Il “cammino” di Vincenzo: 800 chilometri in carrozzina, verso Santiago

Ha 70 anni e la poliomelite: Vincenzo Russo, una vita trascorsa nelle strutture della Fondazione Don Gnocchi, è partito lunedì 19 e, attraverso una serie di tappe, raggiungerà la meta. Aveva già compiuto il “cammino” nel 2014 e oggi lo ripete. Da solo, ma pronto ad “assaporare il gusto di farmi aiutare”

Il “cammino” di Vincenzo: 800 chilometri in carrozzina, verso Santiago

Da solo, ma pronto a farsi dare una mano, “per assaporare il gusto di farmi aiutare”: con questo spirito e questa intenzione è partito, lunedì 19, Vincenzo Russo, 70 anni, colpito da poliomielite all’età di tre anni, una vita trascorsa nei Centri e nelle strutture della Fondazione Don Gnocchi. Destinazione: Santiago de Compostela. Significa ottocento chilometri con la sedia a rotelle, in solitudine. La prima tappa a Saint Jean Pied de Port, versante francese dei Pirenei, ppoi di nuovo in cammino verso l’abbazia di Roncesvalles e di qui, attraversando le province spagnole di Navarra, Rioja, Castilla e Galicia, fino al santuario di Santiago de Compostela, lungo quello che è definito il Cammino Francese. Un’impresa già compiuta nel 2014, nel quinto anniversario della beatificazione di don Gnocchi, quando Vincenzo aveva portato a Compostela una reliquia di don Carlo, poi accolta nella maestosa cattedrale dedicata a San Giacomo e poi collocata definitivamente all’Hospital San Nicolas de Puente Fitero - gestito dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella - luogo di passaggio e di ospitalità a migliaia di pellegrini da tutto il mondo che affrontano il cammino.

“In fondo il viaggio - scrive Vincenzo - non è altro che lo specchio di quello che percorriamo dentro di noi, ascoltandoci, incontrandoci, perdonandoci… D’altronde la strada è metafora perfetta della vita, con le sue sfide e i suoi rischi, le sue sconfitte e le sue bellezze, le sue salite e le sue discese, le sue tappe e le sue partenze”. Le tappe del percorso sono raccontate nel blog “Un cammino senza un solo passo: “Le ragioni del blog sono due: una sta nella riconoscenza alla Ottobock di Budrio, che mettendomi a disposizione la giusta carrozzina mi consente di ripetere il cammino. L’altra è il desiderio di narrare: voglio descrivere sguardi, parole, saluti, addii, incroci: quegli attimi fuggenti – continua Vincenzo – nei quali la vita ci sorprende con il suo mistero e la sua grazia”.

Una vita in Fondazione, raccontata in un libro

Vincenzo Russo è nato nel 1950 a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Colpito da poliomielite all’età di tre anni, fu affidato dalla famiglia all’Opera avviata in quegli anni da don Carlo Gnocchi ed è cresciuto nei collegi dell’allora Fondazione Pro Juventute. Laureato in Scienze Politiche, è stato prima direttore di un Centro socioeducativo e poi di una comunità alloggio per minori nel comune di Sesto San Giovanni. È docente del corso in Educazione professionale dell’Università degli Studi di Milano, con sede alla Fondazione Don Gnocchi. Ha raccontato la sua storia nel libro “Se il destino è contro di me, peggio per il destino”, edito da Mursia.

“Sono venuto su con l’idea, affatto malvagia, di dovercela fare sempre, senza mai l’aiuto di nessuno - ha scritto prima di partire -. Ma c’è un però. Dire sempre no a chi ti vuol dare una mano impoverisce la tua vita, la disseca della linfa di una presenza indispensabile per dare un senso alle tue giornate. Voglio, perciò, fare il cammino per assaporare il gusto di farmi aiutare. Godermi, quindi, il gesto umano di chi pur non conoscendomi vuole darmi una mano. La tenerezza di un: 'Posso aiutarti'? Per godermi il mio 'grazie' e il suo 'ma figurati'. Sfumature, forse. Ma sono le sfumature che danno conto della vita, al di là delle apparenze. Don Carlo lo ha testimoniato per sempre”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)