Il 2022 e le sfide del sistema sanitario: le criticità e le priorità di Avis

Le preoccupazioni dell’associazione espresse dal presidente nazionale, Gianpietro Briola, che sottolinea le priorità per una tutela etica della donazione e del settore trasfusionale. “Guardiamo con preoccupazione a quanto previsto dal disegno di legge sulla concorrenza”

Il 2022 e le sfide del sistema sanitario: le criticità e le priorità di Avis

Il nuovo anno rischia di iniziare in salita per il sistema trasfusionale italiano. Questa la preoccupazione espressa nei giorni scorsi da Avis Nazionale alla luce di alcune novità legislative e criticità strutturali emerse negli ultimi mesi. Dalla carenza di personale sanitario fino al rischio di ledere la gratuità del dono, il presidente Gianpietro Briola ha espresso forti perplessità per lo scenario che, in un contesto ancora emergenziale come quello che stiamo vivendo, potrebbe caratterizzare i mesi a venire.

“Tra le sfide che ci attendono, la prima è la difesa del valore etico del dono e della natura esclusivamente pubblica e associata della raccolta. Un modello per il quale il nostro Paese ha ‘fatto scuola’ anche nei mesi più critici del 2020, riuscendo a contenere la flessione delle donazioni in modo molto più efficace rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, che consentono forme di incentivi economici e che hanno registrato un vero e proprio crollo. In merito a questo punto, guardiamo con preoccupazione a quanto previsto dal disegno di legge sulla concorrenza  approvato nelle scorse settimane dal Consiglio dei Ministri”.

Se da un lato, ricorda il presidente Avis, la proposta di legge introduce alcune positive novità come lo stanziamento annuo di sette milioni di euro per il miglioramento organizzativo e l’implementazione di campagne di sensibilizzazione, essa stabilisce che le aziende produttrici di farmaci plasmaderivati possano avvalersi di "stabilimenti di lavorazione, frazionamento e produzione ubicati in Stati membri dell’Unione europea o in Stati terzi che raccolgono plasma esclusivamente da donatori non remunerati". 

“Ciò – commenta Briola - non esclude la distribuzione sul mercato italiano dei farmaci prodotti da plasma donato con la logica del rimborso. Tutelare il dono del sangue e degli emocomponenti significa vietarne non solo la retribuzione, ma anche il rimborso attraverso forme promozionali come buoni spesa, coupon carburante, sconti o altro ancora che puntano a mercificare un gesto nobile dal profondo valore etico, umano e sociale”.

Non possiamo tollerare – prosegue Briola - un modello organizzativo apparentemente basato sulla gratuità delle donazioni, ma che in realtà gioca sull’equivoco della remunerazione/rimborso. Il plasma non può essere soggetto alla mercificazione, perché ciò significherebbe giocare al rialzo e cambiare le regole del sistema sanitario. Siamo peraltro fiduciosi che il principio etico e sociale della solidarietà del dono, sancito dal Parlamento, debba continuare a essere caposaldo del nostro ordinamento. Facciamo pertanto appello alle istituzioni e alla politica, affinché si attivino per rimanere garanzia del valore di coesione e condivisione sociale. A garanzia della salute e dei diritti di tutti i cittadini”.

Ma non è l’unico tema su cui Briola è voluto intervenire. Dati ufficiali dicono che, nonostante la raccolta di emocomponenti stia pian piano tornando ai livelli pre-pandemia, l’autosufficienza di farmaci plasmaderivati è un traguardo che deve essere ancora tagliato. Un obiettivo che necessita di una sempre maggiore solidità del sistema, soprattutto sotto il profilo organizzativo. “Poiché riteniamo essenziale ampliare le fasce orarie e le giornate dedicate alla raccolta – conlcude il presidente nazionale di Avis – bisogna necessariamente e urgentemente incrementare il personale sanitario all’interno dei centri di raccolta pubblici e associativi. Questa difficoltà, in passato più volte rappresentata ai nostri interlocutori istituzionali e aggravata dal Covid, ha comportato il rinvio di centinaia di sedute programmate. Promuovere e sensibilizzare sull’importanza di questo gesto diventano azioni inutili se non si viene supportati da una reale efficienza operativa”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)