L’abaco dei molluschi. La capacità di contare delle chiocciole

Le capacità cognitive sofisticate possono talvolta evolvere anche in animali dotati di un sistema nervoso molto semplice, qualora queste rappresentino per gli individui un forte vantaggio in termini di sopravvivenza.

L’abaco dei molluschi. La capacità di contare delle chiocciole

Con tutta franchezza, se osservassimo per qualche minuto una chiocciola (a qualsiasi sottospecie appartenga), l’impressione dominante non sarebbe certamente quella di essere in presenza di un animale “esuberante”, che sprizza vitalità ed energia da tutti i pori! E su questo non ci piove. Ma ciò non esclude affatto che questi simpatici “mollacchioni” siano in realtà dotati di importanti, quanto insospettabili, capacità. E sì, perché, come dimostra un recente studio (pubblicato su “Scientific Reports”) ad opera di Elia Gatto, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, e di Angelo Bisazza, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, le capacità cognitive sofisticate possono talvolta evolvere anche in animali dotati di un sistema nervoso molto semplice, qualora queste rappresentino per gli individui un forte vantaggio in termini di sopravvivenza.

In verità, negli ultimi quindici anni, altre ricerche avevano già documentato come, ad esempio, siano ampiamente diffuse nei mammiferi, negli uccelli e nei pesci delle capacità “numeriche”. In genere, esse forniscono vantaggi ecologici relativi ad importanti funzioni (l’approvvigionamento del cibo, la scelta del gruppo sociale o la riproduzione). E siccome le capacità cognitive sofisticate – come le abilità numeriche -sono sempre state considerate prerogativa degli animali con sistema nervoso complesso, finora era stata riservata poca attenzione allo studio di questa funzione negli invertebrati. Il comportamento di questi ultimi, infatti, è sempre stato considerato come fondamentalmente dipendente da riflessi in risposta agli stimoli ambientali. “Nella nostra ricerca, – spiega Elia Gatto – abbiamo studiato le capacità di un mollusco, la chiocciola delle dune Theba pisana, di discriminare tra gruppi di numerosità differente. L’ecologia di tale specie è di particolare interesse: le chiocciole vivono nelle zone dunali, ambienti ostili con scarsa vegetazione e temperature del suolo elevate. Per ridurre il rischio di disidratazione, gli individui cercano attivamente i pochi cespugli presenti dove arrampicarsi e sfuggire dalle condizioni avverse. Durante le giornate di sole, non trovare un riparo adeguato porterebbe quasi inevitabilmente alla morte della chiocciola: questo comportamento è una forza selettiva che certamente può aver favorito l’evoluzione, in questa specie, di un elaborato meccanismo cognitivo per selezionare un rifugio più favorevole. Abbiamo sfruttato questo comportamento di “ricerca di un rifugio” in laboratorio per studiare le capacità di discriminazioni numerica nella chiocciola delle dune”.

I due ricercatori italiani, dunque, hanno posto la loro attenzione sulla “chiocciola delle dune” (Theba pisana), un piccolo mollusco che vive in un habitat inospitale, caratterizzato da vegetazione rada e da temperature diurne del suolo che superano i 70°, ben al di sopra della tolleranza termica di questa specie. E’ noto agli studiosi che le chiocciole sono attive durante la notte, mentre, per poter sopravvivere, all’alba di ogni giorno sono costrette a cercare attivamente i pochi fusti erbacei presenti, per potersi arrampicare in posizione elevata e sfuggire così alle condizioni avverse. Ma dal momento che non tutti i fusti costituiscono un rifugio adatto, si è ipotizzato che queste chiocciole dovessero dirigersi preferibilmente verso gruppi numerosi di ripari, aumentando così la probabilità statistica di trovarne uno adatto.

Su questa base ipotetica, i ricercatori hanno riprodotto questo comportamento delle chiocciole nelle condizioni controllate di laboratorio, dando a ciascuna di esse la possibilità di scegliere tra due gruppi di rifugi posti ad egual distanza. Ebbene, le chiocciole hanno mostrato di poter discriminare tra quantità diverse di steli, con un livello di accuratezza simile a quanto osservato nei mammiferi e uccelli.
In una serie successiva di esperimenti, poi, si è cercato di verificare se le chiocciole usassero effettivamente informazioni numeriche o se invece basassero le loro decisioni su altri fattori (ad esempio, la superficie cumulativa degli steli, la loro densità, ecc…). Ma anche in questo caso, le evidenze ottenute hanno confermato che, con ogni probabilità, le chiocciole delle dune sono dotate di reali capacità numeriche, proprio come avviene per i vertebrati.

Questi risultati – conclude Elia Gatto – suggeriscono che capacità cognitive sofisticate possono talvolta evolvere anche in animali dotati di un sistema nervoso molto semplice qualora queste conferiscano agli individui un forte vantaggio in termini di sopravvivenza. I gasteropodi sono in grado di apprendere in modo associativo e potrebbe essere possibile studiare la loro capacità di discriminare tra rifugi utilizzando paradigmi di apprendimento simili a quelli impiegati nello studio dei vertebrati”.

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Fonte: Sir