“La mia casa”, in Sicilia si rafforzano i servizi per i senza dimora

Cinque comuni coinvolti, tra cui Palermo: attivati centri di ascolto, housing first e centri diurni di distribuzione di beni di prima necessità. Finanziamento da 2,8 milioni di euro

“La mia casa”, in Sicilia si rafforzano i servizi per i senza dimora

Aumentano e si rafforzano i servizi sociali per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora. Lo prevede il progetto "La mia Casa" promosso dalla Direzione Sviluppo Economico della Città Metropolitana di Palermo che ha ottenuto, per questo progetto, un finanziamento di 2,8 milioni di euro, a valere sul Fondo Sociale Europeo, programmazione 2014/2020, Programma Operativo nazionale PON inclusione e PO I FEAD “Inclusione e sul Fondo Aiuti Europei agli indigenti”. I comuni interessati sono cinque: Palermo, Misilmeri, Bagheria, Carini e Petralia Sottana.

Nella città di Palermo, nel mese di marzo, grazie al progetto, sono stati attivati 12 centri di ascolto dove sono state prese in carico 222 persone senza dimora su 625 persone incontrate. Dal mese di maggio hanno ripreso a funzionare anche i centri di ascolto a Misilmeri e Bagheria. Presso i centri sono stati distribuiti kit di viveri, indumenti e prodotti per l'igiene personale.

Sono stati inoltre implementati i servizi di mensa e nello specifico: due mense serali al Centro Don Orione e Centro Boccone del Povero, dal lunedì al sabato e una mensa diurna al Centro San Carlo, attiva da lunedì alla domenica. In questo periodo di emergenza l’équipe di coordinamento, dopo avere effettuato un’analisi dei bisogni delle mense del territorio, ha ritenuto opportuno implementare il servizio mensa fornendo pasti da asporto, nel rispetto delle disposizioni ministeriali. Grazie anche al coinvolgimento degli operatori previsti dal progetto e di tanti volontari impegnati nelle tre mense sono stati distribuiti circa 720 pasti a settimana.

Un altro servizio garantito nel periodo di emergenza e ancora attivo è quello dell’Unità di Strada di Palermo, funzionante tre giorni la settimana, impegnata nel distribuire presidi sanitari e kit per l’igiene personale a 180 persone senza tetto, ai più fragili, maggiormente esposti al rischio di contagio durante la pandemia. Sono coinvolti volontari che affiancano gli operatori e i mediatori culturali, in strada, nei luoghi frequentati dai senza dimora (stazione, mense e dormitori) per raccogliere i bisogni di chi non ha una casa. Il servizio è svolto in coordinamento e sinergia con le altre UdS operanti a Palermo, con precisi turni per non creare sovrapposizioni, spreco di risorse e soprattutto assembramenti.

A Bagheria, su un bene confiscato messo a disposizione del comune verrà attivato in collaborazione della Caritas presto un progetto di Housing First per un massimo di quattro persone. In un altro bene verrà aperta una struttura di primo intervento sociale e un centro di ascolto. A Misilmeri c'è pure un centro di ascolto. 

Nei due territori di Carini e Gangi il progetto si concluderà ad ottobre. Per Palermo e gli altri comuni, nonostante la scadenza sia prevista nel dicembre del 2020, si presume, però, che avvenga ancora una proroga delle attività almeno fino al mese di giugno del 2021.

Nel corso di un incontro a livello nazionale organizzato, nei giorni scorsi, dalla FioPSD, Federazione Italiana organismi Persone Senza Dimora, il progetto “La mia casa” è risultato essere tra i migliori modelli di buone prassi in atto, relativamente all'integrazione e alla cornice di sistema di tutti gli interventi attuati per le persone senza dimora, dagli enti pubblici e dagli enti del terzo settore che operano nello specifico.  Tra le realtà che gestiscono le attività progettuali per Palermo, Bagheria e Misilmeri ci sono la Confraternita San Giuseppe dei Falegnami e la Soc. Coop. “La Panormitana” i due bracci operativi della Caritas di Palermo.

"Per ogni comune abbiamo potenziato o attivato dei servizi che sono stati richiesti dai territori - sottolinea Rita Calascibetta una delle referenti del progetto -. In questo senso come Città metropolitana di Palermo abbiamo fatto un lavoro di coordinamento con i vari comuni interessati a rispondere a bisogni di tipo diverso. Ogni centro di ascolto attivato prevede anche attività di accompagnamento all'autonomia. Sono state incrementati i servizi mense e i punti di distribuzione di viveri e beni di prima necessità. Stiamo facendo, soprattutto a Palermo, un grande lavoro di raccordo con gli uffici dei servizi sociali che coinvolgono anche le diverse circoscrizioni territoriali della città. A Carini, nella area di Cinisi, è stato attivato, gestito dalla cooperativa Iside un centro diurno che segue, con pranzo e attività laboratoriali e di accompagnamento a vario livello, cinque persone ma che può arrivare ad avere un massimo di 11 persone.  A Carini è stato aperto un centro di distribuzione dei viveri per le persone più bisognose segnalate dai servizi sociali. Infine la cooperativa Mani D'oro gestisce due centri di distribuzione viveri uno a Petralia Sottana e l'altro a Gangi".

Le attività, in particolare, sono state pensate come implementazione dei servizi già esistenti e di quelli già attivati con il PON Metro, per migliorare il livello di soddisfacimento di bisogni primari, per garantire livelli dignitosi di vita, e soprattutto per favorire una possibilità di aggancio delle persone che vivono per strada, finalizzata a percorsi di cura e di integrazione sociale.

Considerata l'emergenza sanitaria della Pandemia e facendo seguito alle disposizioni generali ministeriali, dal mese di Marzo si sono dovute necessariamente apportare delle modifiche alla progettualità.

Serena Termini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)