Inclusione scolastica, Coordown plaude alla bocciatura del nuovo Pei

Il coordinamento, tra i protagonisti del ricorso presentato dal comitato #NoEsonero, commenta la sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato il decreto. E ne ricorda le principali criticità: esonero, composizione del Glo, riduzione dell'orario di frequenza, introduzione di tabelle per la definizione delle ore di sostegno

Inclusione scolastica, Coordown plaude alla bocciatura del nuovo Pei

“L'inclusione non si fa fuori”: è il motto e il principio intorno a cui è nato e cresciuto il comitato #NoEsonero, che ha presentato ricorso, a marzo, contro il nuovo Pei (decreto interministeriale 182/2020). Tra i protagonisti della protesta c'era Coordown, che oggi accoglie quindi con soddisfazione la sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato il decreto e i suoi allegati per illegittimità. Un decreto che, secondo le associazioni ricorrenti, segnava un’inversione di rotta nel percorso verso una piena inclusione scolastica degli alunni disabili, prima di tutto dal punto di vista culturale.

Le criticità del decreto interministeriale

“I principali punti critici ritenuti lesivi del diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità – ricorda Coordown - riguardavano l’esonero da alcune discipline di studio, con conseguente allontanamento dell’alunno con disabilità dal gruppo classe e dai suoi docenti; la composizione del Glo e il ruolo della famiglia che, da membro effettivo, sarebbe divenuta 'semplice partecipante' con un ruolo marginale nel processo decisionale a favore del figlio; la riduzione dell’orario di frequenza; l’introduzione di tabelle standardizzate per la definizione delle ore di sostegno”.

Per protestare contro queste criticità, il Comitato #NoEsonero ha dapprima promosso un flash mob virtuale e una raccolta di firme, che ha superato quota 50 mila sottoscrizioni; successivamente, nel marzo scorso, nove associazioni aderenti hanno deciso di impugnare il decreto davanti al Tar del Lazio, chiedendone l'annullamento. “Va ricordato che le associazioni ricorrenti hanno cercato in più occasioni un dialogo con le istituzioni e una mediazione con le stesse prima e dopo l’emanazione del decreto – precisa Coordown commentando la sentenza -, ma tutte le richieste di mediazione sono rimaste inascoltate, obbligando pertanto la proposizione del ricorso prima che scadessero i termini di legge per l'impugnazione davanti al Tar”.

E il Tar si è espresso, due giorni fa, all'indomani dell'inizio della scuola, accogliendo il ricorso nella sua interezza e dichiarando illegittimo il decreto 182 e tutti i suoi allegati. In particolare, ha dichiarato illegittime le norme sul funzionamento del Glo, la predeterminazione delle ore di sostegno attribuibili dal Glo, con stretto legame rispetto al “debito di funzionamento”; illegittima pure la possibilità di esonero degli alunni con disabilità da alcune attività della classe, con partecipazione ad attività di laboratorio separate, così come la facoltà di predisporre un orario ridotto di frequenza”.

Gli effetti della sentenza? “Nessun passo indietro”

Cosa accadrà ora? E' l'interrogativo di queste ore, ma le associazioni ricorrenti rassicurano le famiglie sul fatto che “non c’è alcun caos normativo: semplicemente si ritorna ai modelli di Pei usati fino allo scorso anno scolastico e alla centralità della famiglia nelle decisioni che riguardano gli alunni. Si attendono le decisioni del ministero, ma a seguito dell’annullamento del decreto si applica la normativa previgente che insegnanti e dirigenti conoscono bene essendo stata applicata fino al giugno scorso”. E assicurano: “Il lavoro delle associazioni ricorrenti e del comitato #NoEsonero per una scuola a misura di tutti non finisce qui. Auspichiamo che questa sentenza sia l'occasione per un confronto davvero costruttivo con il ministero per giungere alla normativa che da tempo attendiamo nel rispetto delle tutele di tutti”.

Commenta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown: “Il ricorso al Tar è stata un’azione certamente estrema, ma necessaria per tutelare i diritti dei nostri figli. Abbiamo provato a negoziare ai tavoli istituzionali – assicura - anche mesi prima che il decreto fosse emanato quando giravano le bozze, abbiamo fatto più volte richiesta di essere auditi, ma le nostre posizioni sono rimaste inascoltate e non ci è stato concesso di dire la nostra, pur essendo CoorDown membro della Consulta delle associazioni dell’Osservatorio sulla disabilità. Non abbiamo mai avuto notizia che il Miur stesse trattando, con alcune associazioni, modifiche dei punti da noi contestati e se così fosse stato avrebbe potuto dichiararlo in causa, intervenire prima, chiedere rinvii delle udienze per perfezionare ipotetiche modifiche. Nulla di tutto questo è stato esperito. E se davvero ci fosse stato questo percorso in atto, perché non coinvolgerci? Quindi, alle accuse di aver fatto fare un passo indietro alla normativa sull’inclusione, non possiamo che rispondere che il decreto interministeriale 182/2020 ne avrebbe fatto fare uno di 40 anni indietro. Abbiamo più volte dichiarato che qualcosa da salvare c'era, in quel decreto, ma non abbiamo avuto scelta perché i tempi erano strettissimi, il decreto doveva essere impugnato tempestivamente e sui diritti non si negozia. Non è un passo indietro, semplicemente dobbiamo ripartire dalla normativa previgente e migliorarla, ma con un dialogo aperto, onesto e con la rappresentanza di tutta le parti in causa”.

Il ricorso è stato presentato da CoorDown, Ciis, A.S.S.I. Gulliver Associazione Sindrome di Sotos Italia APS, Autismo Abruzzo Onlus, Associazione Persone Sindrome di Williams (APW), Associazione Prader Willi Lombardia, Fondazione Cepim, PianetaDown ONLUS, Spazio Blu Autismo Varese APS.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)