Il volontariato protagonista al TEDx. Oltre 350 persone al Castello Carrarese

Edizione straordinaria del noto format organizzato da TEDxPadova in collaborazione con il Csv di Padova. Sul palco, lunedì scorso, i volontari della città. Dagli organizzatori l’invito a donare la classica borsetta utilizzata per i gadget: “Riempitela con la spesa o di qualsiasi cosa che possa servire agli altri”

Il volontariato protagonista al TEDx. Oltre 350 persone al Castello Carrarese

Oltre 350 persone si sono riunite lunedì 27 luglio al Castello Carrarese di Padova, sotto una suggestiva Specola illuminata di rosso, per ascoltare i racconti e le testimonianze dei volontari che hanno conquistato per una sera il palco del TEDx. Organizzato da TEDxPadova, in collaborazione con il Csv Provinciale di Padova l’edizione straordinaria dedicata al mondo del volontariato dal titolo Come L’acqua è stata aperta da Carlo Pasqualetto, licensee TEDxPadova, ed Emanuele Alecci, presidente Csv Padova, che insieme hanno sottolineato lo spirito e l’importanza di collaborare. E proprio il dono è stato l’incipit della serata. Carlo Pasqualetto, infatti, ha invitato il pubblico a donare simbolicamente la bag a marchio TEDxPadova ricevuta, solitamente ricca di gadget ma questa volta completamente vuota, dicendo: “Riempitela con la spesa, con degli abiti o con un libro e fate in modo che la vostra borsetta vuota diventi piena di qualsiasi cosa che possa servire agli altri”. Sul bollino rosso del palco, si sono alternati volontari e artisti. Il primo intervento è stato quello di Patrizia Tolot, presidente Vite Vere Down Dadi e madre di un ragazzo affetto da sindrome Down, che ha sottolineato “l’importanza di non autocommiserarsi, ma di costruire affinché queste persone possano accedere a una vita “normale”, possano avere la loro autonomia”, spiega una nota degli organizzatori. Patrizia Zantedeschi, presidente Centro Veneto Progetti Donna, ha raccontato di come il centro antiviolenza abbia accolto e aiutato nel corso dei suoi 30 anni di attività migliaia di donne e di bambini. “Donne di tutte le età e di qualsiasi fascia sociale - continua la nota -, vittime di episodi di violenza principalmente tra le mura domestiche, nel luogo che più di tutti dovrebbe essere sinonimo di protezione per loro e per i loro figli”. Tra le storie raccontate anche quella di Faed. “A 15 anni, all'insaputa dei genitori, partecipa in Marocco a una gara d’atletica - spiega la nota -, vincendola e dando così inizio al suo sogno. La sua passione lo porta a un lungo pellegrinaggio per l’Europa sino all’arrivo in Italia, a Padova. Qui inizia a frequentare il Cus, la sanatoria nel 2001 lo mette in regola, ma il lavoro lo costringe a “seppellire” il sogno sportivo. Oggi è sposato, ha due bambini e aiuta gli altri a lottare per i propri sogni”. Fuggito dal Mali a soli 17 anni, invece, Mamadou che ha raccontato l'orrore e la crudeltà degli uomini durante la sua rotta migratoria. Dal 2013 lavora in cooperativa Solidarietà.Youssef, invece, ha raccontato il suo viaggio dal Marocco. “All'inizio è stata dura - ha raccontato -, faceva freddo nella casa in campagna di 4 stanze, dove dormivamo in 45”. Oggi è attivo in politica e fa parte dell'associazione Padovani nel mondo. Tra le testimonianze anche quella della moglie Imane che, ha raccontato la scelta di portare il velo “perché sostiene che un pezzo di stoffa non copre né il cervello né l'identità delle persone che lo portano - spiega la nota -, ma cambia solo lo sguardo di chi guarda”. Infine, la storia di Aneto, orfana di madre e che a soli 11 anni deve affrontare la vita di strada e poi anche il carcere. “A Padova viene aiutata dalla Caritas - raccontano gli organizzatori - e dalla Cooperativa Solidarietà che le offre un lavoro. Ora Aneto sta aspettando la cittadinanza e con suo figlio guarda al futuro con fiducia”. Durante la serata, anche l’intervento di Lella Costa che ha conquistato il pubblico con due monologhi, chiudendo con “Il pranzo di Babette” di Karen Blixen. Una storia sulla generosità e sulla condivisione, che ci insegna che la felicità può consistere nel donare tutto ciò che si possiede, perché “ogni artista non è mai povero”. Ad intrattenere il pubblico, lungo tutto l’evento, l’orchestra Radiomondo, diretta da Maurizio Camardi e composta da artisti, cantanti e musicisti di diverse nazionalità tra Africa, Europa e Centro/Sud America.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)