Mattia, "Alfiere della Repubblica" a 11 anni che accudisce suo papà malato di Alzheimer

Undicenne di Concordia Sagittaria, Mattia Piccoli è uno dei quattro veneti, assieme a Francis Fernando Chkrawarthige Praveen, Antonio Maria Granieri  e Niccolò Brizzolari, a rientrare tra i 28 giovani che hanno ricevuto il prezioso riconoscimento dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mattia è figlio di papà Paolo, affetto da Alzheimer precoce, e mamma Michela Morutto. 

Mattia, "Alfiere della Repubblica" a 11 anni che accudisce suo papà malato di Alzheimer

«Per l’amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre e lo aiuta a contrastarla. Il suo impegno è quanto mai prezioso: non è frequente che un giovanissimo svolga, con tanta dedizione, il compito di caregiver, tuttavia la sua esperienza è un esempio anche per i coetanei».

Con questa motivazione, come riportato sul sito del Quirinale , il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l'attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica” a Mattia Piccoli, undicenne di Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia.
Mattia è uno dei quattro veneti, assieme a Francis Fernando Chkrawarthige Praveen, Antonio Maria Granieri  e Niccolò Brizzolari , a rientrare tra i 28 giovani che hanno ricevuto questo prezioso riconoscimento riservato a coloro che nel 2020 si sono distinti per l’impegno e le azioni coraggiose e solidali, e che «rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia».

Premiato come il più piccolo caregiver all'Alzheimer Fest di Cesenatico 2020, Mattia ha scoperto sin da piccolo cosa vuol dire avere in famiglia una persona cara affetta da una malattia degenerativa, e perciò bisognosa di attenzione e cure. Mattia accudisce il padre Paolo Piccoli, affetto da Alzheimer precoce: assieme a lui suo fratellino di sette anni e la mamma Michela Morutto (la sua storia è stata raccontata sulla Difesa del Popolo del 7 marzo 2021 e sul sito n.d.r.).

«Il bambino - si legge sulla scheda inviata per la candidatura - ha compreso le ragioni delle mancanze del padre, dei suoi vuoti di memoria. E ha cominciato ad aiutarlo, facendolo restare attivo il più possibile, stimolandolo insieme alla mamma a compiere gesti apparentemente semplici come preparare da sé il cambio prima di una doccia o cucinare insieme i biscotti da portare a scuola e dividere con i compagni. Mattia continua il suo impegno, cercando di creare situazioni di gioco con il papà, anche per stimolare la sua mente e la sua memoria. Talvolta capita che il papà sia spaventato per qualcosa, e allora è Mattia che lo tranquillizza, invertendo in qualche modo i ruoli naturali».

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