Macchine agricole sempre più importanti. Il settore vale miliardi di euro ed è determinante per la produzione alimentare

Nei campi è sempre più l’era delle “macchine intelligenti”, cioè mezzi dotati, per esempio, di centraline elettroniche, sensori, fotocamere.

Macchine agricole sempre più importanti. Il settore vale miliardi di euro ed è determinante per la produzione alimentare

Macchine che fanno bene alla produzione di alimenti. E’ il senso della meccanizzazione agricola oggi, alle prese con la richiesta di efficienza dei processi produttivi, ma anche con costi di produzione in salita e con una sempre più forte necessità di cibo (salubre e controllato) alla portata di tutti. Un comparto, quello della meccanizzazione agricola, che ha un significato tutto particolare, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda, come si è detto, l’approvvigionamento alimentare.

Di tutto questo si parlerà nel corso dell’edizione 2022 dell’Eima di Bologna, la più importante manifestazione di settore organizzata dalla Federazione italiana dei costruttori FederUnacoma. Proprio i tecnici spiegano: “L’innovazione tecnologica nel campo della meccanica agricola svolge ormai un ruolo strategico non solo per migliorare l’efficienza dei processi produttivi del settore primario ma anche per garantire la salubrità e la qualità delle produzioni agricole”. Che, detto in altri termini significa l’avvicinamento dei due estremi del mercato: in passato i consumatori erano costretti a scegliere tra prodotti “naturali” ma costosi e prodotti più accessibili ma di minore qualità, mentre oggi non necessariamente è così. Merito, appunto, anche delle macchine agricole. Che tuttavia devono fare i conti con un mercato difficile e una congiuntura economica generale non certo facile.

Il 2021 e il 2022 possono essere due anni molto diversi per la produzione di macchine agricole italiana (che rimane una delle prima al mondo in termini di quantità e qualità). In FederUnacoma dicono: “Indubbiamente arriviamo da un 2021 molto positivo, nel corso del quale sono state prodotte in totale 59mila trattrici, per un valore di 2,1 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i 6,2 miliardi derivanti dalla produzione di altre macchine e di attrezzature agricole e gli 1,13 miliardi relativi a parti di trattrici e ricambi. A tutto questo occorre aggiungere il valore della produzione di componenti per macchine e attrezzature agricole, stimato in circa 3,3 miliardi, e quello delle macchine per il giardinaggio e la cura del verde, che assomma a circa 970 milioni di euro”. I conti di quest’anno potrebbero essere differenti. “La domanda potenziale a livello nazionale e internazionale resta elevata – viene sottolineato -, ma sul settore sono intervenute le variabili legate alla congiuntura economica, che rischiano in parte di frenare il trend positivo”. I problemi sono quelli noti a tutto l’agroalimentare: i costi della logistica, dei trasporti, delle materie prime e soprattutto dell’energia. Al di là dei numeri di dettaglio, basta pensare che le vendite di trattrici nei primi nove mesi di quest’anno sono diminuite di oltre il 14%. E cali più o meno simili sono già stati registrati per altre macchine.

Eppure, per ora, il comparto sembra “tenere” i conti in un equilibro delicato tra diminuzione dei volumi di vendita e aumenti dei listini.

Macchine, quindi, che rimangono determinanti per la prodizione alimentare italiana e mondiale. Con una robusta iniezione di alta tecnologia a tutti i livelli. A fare la differenza, anche in questo comparto, sono state la digitalizzazione e la robotica. Che hanno influito le operazioni più sensibili e delicate, come quelle che prevedono l’utilizzo di prodotti chimici per la concimazione e per i trattamenti fitosanitari. Nei campi è così sempre più l’era delle “macchine intelligenti”, cioè mezzi dotati, per esempio, di centraline elettroniche, sensori, fotocamere e sistemi di linguaggio macchina che permettono ai mezzi di interagire attivamente con l’ambiente di lavoro. E’ cioè l’epoca delle macchine che si autoregolano. Con effetti prevedibili per la salubrità dei prodotti agricoli e per la tutela dell’ambiente. Solo per capire meglio, basta pensare che le irroratrici di prodotti chimici sono in grado di erogare esattamente la quantità di sostanze fitosanitarie di cui una specifica pianta ha bisogno, limitando i trattamenti chimici allo stretto indispensabile. Grande ricerca, quindi, che tuttavia deve fare i conti con condizioni non certo facili. E non solo in campo.

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Fonte: Sir