L'Italia e il mondo, attraverso la lente dei diritti: Boldrini racconta “una storia aperta”

Nel libro, appena pubblicato da GruppoAbele, un dialogo con Eleonora Camilli. Si parla di immigrazione, cittadinanza, ma anche lavoro, salute, hate speech: dall'Italia all'Afghanistan, passando per Polonia e Ungheria, un viaggio intorno al mondo, dalla parte dei diritti sociali e civili

L'Italia e il mondo, attraverso la lente dei diritti: Boldrini racconta “una storia aperta”

 I diritti in Italia sono “una storia aperta”: ed è attraverso la lente di questi diritti che Laura Boldrini ripercorre e rilegge gli anni del suo impegno sociale, civile, politico. “Una storia aperta” (edizioni GruppoAbele, 2021. A cura di Eleonora Camilli. Postfazione di Giorgia Serughetti) è una conversazione sull'Italia e sul mondo, un dialogo che si snoda proprio intorno al tema dei diritti: quelli da difendere, quelli da conquistare, quelli affermati e da proteggere, perché un passo indietro è sempre possibile. Anzi, proprio ora viviamo una “fase storica delicata, di regressione e di crisi della democrazia”, afferma Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo della Camera dei deputati, rispondendo alla prima domanda di Eleonora Camilli, giornalista di Redattore Sociale, esperta di immigrazione e diritti umani, civili e sociali: un botta e risposta che diventa dialogo sull'Italia e sul mondo: un libro, edito da GruppoAbele, che in poco più di 130 pagine sintetizza le principali questioni che, negli ultimi decenni, hanno messo alla prova il nostro Paese proprio sul tema dei diritti.

Lo sguardo è prima ampio, come richiede anche il “curriculum” internazionale di Laura Boldrini, per decenni impegnata in missioni per le agenzie delle Nazioni Unite: si parla quindi di Europa, a partire dall'Ungheria e dalla Polonia e dalle loro allarmanti carenze nel riconoscimento dei diritti umani. Si parla di mondo, con un'attenzione particolare per l'Afghanistan, per un momento sotto i riflettori, qualche mese fa, ma ora di nuovo dimenticato, vittima di quella “ingloriosa ritirata” della Nato, che “rischia di cancellare anche quel poco di buono che si intravedeva nella missione internazionale. E cioè i traguardi raggiunti nelle città dove le ragazze hanno potuto studiare, le donne hanno avuto più accesso al lavoro e le minoranze hanno tirato il fiato”.

L'immigrazione e le vie legali che non ci sono

Si parla, tanto, di immigrazione, nella conversazione tra Boldrini e Camilli. Dal punto di vista umano, innanzitutto, perché “basterebbe mettersi, anche solo per cinque minuti, nei panni di chi si trova a vivere questa condizione per assumere atteggiamenti più dialoganti e comprensivi”. Invece, i migranti sono divenuti “il nemico perfetto”, contro il quale si fa valere un principio, quello del respingimento, chiaramente condannato dalla Convenzione di Ginevra del 1951. Mancano invece, ancora oggi, quelle “vie legali e sicure” grazie alle quali, spiega Boldrini, “le persone non sarebbero costrette a rischiare la vita in mare”. Idee ce ne sono, come quella contenuta nella proposta di legge “Ero straniero”, che “ha proprio l'obiettivo di cambiare il sistema d'ingresso e di regolarizzare la posizione dei cittadini stranieri”, ma “la destra osteggia l'introduzione di vie legali e preferisce che regnino caos e disfunzioni”. Così, si continuano a contare i morti, tra chi è determinato, in un modo o nell'altro, a lasciare il suo Paese, in cui non si sente sicuro. E dopo la fine di Mare Nostrum, nel 2014, “le missioni Frontex a essa succedute non garantivano lo stesso livello di ricerca e di soccorso in mare”.

