Lettera al ministro Speranza: una campagna vaccinale ad hoc per gli stranieri

La richiesta dei Tavoli Asilo e Immigrazione alle istituzioni, dopo l'indagine che rivela che quasi il 60% dei migranti nei centri di accoglienza non è propenso a vaccinarsi. E ci sono ancora barriere burocratiche digitali che impediscono a chi lo voglia di prenotare il vaccino

Lettera al ministro Speranza: una campagna vaccinale ad hoc per gli stranieri

Una campagna informativa multilingue e una reale accessibilità ai portali regionali per prenotare il vaccino. È quanto chiedono a Governo e Regioni il Tavolo Asilo e Tavolo Immigrazione, alla quale aderiscono le principali associazioni ed enti nazionali che si occupano di accoglienza, per rendere veramente aperta a tutti la vaccinazione anti Covid-19. Dall'indagine condotta da Tavolo asilo e Tavolo immigrazione quasi il 60% delle persone ospitate nei centri di accoglienza (migranti, ma anche italiani senza dimora) non sono inclini a vaccinarsi: il 37% è proprio contrario, il 20% incerto. “La nostra spiegazione prevalente a tali riscontri di attitudini o convinzioni si focalizza su come fino ad ora gruppi di persone socialmente fragili non abbiano ricevuto, o non siano comunque stati in grado di decodificare, i messaggi di educazione sanitaria e di invito alla vaccinazione veicolati dalle Istituzioni competenti”, si legge nella lettera inviata al Ministro della Salute, Roberto Speranza, al Presidente della Conferenza Stato Regioni Massimilian Fedriga, ai presidenti delle regioni, al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Ancora oggi molti portali delle regioni su cui prenotare il vaccino non riconoscono i codici STP, ENI e i codici fiscali temporanei per stranieri che hanno presentato l'anno scorso la domanda per la sanatoria. Queste barriere burocratiche-digitali vanno rimosse. Inoltre, non è stata pensata una campagna in più lingue per raggiungere tutti gli stranieri, in particolare chi è in Italia da poco tempo. “La mancanza di una campagna informativa specifica e mirata crea una bassa propensione ad aderire all’eventuale offerta vaccinale - sottolinea Salvatore Geraci, della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (Simm) - Il ritardo nell'offerta dei vaccini all'intera popolazione presente in Italia (indipendentemente dallo status giuridico della persona e dalla regolarità amministrativa), l'ambiguità su chi, come e quando vaccinare, ha prodotto una incertezza diffusa tra la popolazione che sta creando preoccupanti resistenze. Per tali motivi si chiede alle Istituzioni nazionali e alle Amministrazioni locali, un reale cambio di passo per garantire in modo diffuso, equo ed inclusivo, l'offerta vaccinale (e la relativa "certificazione verde") anche alle persone in condizione di fragilità sociale e debolezza amministrativa”.

Infine, c'è anche un problema di rilascio del green pass per gli stranieri che si fanno vaccinare ma non hanno il permesso di soggiorno. “In questo momento nessuno lo rilascia e non c'è l'automatismo digitale che c'è per chiunque altro si vaccini”, sottolinea Salvatore Geraci. Ci sono associazioni che con successo stanno vaccinando o promuovendo la vaccinazione di senza dimora e stranieri senza permesso di soggiorno. Ma poi non è possibile procurare per questi vaccinati il green pass. “Anche questo aspetto va affrontato e risolto rapidamente”, conclude Geraci.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)