“La mia casa è il mondo”: Aipd sostiene l'autonomia di 45 giovani con sindrome di Down
E' partito il progetto finanziato dal dipartimento Politiche per la famiglia, nell'ambito del bando EduCare. Divisi in gruppi da 5, i ragazzi, insieme a educatori e volontari, compiranno piccole “missioni di esplorazione”, per aumentare l'autostima, diminuire la paura, sentirsi a casa nel mondo. Per diventare adulti
“La mia casa è il mondo”: è il titolo del progetto, ma soprattutto la promessa di Aipd, che ha avuto l'approvazione ed è quindi finanziata dal dipartimento Politiche per la famiglia, nell'ambito del bando EduCare. L'iniziativa, che avrà la durata di sei mesi, ha preso il via a inizio settembre, si pone obiettivi ambiziosi, che sono alla radice della nascita e dell'esistenza dell'associazione: accompagnare i giovani con sindrome di Down verso l'età adulta, aiutandoli a conquistare competenze e autonomia. Il progetto si rivolge, nello specifico, a 45 ragazze e ragazzi con sindrome di Down tra gli 11 e i 15 anni, provenienti da 9 sezioni Aipd: Belluno, Brindisi, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Frosinone, Latina, Potenza, Trento. Divisi in gruppi da 5 persone, ciascuno seguito da un educatore e due volontari, i ragazzi saranno accompagnati a sperimentare e vivere esperienze di autonomia fuori casa: piccole “missioni di esplorazione”, preparate con i ragazzi stessi, che saranno registrate in un diario tramite le immagini e condivise tramite racconti social su Facebook e Instagram.
Tanti gli obiettivi che si pongono queste “missioni”: riappropriazione del mondo fuori casa, diminuzione della preoccupazione di genitori e figli, crescita delle autonomie esterne (uso della strada, dei mezzi di trasporto, del denaro), sviluppo della capacità di collaborare e di trasformazione dei desideri in progetti. E, ancora, conoscenza del proprio territorio e crescita del senso di responsabilità, appartenenza, cittadinanza. I luoghi di cui riappropriarsi spazieranno dal patrimonio artistico-museale, alla fruizione di concerti e spettacoli, a incontri con realtà significative del territorio (botteghe artigiane, “personaggi” e istituzioni del luogo).
Dal punto di vista pratico, sono previsti, nei 6 mesi di attività, 20 incontri settimanali (di cui almeno 12 in esterno) e 2 weekend per ogni gruppo, dedicati alla coprogettazione delle “missioni” e alla loro realizzazione. Per concludere il progetto, i ragazzi inventeranno e realizzeranno un “segno” visibile di tale esperienza, che servirà a ricordare l'esperienza e stimolarne la prosecuzione.
Il progetto si realizzerà in sinergia con il territorio e la creazione di una vera e propria rete trasversale, in cui saranno coinvolti tanti e diversi “compagni di viaggio”: associazioni culturali e di volontariato, esperti, amministrazioni locali, enti per il turismo ecc. Al termine, sarà organizzato un evento di comunicazione in ogni territorio coinvolto, dove verrà anche presentata una pubblicazione con la storia del progetto e le linee guida per la sua riproposizione su altri territori e con altri partecipanti.
Chiara Ludovisi