Lockdown e parchi chiusi? Un problema per chi ha un disturbo psichico

La denuncia di Afasp Campania: “L'ordinanza di De Luca è insostenibile per le persone con sofferenza psichica e i loro familiari. L’accesso nei parchi ha valore terapeutico. Si prevedano deroghe per le persone fragili”

Lockdown e parchi chiusi? Un problema per chi ha un disturbo psichico

La passeggiata al parco può avere un “valore terapeutico” per chi ha una fragilità psichica: per questo, non può essere vietata, neanche in caso di lockdown. Con l'Italia che torna a tingersi in buona parte di “rosso”, si leva la voce di chi chiede deroghe per i più fragili: perché le chiusure possono pesare, per alcuni più che per altri. Così, dalla Campania arriva la denuncia di Afasp (associazione familiari amici sofferenti psichici), che si scaglia contro l'ordinanza di De Luca, il quale ha disposto la chiusura di parchi, ville, giardini e piazze almeno fino al 21 luglio. Una decisione “insostenibile per le persone con sofferenza psichica e i loro familiari – commenta l'associazione - L’accesso nei parchi ha valore terapeutico. Si prevedano deroghe per le persone fragili”:

Pur nella consapevolezza “della gravità dell’attuale situazione epidemiologica sul territorio regionale e della necessità delle misure atte a contrastare le possibilità di contagio”, l'associazione evidenzia come “ancora una volta, nell’ultima ordinanza non siano in alcun modo contemperate le esigenze, i diritti e i bisogni delle persone con sofferenza psichica e dei loro familiari, nonché, più complessivamente delle persone con disabilità o con sindrome autistica. La chiusura indiscriminata di parchi, ville, giardini pubblici, che va ad aggiungersi alle ulteriori restrizioni e alla sospensione o riduzione di molti servizi ed attività terapeutiche, ha una immediata e pesante ricaduta sulla salute psichica e fisica delle persone fragili”, ricorda l'associazione, rilanciando così una questione da più parti sollevata e denunciata anche lo scorso anno, in occasione del lockdown nazionale.

Ora, con il moltiplicarsi delle “zone rosse” in Italia, il tema torna alla ribalta: “In accordo con gli enti locali, si sarebbero potute e dovute prevedere per loro e per i loro accompagnatori, specifiche deroghe, consentendo modalità di accesso anche contingentato e comunque in sicurezza, come pure viene fatto in altre parti d’Italia e si è realizzato in tanti comuni durante il primo lockdown. L’accesso ai parchi e ai giardini pubblici, per molte persone, anziani, adulti ragazzi, non ha solo un carattere ludico ma anche e soprattutto terapeutico, e sospendere questa possibilità di punto in bianco, significa incidere negativamente sulla loro salute, sul loro piano terapeutico, su equilibri familiari già fortemente stressati dalla condizione pandemica”.

In assenza di tali attenzioni, “si corre il rischio di far precipitare delle situazioni che stanno diventando sempre più complicate, con il peso che ricade interamente sulle spalle delle famiglie – fa notare l'associazione - Chiediamo con forza che il presidente della Regione riveda quest’ultima ordinanza, dando agli enti locali la possibilità di prevedere deroghe per le persone fragili e i loro accompagnatori e, più complessivamente, di definire, in accordo con le disposizioni nazionali, azioni volte a tutelare il diritto alla salute delle persone con sofferenza psichica che ancora una volta rischiano di essere considerate come figli di un virus minore

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)