Il Covid e l’assistenza psicologica di Soleterre: in un anno 2833 colloqui gratuiti

Coronavirus un anno dopo: è di 43 anni l’età media di chi chiede assistenza psicologica, 6 su 10 sono donne. Quattro pazienti su dieci sviluppano ansia in forma grave e tre su dieci sviluppano depressione in forma grave

Il Covid e l’assistenza psicologica di Soleterre: in un anno 2833 colloqui gratuiti

Un anno di lavoro durante l’emergenza Covid-19, un anno di assistenza psicologica. E’ il lavoro portato avanti dalla Fondazione Soleterre, che si è concretizzato in 2833 colloqui gratuiti, effettuati a 2758 persone in tutta Italia.
E proprio dall’osservatorio speciale di Fondazione Soleterre – che ha creato una rete di psicologi e psicoterapeuti presenti in 14 regioni italiane – emerge l’evidenza di una maggior presenza di donne adulte quarantenni che fanno richiesta di assistenza psicologica. Il 66% dei pazienti, infatti, è di sesso femminile, l’età media dell’utenza si attesta a 43 anni e si tratta per il 88% di persone non colpite direttamente (in senso clinico) dal Covid-19.

Come detto, ad oggi hanno usufruito del servizio di Fondazione Soleterre 2.758 persone – di cui 1.437 minori nelle scuole, 168 genitori, 288 insegnanti, 515 membri del personale sanitario, 85 pazienti Covid-19, 83 loro familiari e 182 persone che non hanno contratto il virus o lavorato in reparti Covid-19 ma che hanno subìto le conseguenze psicologiche della pandemia – per un totale di 2.833 colloqui effettuati in 11 mesi – di cui 378 svolti in ospedale, 2.168 da remoto o in presenza su tutto il territorio nazionale e 287 incontri nelle scuole.  

Il servizio, accessibile chiamando il numero di centralino 335 7711805, prevede un ciclo di 8 incontri gratuiti in presenza o da remoto con uno degli psicologi o psicoterapeuti della rete di Fondazione Soleterre. Sono 165 le richieste di aiuto urgente arrivate al centralino, con un picco di 53 chiamate nel mese di novembre 2020 e 45 nel mese di dicembre 2020, i mesi “caldi” della seconda ondata Covid-19.

In fase di triage ai pazienti è stato sottoposto un test per rilevare la presenza di sintomi trasversali da stress post-traumatico Covid-19 e poter così delineare la tipologia di percorso terapeutico più adatta. Dei 148 test eseguiti, ad oggi emerge che il 34% ha sviluppato depressione in forma grave, il 24% ha sviluppato rabbia in forma grave, il 45% ha sviluppato ansia in forma grave, il 24% ha riscontrato alterazioni del sonno in forma grave e il 24% ha fatto uso di sostanze in forma grave.

“A partire dall’11 marzo 2020, dalla dichiarazione ufficiale di pandemia da Covid-19 da parte dell’Organizzazione Mondiale della Salute, Fondazione Soleterre ha lavorato per garantire in forma gratuita cure di supporto psicologico di massima qualità a tutta la popolazione italiana, partendo dai pazienti con Covid-19 e dagli operatori sanitari impegnati a salvare le loro vite - racconta Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicologo clinico presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia -. Un’esperienza completamente autofinanziata che non è costata 1 euro al Sistema Sanitario Nazionale. I Fondi sono stati prevalentemente donati da Fondazioni non italiane e questo lascia molti margini di riflessione su come la salute mentale, in Italia, sia ancora lontana dall’essere qualcosa di percepito come fondamentale per potere definire un individuo “in salute”.

L’esperienza del supporto psicologico di Fondazione Soleterre in emergenza Covid-19 è partita a marzo 2020 presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, dove un team di 16 psicologi ha garantito assistenza psicologica a pazienti ricoverati, loro familiari e personale sanitario dei reparti coinvolti nella gestione dei casi Covid-19. Da giugno 2020 il servizio è stato esteso alla popolazione delle province lombarde più colpite di Bergamo, Milano, Pavia e Lodi e da ottobre 2020 in tutto il resto d’Italia grazie a una Rete Nazionale di psicologi e psicoterapeuti e oggi si rivolge a tutta la popolazione in difficoltà economica, emotiva e sociale a causa della pandemia.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)