I ragazzi e la droga. Cresce la preoccupazione per l’uso potenzialmente rischioso della cannabis

Il 7° Report dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad), sull'uso di sostanze negli adolescenti a livello europeo.

I ragazzi e la droga. Cresce la preoccupazione per l’uso potenzialmente rischioso della cannabis

E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del 7° Report dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad), da cui risulta che il fumo e il consumo di alcolici tra gli studenti europei di 15-16 anni mostrano segni di declino, mentre cresce la preoccupazione per l’uso potenzialmente rischioso della cannabis e per le sfide poste dai nuovi comportamenti a rischio di sviluppare dipendenza.

Lo studio, coordinato dal gruppo di ricerca italiano dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifc), si basa sull’ultima rilevazione condotta nel 2019 in 35 Paesi europei, tra cui 25 Stati membri dell’Ue. “Con la raccolta dati 2019 – spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr-Ifc e coordinatrice europea dello studio – Espad è arrivato a raccogliere informazioni comparabili provenienti da oltre 30 Paesi europei che coprono un arco temporale di 24 anni: il progetto è quindi in una posizione unica per continuare a offrire un valido contributo allo sviluppo di politiche e interventi credibili ed efficaci a tutela della salute dei giovani e, più in generale, del benessere di tutta la società”.

In quest’ultima edizione dell’Espad hanno partecipato ben 99.647 studenti (di cui più di 2.500 italiani), compilando un questionario anonimo orientato ad acquisire informazioni sull’uso e la percezione degli studenti stessi circa una varietà di sostanze, tra cui tabacco, alcol, sostanze illecite, inalanti, farmaci e nuove sostanze psicoattive (Nps). Inoltre, sono stati inclusi dei test di ‘screening’ per valutare i comportamenti potenzialmente dannosi, tra cui il gioco d’azzardo problematico, l’uso ad alto rischio di cannabis e la consapevolezza di problematiche legate all’uso di social media e videogiochi. Vediamo, dunque, più in dettaglio cosa attestano i dati raccolti.

Un primo focus concerne il consumo di alcol, che purtroppo rimane elevato (pur se in costante diminuzione dal 2003) tra gli adolescenti europei: una media di oltre tre quarti (79%) degli studenti ha fatto uso di alcol nel corso della vita e quasi la metà (47%) di loro nel corso dell’ultimo mese. I dati, inoltre, mostrano come il divario di genere nella diffusione di questo modello di consumo si sia ridotto nel corso del tempo (ragazzi 36%; ragazze 34%). Sicuramente, i cambiamenti delle normative sull’alcol a livello nazionale hanno contribuito al calo dei consumi rilevato tra i giovani. Di meno in Italia, evidentemente, visto che i dati Espad evidenziano una percentuale di studenti che fa uso di alcol superiore alla media europea: ben l’84% riferisce di aver consumato alcol nella vita e il 59% nell’ultimo mese!

Notizie positive anche sul fronte della diffusione dell’abitudine al fumo tra gli adolescenti. Tra il 1995 e il 2019, Espad ha infatti rilevato una diminuzione del fumo di tabacco, sia in relazione all’uso almeno una volta nella vita (dal 68% al 42%), sia all’uso recente (dal 33% al 20%) e all’uso quotidiano (dal 20% al 10%). E’ da notare la novità dell’alta prevalenza dell’uso di sigaretta elettronica (40% per l’uso nel corso della vita e del 14% per l’uso nell’ultimo mese), con tassi più elevati tra coloro che non hanno mai fumato sigarette rispetto ai fumatori occasionali e abituali.

Anche se il questionario non ha specificatamente indagato il contenuto delle sigarette elettroniche, – precisa Molinaro – è probabile che un’alta percentuale di questi dispositivi contenga nicotina e che quindi l’uso di nicotina in età adolescenziale possa essere di nuovo in aumento. Date le potenziali conseguenze per la salute pubblica, questo fenomeno richiede ulteriori approfondimenti”. Anche qui, purtroppo, l’Italia risulta tra i Paesi con la percentuale più alta di studenti che riporta di aver fumato sigarette nel corso della vita (55%), seppur con numeri in diminuzione rispetto al passato (nel 1995 la percentuale rilevata era stata del 64%). Per quanto riguarda l’uso di sigarette elettroniche, invece, nonostante la percentuale di studenti italiani che le hanno provate almeno una volta nella vita sia leggermente più alta della media europea (44%), la prevalenza di “svapatori” recenti è leggermente inferiore (13%).

