Le Olimpiadi in rosa

Sofia Goggia nella discesa libera, Arianna Fontana nello short track e Michela Moioli nello snowboard hanno conquistato tre splendidi primi posti, a cui si sono aggiunti i podi olimpici di altre atlete e atleti tricolori.

Le Olimpiadi in rosa

Il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva auspicato – in realtà quasi promesso – una quantità di in doppia cifra di medaglie e così, in effetti, è stato. La nazionale italiana di sport invernali ha centrato l’obiettivo, vincendo medaglie d’oro, d’argento e di bronzo secondo le previsioni soprattutto grazie alla sua anima rosa. Sofia Goggia nella discesa libera, Arianna Fontana nello short track e Michela Moioli nello snowboard hanno conquistato tre splendidi primi posti, a cui si sono aggiunti i podi olimpici di altre atlete e atleti tricolori, completando quello che si può definire complessivamente un buon successo di squadra.

Il fuso orario ha collocato nelle primissime ore del mattino la diretta televisiva delle gare, costringendo gli appassionati a levatacce nel cuore della notte per poterle seguire. Chi proprio non ce l’ha fatta a uscire dal sonno nelle ore notturne ha comunque potuto rivedere le gare in differita, grazie a una tv a disposizione lungo tutto l’arco della giornata.

Il maltempo delle prime giornate ha condizionato pesantemente le gare e, al contempo, ha aggiunto ulteriore pathos per l’attesa degli atleti impegnati a gestire un sovrappiù di suspense. Le tecnologie televisive sempre più avanzate hanno fatto il resto, affidando soprattutto alle immagini il compito di veicolare le tante emozioni che lo sport può suscitare, dalla tensione alla gioia, dalla speranza alla delusione, dal sorriso al pianto.

Oltre alle gesta sportive, largo spazio hanno avuto le storie personali, di sicuro interesse e di forte presa su un pubblico sempre curioso di conoscere i propri beniamini al di là delle loro capacità agonistiche. In casa Italia, le tre atlete citate sopra sono altrettanti esempi di storie interessanti. Arianna Fontana, già protagonista nelle precedenti edizioni delle Olimpiadi invernali, ha conquistato tre medaglie, una per ciascun metallo: oro, argento e bronzo. Sofia Goggia, tra le favorite nel SuperG e nella discesa libera, ha perso il podio nel primo per un errore quando era in testa ma si è ampiamente rifatta nella seconda vincendo con una sicurezza strabiliante. Michela Moioli, che nella finale olimpica dell’edizione 2014 aveva subito un infortunio serio, si è riscattata con una gara grintosa e con una determinazione vincente.

Sempre restando nell’ambito femminile, c’è anche chi ha vinto una medaglia invisibile, dimostrando che si può tornare a essere protagonisti di primo piano perfino “ripartendo da sottoterra”. L’espressione è di Carolina Kostner, che ha chiuso al quinto posto la quarta Olimpiade della sua carriera ma non per questo è uscita sconfitta.

Nelle sue parole mature e appassionate il commento migliore: “Questa mia Olimpiade è la metafora dello sport e della vita. Il punto non è trovare la perfezione, ma scoprire i propri limiti, rialzarsi quando si cade e superare gli ostacoli che man mano si palesano sulla propria strada. Quando due anni fa sono ripartita da zero, non sapevo nemmeno se il mio corpo avesse intenzione di partecipare al progetto. Spero che la mia storia possa essere di ispirazione a chi è in difficoltà. Non è facile ma ne vale la pena”. Cos’altro si potrebbe aggiungere?

Marco Deriu

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Fonte: Sir