Milano capitale della mobilità condivisa, ma le città italiane al top anche in Europa

I dati presentati oggi a Roma alla V Conferenza nazionale sulla sharing mobility. Circa 5,6 milioni di iscrizioni a 158 servizi di sharing in 49 città. Il ministro Giovannini: “La mobilità alternativa offre maggiori soluzioni per lo spostamento dei cittadini a minore impatto ambientale”

Milano capitale della mobilità condivisa, ma le città italiane al top anche in Europa

La mobilità condivisa ha superato la pandemia ed ha ripreso a crescere: le iscrizioni ai servizi di sharing mobility in Italia hanno raggiunto la quota di 5,6 milioni con 158 servizi di sharing attivi in 49 città (il triplo del 2015) e circa 15 milioni di Italiani possono utilizzare almeno un servizio di sharing con quasi 90 mila i veicoli in condivisione (auto, scooter, bici e monopattini). Sono questi alcuni numeri del rapporto sulla mobilità condivisa in Italia presentati oggi nel corso della V Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility (nato da un’iniziativa del Ministero della Transizione ecologica, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), e in partnership con Deloitte, RFI, Uber, Voi Technology, Share Now, Key Energy, Via, Expomove, Bit Mobility e Nordcom.  Secondo il rapporto sono solo quattro le città italiane dove sono presenti tutti i quattro servizi di sharing (car, bike, scooter, monopattini): Milano, Roma, Torino e Firenze. “Milano si conferma ancora una volta la città della mobilità condivisa - si legge in una nota -. Cresce Roma e si classifica al secondo posto, soprattutto in termini di flotte. Al terzo posto Torino. Seguono altre città metropolitane (Bologna, Firenze, Bari, Genova). Nei primi 10 anche città medio piccole come (Pescara, Rimini, Verona). Da segnalare Brescia, con un bike sharing pubblico molto efficiente e un car sharing station based. Solo Milano, Roma, Torino e Firenze hanno tutti e 4 i servizi di sharing. Tra le città piu grandi, Napoli rimane indietro, non ha un servizio di scooter sharing, e il car sharing è di piccole dimensioni. Le città che hanno almeno un servizio sharing mobility sono così suddivise: 26 al nord, 10 al centro e 13 al sud. Il sud è la parte di Italia che ha maggiormente scelto il monopattino come modalità unica di sharing mobility con ben sei città, Catania, Enna, Messina, Trapani, Cagliari e Sassari. Le uniche città del sud con almeno 2 servizi sono Napoli e Palermo”. Il quadro fornito dal rapporto è in linea con quello europeo, se non migliore in alcuni casi. “I dati sui noleggi giornalieri in Italia possono essere confrontati con lo Shared Mobility Index di Fluctuo che  tiene sotto osservazione 16 città europee: il trend positivo registrato in 6 città italiane monitorate (Milano, Torino, Roma, Bologna, Cagliari e Palermo) è in linea e addirittura migliore di quello europeo”, si legge nella nota. La mobilità condivisa, infine, diventa sempre più leggera: tra il 2019 e il 2020 c’è stato il boom dei monopattini (+65%) e degli scooter (+45%), nelle 6 città italiane monitorate si conferma marcata la crescita dei noleggi giornalieri dei monopattini in sharing. La micromobilità oggi costituisce il 91% dei veicoli in condivisione, spiega il rapporto.  Nonostante i numeri positivi, più del 50% dei capoluoghi italiani non dispone ancora di un servizio di sharing. “Per estendere la sharing anche dove l’imprenditoria privata non riesce a garantire i bisogni della collettività - si legge nella nota -, è necessario sostenere i servizi di sharing mobility con modelli simili a quelli con cui si sostiene il trasporto pubblico, ma con volume di risorse di scala nettamente inferiore”. Secondo il rapporto, infatti, mettere su strada circa 35 mila biciclette in condivisione, servendo circa 7 milioni di italiani in più rispetto ad oggi, significherebbe aumentare la dotazione di risorse del Fondo Nazionale per il trasporto pubblico locale di solo lo 0,5% all’anno. “Per rendere più sostenibili le città, i servizi di mobilità condivisa giocano un ruolo cruciale insieme al trasporto pubblico locale - ha affermato Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili -. Anche grazie all’evoluzione delle tecnologie digitali, la mobilità alternativa offre maggiori soluzioni per lo spostamento dei cittadini a minore impatto ambientale”. Per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “investire nella green mobility non significa solo investire in nuovi veicoli e in infrastrutture, ma anche sostenere direttamente nuovi servizi di mobilità urbana condivisa, come il traporto pubblico e la sharing mobility, che possono ridurre il numero di auto circolanti e ridurre gli effetti ambientali e sociali negativi per le nostre città. Il momento è favorevole, e la transizione ecologica da realizzare nei prossimi 5 anni lo richiede”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)