Lucrezia, con “Coding girls” ha imparato a progettare siti (e abbattuto stereotipi)

Il progetto, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale e dalla Missione diplomatica Usa in Italia, coinvolge 100 classi delle scuole medie e superiori, per raggiungere 15 mila studentesse di 24 città. “In alcuni ambiti le donne vengono considerate meno degli uomini: se una ragazza vuole lottare per quello che le piace fare, non si deve far abbattere" 

Lucrezia, con “Coding girls” ha imparato a progettare siti (e abbattuto stereotipi)

“Io frequento il liceo delle scienze applicate e nella mia classe siamo a 6 ragazze e 15 ragazzi: ancora esiste lo stereotipo che le donne non siano adatte a studiare materie scientifiche e tecnologiche, ma io e le mie compagne ci facciamo valere”. Lucrezia Fonda, 17 anni, studentessa di quarta superiore al liceo Galileo Galilei di Trieste, è una delle partecipanti di “Coding Girls, progetto promosso dalla Fondazione Mondo Digitale e dalla Missione diplomatica Usa in Italia che coinvolge 100 classi delle scuole medie e superiori e 32 partner accademici, per raggiungere 15 mila studentesse di 24 città, dal nord al sud Italia. L’obiettivo? Incentivare la partecipazione delle giovani donne nel mercato del lavoro e sostenere la parità di genere nei settori della scienza e della tecnologia. Il programma, giunto quest’anno alla settima edizione, prevede non solo allenamenti e competizioni di coding tra le scuole, ma anche sessioni di orientamento con tutor universitari e incontri motivazionali con role model.

“Già l’anno scorso avevo partecipato al progetto, avevamo ideato un programma per realizzare un videogame molto semplice – racconta Lucrezia –. Quest’anno ho deciso di iscrivermi di nuovo e abbiamo fatto un percorso completamente differente: abbiamo realizzato un sito su Altervista. Non mi ero mai affacciata a questo mondo, è stato molto interessante: noi diamo quasi per scontato com’è fatto un sito e non ci chiediamo che tipo di lavoro ci sia dietro. Invece, progettandone uno noi in prima persona, ci siamo rese conto della complessità”.

Il gruppo di Lucrezia, composto da altre due ragazze e un ragazzo della stessa scuola, ha deciso di realizzare un blog dal titolo “Italiani in viaggio”, per scambiarsi foto, video e consigli su diverse mete da esplorare. Una piattaforma aperta per scoprire il mondo direttamente da casa, in un momento in cui viaggiare è molto difficile. “Non è stato un lavoro facile: non avevamo mai studiato il codice html e quando abbiamo realizzato alcune pagine, si sovrapponevano alcuni post e alcuni plug-in ci creavano problemi – spiega Lucrezia –. In più lavoravamo in remoto, sempre da casa, da sole. Ma alla fine siamo riuscite a capire come intervenire e superare gli ostacoli. Oggi presentiamo il nostro sito nell’evento conclusivo del progetto, siamo emozionate”.

Rispetto al tema delle discriminazioni di genere negli ambienti della scienza e della tecnologia, Lucrezia non ha dubbi: “Ci sono ancora degli stereotipi da superare e in alcuni ambiti le donne vengono considerate meno degli uomini. Però, se una persona vuole lottare per quello che le piace fare, non si deve far abbattere da quello che dicono gli altri”.

La questione delle discriminazioni di genere è al centro anche della formazione che viene fatta alle formatrici stesse di “Coding girls”, prima di iniziare il percorso nelle classi. Ester Sgambato, 26 anni, Pr student alla Apple Developer Academy dell’Università Federico II di Napoli, quest’anno è una delle tutor universitarie del progetto, facendo formazione in due istituti napoletani. “Formiamo le ragazze non solo sulla creazione di siti web, ma anche su questioni di privacy, plug-in, intelligenza artificiale, grafica e visual experience – racconta –. I moduli comprendono una parte di teoria ed esercitazioni pratiche in gruppi, ciascuno con la propria team leader. A Napoli in particolare abbiamo il supporto dell’ambasciata olandese, che ci ha messo a disposizione due mentor dell’associazione Bhto, che si occupa di parità di genere negli ambienti Stem (acronimo di Science Technology Engineering Mathematics, ndr)”.

Ester ha aiutato le ragazze a elaborare una loro idea di sito: anche se molte erano alla prima esperienza, sono state molto creative e competenti, realizzando piattaforme su diverse tematiche: dalla musica all’arte, dalla fotografia allo sport, fino alle serie tv e alla cucina. “Per quanto possiamo considerarci aperti, siamo abituati fin da piccoli a ragionare per categorie che creano pregiudizi: le ragazze sono considerate più precise e più attente rispetto ai ragazzi, o più imbranate rispetto alle questioni tecnologiche – conclude Ester –. Ma non è così: lo scopo del progetto Coding girls è proprio quello di contribuire a demolire questi stereotipi”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)