Le Ong sotto attacco e la cittadinanza

Ci provano quindi le Ong, a compiere salvataggi diretti, attirando le critiche di una parte politiche e una vera e propria “criminalizzazione” , un “duro contraccolpo di reputazione con evidenti conseguenze anche sulle donazioni”. Intanto, in Italia e in Europa, si chiudono i porti e “si moltiplicano chilometri di muri, barriere di filo spinato, recinzioni ai confini e tra Stati membri, per esempio in Polonia, Lituania e Grecia”.

Accanto e parallelo al tema delle migrazioni, c'è quello della cittadinanza per chi in Italia è nato (o cresciuto fin da piccolo), ma da genitori stranieri: “La legge che oggi regola l'acquisizione della cittadinanza è del 1992 – ricorda Boldrini – In trent'anni è cambiato il mondo”. Occorre quindi cambiare anche la procedura per l'ottenimento della cittadinanza e andare nella direzione indicata dalla proposta di legge di iniziativa popolare portata avanti dalla campagna “L'Italia sono anch'io”, che Boldrini ha “deciso di ripresentare in questa legislatura”.

I diritti civili e il rischio della “retromarcia”

E poi ci sono i diritti civili, rispetto ai quali anche in Italia “non siamo immuni dal rischio di retromarcia”. Boldrini fa riferimento agli “attacchi verso le donne, verso chiunque non risponda ai canoni consolidati e tradizionali, verso chi non p omologabile, verso gay, lesbiche, trans, migranti”. La stessa Boldrini è stata vittima di attacchi e insulti di natura sessista e ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #AdessoBasta, “in cui ho invitato chi subiva attacchi, minacce e derisioni a non desistere”, perché “non bisogna soccombere di fronte a violenza e bullismo, ma denunciare, senza farsi intimidire”. L'obiettivo dunque è minare quel linguaggio dell'odio, spesso sottovalutato, a cui Boldrini ha voluto dedicare, nel 2006, un'apposita “Commissione sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio”, che colpiscono soprattutto donne, migranti, lesbiche e gay. Il recente affossamento in Senato della legge Zan è stato, in questo senso, “una pietra sopra a una legge contro i crimini d'odio” e dimostra “quanta resistenza vi sia in Parlamento da parte delle forze politiche conservatrici che non vogliono neanche ammettere l'esistenza del problema”.

Lavoro, salute e malattia

Le ultime pagine del libro sono dedicate, inevitabilmente, all'impatto della pandemia e alle emergenze sociali che questa ha prodotto. “La questione prioritaria è quella del lavoro”, afferma Boldrini, riferendosi tanto a “oltre un milione di posti di lavoro perduti”, quanto al permanere di “forme di sfruttamento lavorativo” e alla “scarsa occupazione femminile”, quanto all'aumento degli incidenti sul lavoro. Altro tema cruciale, nell'epoca della pandemia, è quello sanitario: “Abbiamo capito l'importanza di avere un sistema sanitario pubblico in grado di rispondere alle emergenze e basato sulla medicina di prossimità in tutto il territorio nazionale”. Ma “avremo imparato la lezione?”. In questo ambito, c'è forte e urgente la questione dei vaccini, per la quale Boldrini sollecita “la liberalizzazione dei brevetti”, perché “solo quando il vaccino sarà disponibile per tutti e tutte, potremo dire di essere al sicuro”.

Chiude il libro un tema che è sociale, ma anche personale: la malattia, di cui recentemente Laura Boldrini ha fatto esperienza diretta. “Molte persone vivono la malattia come uno stigma. Io credo che faccia parte della condizione umana e, dunque, è giusto non nasconderla, quindi ho pensato che farlo sapere potesse essere utile. Io non mi vergogno di stare male e nessuno dovrebbe farlo”.

Le ultime parole sono un auspicio e una speranza: “Possiamo immaginare un futuro diverso, più inclusivo e sostenibile, se i giovani si faranno carico dei diritti e della loro salvaguardia. Non c'è alcun dubbio che per evitare un ulteriore indebolimento ella nostra democrazia, dobbiamo invertire la marcia. Prima ci riusciremo, meglio sarà per tutti e tutte”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)