“Io, Me & Luca”, poesie e musica per raccontare il disturbo borderline e bipolare

Autore dei testi delle canzoni è Luca Bolelli, giovane artista con diagnosi di disturbo border-line di personalità con associato disturbo bipolare. “Con la scrittura ho gestito il dolore, ho messo ordine alla confusione emotiva che avevo e ho ritrovato la speranza”

“Io, Me & Luca”, poesie e musica per raccontare il disturbo borderline e bipolare

Disagio psichico e arte: quando la fragilità psichica è una risorsa di sensibilità. Lo sa bene Luca Bolelli, ragazzo con diagnosi di disturbo borderline di personalità con associato disturbo bipolare, che ha deciso di realizzare, grazie all’associazione torinese DOdiMatto, un disco di poesie scritte durante i momenti caratterizzati da deliri e allucinazioni. È stata l’esigenza di raccontarsi e di comunicare che lo ha spinto a mettersi in gioco. Per l’ultimazione di “Io, Me & Luca”, così si chiama l’album, è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Eppela: per contribuire c’è tempo fino al 31 dicembre. Nel disco ogni poesia è accompagnata da una veste musicale adeguata. Un modo per far conoscere il disturbo da un nuovo punto di vista: quello del mondo interiore della persona piuttosto che attraverso etichette da manuali di psichiatria. Ma l’album è anche un importante punto di partenza per l’associazione dietro al progetto, DodiMatto, nata a Torino nel febbraio 2020 con lo scopo di dare voce a persone con differenti fragilità di tipo psichico che, attraverso molteplici forme d’arte, possono trovare un modo per esprimere il proprio disagio interiore.

Scrivere poesie è stato in qualche modo terapeutico?
Scrivere è stato sicuramente catartico. Sono dell’idea che qualsiasi forma d’arte sia l’espressione del vissuto e del sentire dell’essere umano. La mia scrittura è istintiva, non pensata o ragionata, come il fluire di un fiume, spesso devo rileggere per capire ciò che ho scritto. Questo mi ha aiutato a elaborare e a comprendere le mie emozioni, spesso difficili da gestire.

Sono emersi dei temi ricorrenti nella scrittura? Se sì, cosa significano per lei?
Il primo tema è  la gestione e la sopportazione del dolore. È stato uno dei passi più difficili da affrontare, anche a livello terapeutico. Scoprire il tuo passato spesso è angosciante. Vuoi fuggire, vuoi scappare, ma è sempre lì, come la tua ombra. L’unica strada da percorrere è l’imparare a conviverci. Un altro tema è la confusione emotiva, che porta a un comportamento impulsivo, distruttivo e autodistruttivo, quindi nocivo. Imparare a ragionare sulle tue emozioni ti aiuta ad avere un maggior controllo. Ultimo tema, la speranza, il sogno di cambiare in meglio, di capire, di comprendere e di essere compresi.

Come e quando si è “scoperto" borderline e cosa ha significato avere una diagnosi?
Ho iniziato ad andare in terapia già a vent'anni, quando studiavo psicologia. Nell’interesse e nella passione per la materia c’era qualcosa di morboso. Non capivo chi fossi e volevo una risposta, ma la confusione era tanta. Cinque anni più tardi capii che ero borderline e un anno dopo ne ebbi la conferma dal mio psicologo. Da tempo desideravo una diagnosi per avere un punto fermo, per scoprire la verità. La diagnosi, dunque, è stata liberatoria da una parte, ma dall'altra molto difficile da accettare.

Cosa si aspetta dall’uscita di questo disco?
È un progetto stupendo, la passione e la dedizione di tutti sono state importantissime per me. Spero che il tema della salute mentale, e soprattutto il capire la sofferenza che ci può essere dietro, arrivi a essere compreso da sempre più persone. Purtroppo si tratta di un disagio per molti ancora tabù, fa paura, non è conosciuto né approfondito.

Lei ha vissuto il pregiudizio legato alla malattia mentale?
Non mi sono mai vergognato della mia malattia. I primi tempi lo dicevo agli altri addirittura senza problemi, trovando anche persone simili a me. Ora penso sia meglio non aprirsi totalmente, ma farsi conoscere pian piano. Le relazioni sono fondamentali, bisogna avere pazienza nel coltivarle.

In questo particolare periodo storico, caratterizzato dalla situazione di emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19, il tema della salute mentale è, più che mai, sotto i riflettori e le ripercussioni psicologiche dell’eventuale contagio personale, dei propri cari, amici, colleghi e conoscenti sono più che mai evidenti. “Non è da sottovalutare l’impatto che questo clima emotivo generale ha su persone che presentano una qualche forma di sofferenza psicologica, che già in precedenza erano il target a cui si rivolgeva DOdiMatto: il rischio di scivolare in stati depressivi e ansiosi invalidanti è alto – spiega il presidente dell’associazione torinese, Renato Murri –. La pubblicazione di un disco rappresenta un primo passo per poter considerare la persona da un punto di vista lontano dallo stigma della malattia. L’arte è un canale che riduce le distanze e abbatte i pregiudizi. Per un ragazzo il cui disturbo borderline rappresenta un ostacolo per esporsi nel mondo lavorativo e  sociale, essere coinvolto e reso protagonista di un proprio valore rappresenta un primo passo per successive riflessioni di carattere psicologico, a partire da una maggior autostima”.

Medea Calzana

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)