Infortuni sul lavoro, al via la campagna del Tg3. Plaude Anmil

Saranno raccontate le storie di lavoratori infortunati o colpiti da malattie professionali, ma anche le buone prassi e gli impegni. Bettoni: “Visti gli ultimi dati Inail, che mostrano peggioramento generale, siamo contenti di questa sensibilizzazione sociale”

Infortuni sul lavoro, al via la campagna del Tg3. Plaude Anmil

ROMA – Una campagna di sensibilizzazione su infortuni sul lavoro e malattie professionali, che entrerà nelle case degli italiani attraverso il Tg3 delle 19: è l'iniziativa voluta dalla nuova direzione del telegiornale della terza rete, Giuseppina Paterniti, che prenderà il via lunedì 11 e proseguirò fino alla domenica successiva. Darà voce alle vittime del lavoro, intervistate da Francesca Altieri in giro per l’Italia, con il supporto dell’Anmil.

Le storie. Protagonisti della campagna saranno: Pasquale Santonicola, nato a Marcianise (CE) nel ’73, amputato di entrambe le mani nel 1998 a soli pochi giorni dall’assunzione; Carla Battistini, 56 anni, di Velletri (RM), infermiera che ha contratto da un paziente la TBC ai linfonodi; Michele Aversa, lavoratore della ex Isochimica di Avellino, dove ha lavorato dall’età di 20 anni nella coibentazione dall’amianto dei vagoni delle Ferrovie dello Stato e per questo gli è stata riconosciuta l’asbestosi ma, avendo visto morire oltre 30 suoi compagni di lavoro, teme ogni giorno che possa manifestarsi un mesotelioma; Antonella D’Autilio, medico dell’Ospedale di Chieti, dove ha contratto una grave epatite per la quale le è stata riconosciuta un’invalidità al 100%; Matteo Mondini, 36enne di Monza, che è rimasto folgorato lavorando ad un pannello della corrente ed ha riportato una grave ferita al braccio per la quale ha subito 14 interventi, comportandogli un’invalidità dell’85%. Verrà poi raccontata l’esperienza di una buona prassi adottata dall’Enea - l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile – come esempio da seguire perché rispettare la sicurezza si può e si deve, mentre il presidente Bettoni sarà protagonista dell’intervista di chiusura della campagna.

“Abbiamo raccolto tante toccanti storie e stiamo lavorando affinché il tema degli incidenti sul lavoro sia conosciuto anche nella sua dimensione umana: dai problemi che crea all’interno di una famiglia, alle ripercussioni sul lavoro e soprattutto sulla persona che ne subisce gli effetti. Il nostro è il tentativo di avvicinare il telespettatore a queste problematiche proprio attraverso il racconto diretto delle vittime”, dichiara Giuseppina Paterniti. 

I dati dell'Inail preoccupano. “I dati diffusi dall’Inail relativi alle denunce del 2018, pur se ancora provvisori, mostrano chiaramente un peggioramento generale, inferiore solo a quello della terribile annata del 2015 - commenta il presidente dell’Anmil - in quanto si chiude con l’inaccettabile aumento degli incidenti sul lavoro con esito mortale del 10,1%. Un dato questo che si è concretizzato di mese in mese, fino alla cifra di 1.133 morti sul lavoro, contro i 1.029 dell’anno precedente: una tragica contabilità di vite umane stroncate per la mancata sicurezza di oltre 100 vittime in più. Quanto alla stabile tendenza al negativo – continua Bettoni - sebbene contenuta, delle denunce di infortuni totali (+0,9%), insieme alla graduale crescita delle malattie professionali (+2,5%) di cui nessuno parla, come se morire lentamente di lavoro non meritasse considerazione, non possiamo sentirci rassicurati da letture statistiche trasversali che minano la presa di coscienza di tutti. Peraltro è ancora più allarmante che tali dati non siano stati scalfiti neppure dal calo della produzione nell’ultimo periodo, il che deve indurre tutti ad una concreta assunzione di responsabilità ciascuno per la propria parte”.

Per questo la campagna assume un valore particolare: “Siamo dunque contenti di questa sensibilizzazione sociale del TG3 e auspichiamo che a questo tema venga data maggiore attenzione – conclude il presidente dell’Anmil – ma siamo consapevoli che non basta per cambiare le cose; per questo aspettiamo che venga dato il via ad un grande patto collaborativo tra istituzioni, imprese e parti sociali, che si concretizzi in un confronto efficace convocando un tavolo di lavoro, come da noi proposto al Ministero del Lavoro e all’Inail, con l’obiettivo di dimezzare gli infortuni e le morti sul lavoro nell’arco dei prossimi cinque anni”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)