Lo sgombero “pacifico” di viale delle Province, un nuovo modello per Roma?

Il palazzo era stato occupato nel 2012 da 148 famiglie, italiane e straniere, insieme ai movimenti di lotta per la casa. Dopo una lunga interlocuzione con l’amministrazione capitolina gli occupanti sono stati trasferiti tutti in un alloggio popolare

Lo sgombero “pacifico” di viale delle Province, un nuovo modello per Roma?

Uno sgombero “pacifico” che non lascia le persone in strada, ma le ricolloca subito in strutture alloggiative. Venerdì è stato liberato il palazzo di viale delle Province, a Roma. Il palazzo era stato occupato nel 2012 da 148 famiglie, italiane e straniere, insieme ai movimenti di lotta per la casa. Dopo una lunga interlocuzione con l’amministrazione capitolina gli occupanti sono stati trasferiti tutti in un alloggio popolare. Una soluzione senza scontri che potrebbe diventare un modello replicabile per offrire una sistemazione dignitosa alle tante famiglie che vivono negli stabili occupati della capitale. 

“Il nostro giudizio è positivo, questo modello è partito lo scorso anno con il trasferimento delle persone da via del Caravaggio. Per la prima volta, dopo anni, assistiamo a una modalità diversa di affrontare la questione. Oggi diverse centinaia di famiglia prendono casa, una casa popolare, e questo grazie alla lotta che hanno portato avanti per ottenere quello che è un loro diritto. Parallelamente riconosciamo un metodo diverso da parte dell'amministrazione comunale rispetto al passato - sottolinea Alberto Campailla dell’associazione Nonna Roma che ha assistito gli occupanti in questi mesi -. Questa vicenda ci dice una cosa importante: a Roma attraverso la graduatoria vengono assegnati ogni anno circa 50 alloggi popolari, in questo caso ne sono stati assegnati più di 100 con la lotta. C’è qualcosa che non va, serve un’accelerazione del processo che va troppo a rilento. Gli alloggi ci sono”. 

Secondo Nonna Roma serve anche riqualificare il patrimonio pubblico e implementare la manutenzione degli alloggi popolari: “abbiamo stabili che non vengono assegnati ma che dovrebbero esserlo, ci sono enti dismessi e inutilizzati, c’è la necessità di utilizzare questo patrimonio per restituire dignità alle persone. In questi mesi i movimenti per la casa hanno chiesto un impegno all’amministrazione comunale. Sono stati messi 150 milioni di euro a bilancio per acquistare patrimonio pubblico e privato. In generale la vicenda di viale delle Province ci dice della necessità di avere un piano straordinario per l’emergenza abitativa, che metta in conto alloggi Erp e che intervenga in maniera complessiva. Roma è una città che ha un gigantesco problema di emergenza abitativa testimoniato da una graduatoria per le case popolari che non scorre in una città piena di immobili pubblici e privati in larga parte dismessi nonostante siano diverse decine di migliaia le famiglie che attendono un alloggio”. “L`abitare è un tema di giustizia sociale ed equità -sottolinea l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Roma, Barbara Funari -,nel rispetto della legalità, gli sgomberi non si possono portare a termine senza  valide alternative e soluzioni diversificate sempre a  misura di persona” 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)