Per fortuna, a livello europeo, si registra un calo anche nell’uso di sostanze psicoattive illecite, mentre sorgono preoccupazioni per l’uso ad alto rischio di cannabis, per l’uso di farmaci senza prescrizione medica e Nps. In base ai dati Espad, in media 1 studente su 6 (17%) ha riportato di aver fatto uso di una sostanza illecita almeno una volta nella vita, con livelli che variano notevolmente tra i Paesi partecipanti allo studio (dal 4,2% al 29%). La cannabis è ancora la sostanza illecita più usata dagli studenti dei Paesi Espad.

In media, il 16% dei rispondenti ha riferito di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita (11% nel 1995), mentre il 7,1% ha riferito di averne fatto uso nell’ultimo mese (4,1% nel 1995). L’uso ad alto rischio di cannabis, analizzato per la prima volta in tutti i Paesi partecipanti nel 2019, ha rivelato che, in media, il 4% dei rispondenti rientra in questa categoria ed è potenzialmente a rischio di sviluppare problemi legati all’uso di cannabis. La formulazione di politiche di prevenzione richiede, dunque, un maggiore sforzo di comprensione e il monitoraggio di questo fenomeno. In Italia, si riscontrano percentuali di utilizzo di cannabis tra le più alte in Europa: gli studenti italiani che hanno provato questa sostanza almeno una volta nella vita (27%) sono secondi solo a quelli della Repubblica Ceca (28%), gli utilizzatori italiani di cannabis nel corso dell’ultimo mese (15%) sono i primi, davanti a francesi e olandesi (13%). E anche sul fronte dell’uso ad alto rischio, l’Italia fa registrare uno tra i livelli più alti (6.2%). Grande preoccupazione continua a destare l’uso non medico di farmaci soggetti a prescrizione tra gli adolescenti. Ad esempio, il 6,6% dei rispondenti ha riferito di aver usato nel corso della propria vita tranquillanti o sedativi e il 4,0 % antidolorifici per ‘sballare’! Come in Europa, anche nel nostro Paese l’uso di psicofarmaci a fini non medici risulta essere un fenomeno prevalentemente femminile.

Ci sono poi le Nps, sostanze molto potenti, spesso di origine sintetica, che sfuggono ai controlli perché non sono censite nelle tabelle ufficiali delle droghe illegali. Ebbene, in media, il 3,4% degli studenti ha riferito di aver fatto uso almeno una volta nella vita (si tratta di livelli di consumo più elevati rispetto ad anfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd considerati individualmente). Sebbene in linea con il dato europeo, in Italia le Nps registrano una rilevante diminuzione rispetto all’ultima rilevazione, con un 3.1% degli studenti che riporta di averne fatto uso almeno una volta (6% nel 2015). E’ preoccupante notare come quasi tutti gli utilizzatori di Nps siano in realtà dei ‘policonsumatori’, facendo uso anche di altre sostanze (come alcol, cannabis e stimolanti).

Un ultimo elemento d’indagine riguarda il gioco d’azzardo, i videogiochi e i social media. Secondo Espad 2019, il gioco d’azzardo è diventato un’attività diffusa tra gli studenti in Europa, con il 22% degli intervistati che ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi (prevalentemente a lotterie e gratta e vinci). Inoltre, si stima che il 7,9% degli studenti abbia giocato d’azzardo online nel periodo di riferimento (di questi, il 5% rientra nella categoria del gioco d’azzardo problematico). Anche qui, ancora una volta, il dato italiano è nettamente superiore alla media europea, con il 32% degli studenti che riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno. Di questi, il 3.9% risulta avere un profilo di gioco a rischio, percentuale in questo caso più bassa del dato europeo. Nel nostro Paese, gli studenti che giocano sembrano preferire le scommesse sportive.

Quanto ai videogiochi, poi, circa il 60% degli intervistati ha riferito di aver giocato con essi in un giorno di scuola nell’ultimo mese (il 69% in una giornata non scolastica). da rilevare che, nella maggior parte dei Paesi, i ragazzi passano il doppio del tempo a giocare rispetto alle ragazze.

Infine, l’Espad 2019 ha registrato come circa il 94% dei rispondenti abbia riferito di aver frequentato i social media nel corso dell’ultima settimana. In media, gli utenti hanno trascorso 2-3 ore sui social media in un giorno di scuola (tempo che sale a 6 o più ore nelle giornate non scolastiche). Nella maggior parte dei Paesi, le ragazze hanno riferito di utilizzare i social media nei giorni non scolastici più frequentemente rispetto ai ragazzi.

Fin qui i freddi dati: ce n’è abbastanza per riflettere e ripensare quale modello di società vogliamo costruire insieme, a partire dai giovani, programmando per tempo adeguate politiche sociali che possano promuovere modelli virtuosi e stili di vita più sani.

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Fonte: Sir