servizi di ascolto e di dialogo offerti dai consultori e dalle associazioni”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)