La complessità dell’amore ai tempi del web. Comprendiamola con l’aiuto dei cari, buoni, vecchi libri

Molti libri -per tenerci fermi all’era cartacea- si stanno interessando di questi fenomeni.

La complessità dell’amore ai tempi del web. Comprendiamola con l’aiuto dei cari, buoni, vecchi libri

Certo, l’amore è cambiato ai tempi dei social. E già questo termine dovrebbe farci pensare: sociale significa anche fisicamente insieme. Una manifestazione, una cena, un incontro parrocchiale. Quel fisicamente si trasforma però in qualcosa di diverso, perché offre la possibilità di constatare di persona come le cose non siano mai come si prevede al mattino, del tipo “oggi sarà una giornata uggiosa”, tanto per citare non un classico della letteratura, ma Lucio Battisti, anche lui però un classico: della musica che qualcuno ancora chiama leggera. E invece quella giornata si trasforma in bellezza, perché conosciamo una coppia di nuovi arrivati con i quali si stabilisce uno splendido rapporto di amicizia che ti permette di uscire fuori da quell’inizio di quella che tu pensi possa essere depressione. E magari è un po’ di stanchezza, o un momento di eccessivo ricadere su se stessi, o di carenza sinaptica.

La bellezza dell’incontro sta soprattutto nel suo accadere inatteso. Anche quello sui social, su quelle piattaforme che si interessano non dell’incontro complesso, ma delle sua finalità matrimoniale, o solo sessuale, o di altre infinite possibilità (o pulsioni?) dell’era global?

Molti libri -per tenerci fermi all’era cartacea- si stanno interessando di questi fenomeni, ma in Online LoveL’amore ai tempi dei socialUn manuale di sopravvivenza (San Paolo, 169 pagine, 15 euro) scritto a quattro mani da uno psicoterapeuta, Tonino Cantelmi, e una giornalista, Paola Polidoro, abbiamo il vantaggio di una interazione. Ci sono le domande di una paziente e le risposte di un terapeuta che servono anche a penetrare in quel mondo nuovo senza gli eccessi delle manie siglatorie, con l’andamento lento di chi è abituato ancora alla presenza, la fisicità, la visualizzazione reale.

La chiusura di questo libro ci lascia due elementi di senso: il primo è che anche in passato c’è stata una limitazione della realtà effettiva della persona, con l’esempio -che sarebbe però da approfondire-  della poesia amorosa di derivazione provenzale, con la donna ad essere cantata solo grazie alla visione del viso, magari una volta sola. Il secondo elemento è che però il mondo virtuale, con la sua mancanza di rapporto diretto, lascia spazio a delusioni e a delle vere e proprie truffe, come quella all’anziana signora che avrebbe dovuto pagare una tassa di rientro per permettere ad un sedicente astronauta di tornare sulla terra.

Come il lettore vede, anche se le truffe a base affettiva ci sono sempre state, qui, nel mondo non palpabile del net, si arriva all’oltre-paradosso. Con la sensazione di trovarsi di fronte ad una vera e propria progressiva assuefazione ad una droga: inizio con un approccio carino, belle parole, la presentazione di un disagio, della necessità di un prestito, che avviene per poi assistere alla sparizione di possibile futura persona amata e soldi prestati.

Merito del libro è quello di non demonizzare il nuovo mondo virtuale e di non rimpiangere troppo il passato, ma di dare un panorama dei pregi e dei rischi del presente. Le persone spariscono, diventando fantasmi, ma anche prima lo facevano. È vero che ci si innamora di un bellissimo volto e di un corpo perfetto -ci si può innamorare solo di un corpo, seppure scultoreo? Questa è un’altra inquieta domanda di oggi come di ieri- che poi si rivelano un trucco che nasconde ben altre realtà, ma anche prima avveniva, attraverso club di cuori solitari, lettere cartacee, pagine all’interno dei settimanali con tanto di numero telefonico e/o indirizzo.

La realtà ai tempi del web è complessa e semplice insieme, e gli autori -attraverso la divertente mescolanza di Seneca, Battisti, Nada, Barthes e molto altro- fanno capire come non sia bene demonizzare il presente, anche se questo presente ha le sue trappole, come però anche in quel passato che ci presentava la vita degli attori, dei nobili, dei miliardari, dei campioni  l’unica degna di essere vissuta.

Sognavamo sui rotocalchi e magari credevamo a chi in una festa di piazza che si presentava come attore o grande giornalista o prossimo campione del calcio.

Aveva ragione il citatissimo Bauman: non solo la società, ma pure l’amore (o quello che crediamo tale), con i suoi derivati, è liquido assai.

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Fonte: Sir